BLIND GOLEM "Wunderkammer" (Recensione)
Full-length, Andromeda Relix
(2024)
I Blind Golem tornano con il secondo lavoro “Wunderkammer”, dopo l’esordio del 2021 “A Dream Of Fantasy”. Lo fanno sotto il segno della continuità, a partire dalla bellissima copertina sempre ad opera del leggendario Rodney Matthews. Anche questa volta siamo di fronte a un lavoro corposo, che nelle sue undici canzoni arriva a sfiorare un’ora di musica, in cui è l’hard rock anni settanta l’elemento cardine. L’influenza primaria resta quella degli Uriah Heep e non potrebbe essere diversamente vista la presenza in line up di elementi dei Forever Heep, tribute band proprio degli anglosassoni.
Rispetto all’esordio ci troviamo di fronte ad una musica che riesce a proporre un suono più personale, staccandosi a tratti dagli influssi degli Heep, come in “It Happened In The Woods” dai toni profondi, proponendo un hard prog che richiama nelle melodie di chitarra i Camel. Di contro abbiamo canzoni come “Endless Run” in cui gli spettri di Byron e Lee Kerslake aleggiano nell’aria in modo importante. Gli influssi che si possono ricondurre a cavallo dei due decenni – 70 e 80 – sono in parte diminuiti e si possono riscontrare in “Born Liars” con il suo coro che può portare alla mente una band come i Toto, dopo una cavalcata in stile Heep. La voce di Andrea Villardo sprigiona potenza e melodia, ricamando coinvolgenti linee vocali, trovandosi a proprio agio sia cantando in modo più grintoso (“Green Eye”), sia quando i toni diventano più soffusi: a emergere è la teatralità della propria interpretazione (“Just A Feeling”). L’influenza di Byron resta innegabile, ma il cantante si destreggia con convinzione riuscendo a tirare fuori una prova vocale di notevole valore.
Da non sottovalutare il lavoro dietro le tastiere di Simone Bistaffa, che ricama arrangiamenti di spessore e indurisce il suono a colpi di hammond facendoci tornare ai tempi d’oro di un certo suono, quando c’erano tastieristi come Jon Lord e Ken Hensley a creare un sound che ha fatto storia. Il basso ha un suono corposo e linee armoniche interessanti che si intrecciano agli altri strumenti e si pongono in evidenza sottraendosi al semplice compito di accompagnamento, divenendo insieme alla batteria una potente base ritmica. Se l’iniziale “Gorgon” propone subito un frizzante hard rock, con “Some Kind Of Poet” siamo su un mid tempo che ha il sapore dell’epicità e si candida a essere tra i migliori episodi, grazie ad un ritornello spaziale e a un groove che esalta la band nel suo insieme.
Non mancano certo di potenza i Blind Golem e la sprigionano in brani come “Green Eye” con un coinvolgente riff iniziale in cui il wah wah diventa protagonista, per poi svilupparsi tra trame rocciose e un sound d’insieme coinvolgente. “Wunderkammer” è un ottimo album hard rock, fortemente radicato nel decennio d’oro del genere. Nonostante importanti influenze i Blind Golem dimostrano gusto e ricercatezza nelle loro composizioni proponendo un hard rock brillante e variegato, in cui l’affiatamento dei componenti è fortemente percepibile durante tutto l’ascolto. Chi ha apprezzato l’esordio, non potrà che restare favorevolmente colpito da questo nuovo lavoro targato Blind Golem.
Recensione a cura di John Preck
Voto: 75/100
Tracklist:
01. Gorgon
02. Some Kind Of Poet
03. Endless Run
04. Man Of Many Tricks
05. How Tomorrow Feels
06. Golem!
07. Just a Feeling
08. It Happened In The Woods
09. Born Liars
10. Green Eye
11. Golem Repise Entering The Wunderkammer
Line-up:
Silvano Zago - chitarre elettriche ed acustiche
Francesco Dalla Riva - basso, voce
Simone Bistaffa - tastiere, organo Hammond
Walter Mantovanelli - batteria
Andrea Vilardo - voce solista
Guest:
Daniela Pase cori
Web:
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