DESTRUCTION "Birth of Malice" (Recensione)


Full-length, Napalm Records
(2025)

Una vera mazzata tra capo e collo. Questo rappresenta il diciottesimo album degli inscalfibili Destruction. L'ingresso di due asce abbastanza giovani d'età quali Martin Furia e Damir Eskić negli ultimi anni ha rinvigorito una band che comunque, non mi stancherò mai di dirlo, non ha mai partorito schifezze, ma che molti continuano a bersagliare per motivi extra musicali e continuando a pretendere che una band che suona thrash metal da quarant'anni stravolga il proprio trademark. Fissando un ipotetico inizio delle ritrovata verve di questa band, dobbiamo andare a ritroso di ben venticinque anni, quando la doppietta "All Hell Breaks Loose" (2000) e "The Antichrist" (2001) fece tremare la terra, riportando il nome Destruction tra le prime linee in fatto di thrash di qualità offerto da vecchie guardie. 

In questi venticinque anni la band ha sfornato dischi a volte ottimi, a volte buoni, a volte discreti, ma mai scendendo sotto un certo livello qualitativo. Non fa eccezione questo nuovo "Birth Of Malice", che offre un thrash tetragono e scoppiettante, dinamitardo e pieno di ottime canzoni. Da "Destruction" che di fatto è il primo vero brano dopo la intro "Birth Of Malice", la band ingrana subito la quinta e da lì in poi, strano a dirsi la qualità invece che scendere sale. Sì perchè pur essenso una buona canzone, "Destruction" non sorptrende per nessuna dote particolare, mentre dopo arrivane le canzoni migliori, come ad esempio la diretta e sfrontata "Cyber Warfare" e la ancora migliore "No Kings - No Masters", un brano che accenna nel riffing qualcosa di death metal old school volendo...Una goduria di brutale thrash metal!

Nota di merito ad un lavoro di chitarra cattivissimo, sempre ispirato e all'ormai leggendario batterista Randy Black (ex Primal Fear, Annihilator, ecc), implacabile nonostante le sue sessantuno candeline spente, E poi c'è Schmier, forse croce e delizia di questa band con la sua ugola un po' acuta e acida, ma comunque sempre sul pezzo. La band sa far male anche quando cerca maggiormente il groove ("Scumbag Human Race", "A.N.G.S.T.) e in generale offre cinquanta minuti di ottimo thrash metal, molto migliore di quello offerto da altre band storiche. 

E ripeto, non capisco cosa non vada negli album dei Destruction: amate il thrash più intransigente? Amate i Destruction? Quali novità vi aspettate esattamente da questa band e dal thrash metal old school? Ecco, allora poche storie, qui c'è tutto ciò che fa al caso vostro. Possono piacere o meno i Destruction, ma a volte non capisco più cosa la gente voglia da un certo tipo di metal.

Recensione a cura di Sergio Vinci
Voto: 75/100

Tracklist:

1. Birth of Malice 
2. Destruction 
3. Cyber Warfare 
4. No Kings - No Masters
5. Scumbag Human Race
6. God of Gore 
7. A.N.G.S.T. 
8. Dealer of Death
9. Evil Never Sleeps 
10. Chains of Sorrow 
11. Greed 
12. Fast as a Shark (Accept cover) 

Line-up:
Schmier - Bass, Vocals
Randy Black - Drums
Damir Eskić - Guitars
Martin Furia - Guitars

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