MACHINE GUN KELLY "Hit The Road" (Recensione)
Full-length, Diamonds Prod.
(2025)
Band in giro da più o meno vent'anni che propone un hard rock venato di heavy metal classico e che annovera tra le proprie influenze band come Saxon, Ratt, Ozzy Osbourne, e un po' tutta quella scena che proprio in quegli anni Ottanta fece faville. L'album si apre proprio con la title track, un pezzo tirato e trascinante che mette subito in chiaro che la band in questione non bada a troppi orpelli. Presente una certa vena strret/glam/sleazy che potrebbe ricordare alcune cose dei Tigertailz, Poison o Cinderella.
Per tutto l'album due sono le coordinate che la band metterà sul campo. I cori melodici e dalla facile presa e un lavoro chitarristico solido che da solo potrebbe valere l'acquisto del disco. Ma su questo aspetto dobbiamo anche evidenziare come purtroppo il resto della line-up non riesce a tenere il passo con l'ottimo chitarrista Caste. Il suo è uno stile istrionico, si sentono echi di grandi chitarristi quali Randy Rhoads ad esempio. Ascoltare "Private Paradise" per credere, il cui riff iniziale può ricordare molto la famosa "Crazy Train".
In generale però il disco funziona piuttosto bene, grazie ad una prova dignitosa di Mattia alla batteria, ma in generale la sensazione è quella di assistere ad uno spettacolo dove non tutti i componenti sono ben interconnessi tra loro, in special modo la voce di M.G Miche, che alla fine non è neanche malaccio, ma risulta poco incisiva e priva di quel quid di cui un disco hard rock necessita. Il problema quindi è se valutare l'album nell'insieme o meno. Preso nel complesso questo è un buon disco, ma a costo di ripetermi dico che con un lavoro di chitarra così il rischio di offuscare gli altri era alto e infatti è ciò che è successo in questo "Hit The Road".
In più ci sono dei pezzi incolori, i classici filler, come "(Screams) in the Night", o "Devil Woman" che di certo non aiutano a far sembrare il disco qualcosa di imperdibile. Non siamo al cospetto di un brutto album, anzi, ma per far saltare dalla sedia un ascoltatore che conosce bene questo genere da decenni ci deve essere quel particolare che fa la differenza, e in questo album non c'è. In ogni caso lo consiglio agli amanti di queste precise sonorità , un po' retrò ma sempre efficaci.
Recensione a cura di Checco 78
Voto: 65/100
Tracklist:
1. Hit the Road
2. Private Paradise
3. (Screams) in the Night
4. Devil Woman
5. Wicked Baby Blue
6. Lord of Fake
7. Fly High
8. Sun Goes Dawn
Line-up:
M.G Miche - Vocals
Caste - Guitars
Umberto - Basso
Mattia - Drums
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