BENEDICTION "Ravage Of Empires" (Recensione)


Full-length, Nuclear Blast
(2025)

Diciamo le cose come stanno, chi ha conosciuto i Benediction nei primi anni Novanta non potrĂ  probabilmente amare molto questo album, ma cercherĂ² di spiegarmi meglio. La band negli anni Duemila ha sfornato pochi album, tutti comunque buoni, compreso il qui presente "Ravage Of Empires". Il disco del 2020, "Scriptures" riportava questa formazione in pista dopo i ben dodici anni di silenzio intercorsi da "Killing Music", uscito nel 2008. Negli ultimi due album vediamo anche il ritorno di un pezzo da Novanta della storia di questa band e del death metal tutto, ovvero quello del cantante Dave Ingram. Abbiamo anche la riconferma del batterista italiano Giovanni Durst e l'ingresso di un nuovo bassista, Nik Sampson. Per il resto formazione invariata.

Detto questo, il nuovo album dei Benediction suona decisamente compatto e ammiccante al thrash metal quadrato a cui la cara Nuclear Blast ci ha abituato. E qui abbiamo una prima rottura col passato. Lontani sono gli episodi cupi e imprescindibili della band, come "The Grand Leveller", "Transcend The Rubicon" o Subconscious Terror". Quel death metal a tratti fin troppo semplice ma capace di evocare la morte in maniera ottimale è ormai un lontano ricordo. Ci sono episodi che un po' ammiccano a quell'approccio ("Genesis Chamber), dove il riffing si fa meno quadrato e piĂ¹ old school death metal, ma in generale sembra di sentire gli Exodus che cercano di suonare death metal old school, o al massimo una versione dei Dark Angel o degli Slayer con la classica produzione alla Nuclear Blast ("Deviant Spine", "Engines Of War").

E' per questo che il disco suona poco avvincente e un po' troppo moderno per chi ama il death metal old school. E' tutto troppo standard e non emerge alcun riff significativo. I Benediction del 2025 sono una band di buoni operai, capaci anche di far muovere un po' la testa e il piedino, ma incapaci di trasmettere alcun feeling che anche lontanamente possa essere imparentato col metallo della morte. 
Per i vecchi fan come me questo album è poco piĂ¹ che sufficiente, ma non dubito che alcune nuove leve potrebbero trovarlo un lavoro interessante e trascinante.

Recensione a cura di Sergio Vinci
Voto: 65/100

Tracklist:

1. A Carrion Harvest
2. Beyond The Veil (Of the Grey Mare)
3. Genesis Chamber
4. Deviant Spine
5. Engines Of War
6. The Finality Of Perpetuation
7. Crawling Over Corpses
8. In The Dread Of The Night
9. Drought Of Mercy
10. Psychosister
11. Ravage Of Empires

Line-up:
Peter Rew - Guitars
Darren Brookes - Guitars
Dave Ingram Vocals, Lyrics
Giovanni Durst - Drums
Nik Sampson - Bass

Web:
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