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Intervista: DISEASE ILLUSION


I Disease Illusion sono una band bolognese che ha appena realizzato un terzo album davvero buono intitolato "Plastic Ocean". Abbiamo raggiunto la band per saperne di più e per fare una panoramica attorno a questa band. Buona lettura.

01. Ciao e benvenuti su Heavymetalmaniac.it. Partiamo parlando in generale di "Plastic Ocean".
Ciao, grazie mille per lo spazio concessoci. Plastic Ocean è la nostra ultima creazione di cui siamo molto fieri che ha richiesto 4 anni di duro lavoro, in parte ritardato inevitabilmente dalla pandemia, e che ora ci sta dando enormi soddisfazioni come risposta di pubblico e reazioni della critica.

02. Per caso questo nuovo album è un concept? E cosa significa il suo titolo?
Plastic Ocean non è propriamente un concept album, ma diciamo che è nostra intenzione trattare vari temi di impatto sociale, tra cui ovviamente i problemi riguardanti l’ambiente e l’impatto che l’uomo sta avendo sul futuro del pianeta che si riversano poi sulla società intera; quindi, il titolo del primo singolo pubblicato che dà il nome all’album, vuole essere un richiamo potente a questo tipo di tematiche.

03. Quali sono le band che vi influenzano e hanno avuto un peso per il vostro sound? 
La nostra band è nata con sonorità ispirate al Göteborg sound quindi Dark Tranquillity, In Flames e compagnia, ma col tempo la lineup è cambiata parecchio e le ispirazioni e le influenze sono giunte da diverse fonti e molte altre band. La nostra ricerca ora è quella di creare composizioni, sonorità e atmosfere interessanti che siano attuali rimanendo su caratteristiche tipiche del death metal melodico ma evolvendo senza limitazioni di genere.

04. Parliamo un po' di come nasce solitamente un vostro brano e in generale del processo compositivo e di registrazione.
Essendo dispersi per l’Europa, tra Copenaghen Nottingham, e Bologna, la scrittura dei brani avviene digitalmente condividendo le idee tramite piattaforme on-line fino alla realizzazione delle pre-produzioni. Queste sono poi state rielaborate dal produttore Giuseppe Bassi con il quale abbiamo poi registrato presso il suo studio i nostri due ultimi album, Plastic Ocean ed After the storm.

05. Cosa pensate di offrire di diverso e/o particolare in ambito melodic death metal?
Al giorno d’oggi trovo sia estremamente difficile cercare in ambito musicale la novità o l’innovazione, soprattutto nei generi estremi come il death metal, quindi per noi l’obiettivo principale è quello di creare musica interessante che non sia banale e scontata cercando sempre di mantenere delle atmosfere e dei groove che possano veicolare in modo efficace il messaggio presente nei testi di Joy.

06. Avete in programma un tour di supporto a "Plastic Ocean"?
A settembre di quest’anno abbiamo fatto un tour al nord Italia per il lancio dell’album e stiamo pianificando la prossima stagione di live, quindi sicuramente anche un tour di supporto in Italia ed Europa. La prossima data sarà il 17 di gennaio presso Alchemica music club a Bologna assieme ai Neurasty da Roma e ai nostri amici Ex Cinere Resurgo. Sarà una serata sicuramente da non perdere!

07. Cosa pensate della fruizione della musica di oggi? Siete a favore della digitalizzazione o pensate che abbia in qualche modo danneggiato la musica, e soprattutto le piccole band?
Domanda molto difficile da rispondere in modo sintetico, ma ci proverò! Alla musica di oggi è stato sottratto il valore artistico per problemi di industrializzazione del settore e per la sopravvivenza del mercato stesso si sono seguite mere leggi di domanda e offerta, trattando gli artisti e le loro opere come prodotti, così inevitabilmente le persone sono diventate consumatori e la ricerca del profitto ha richiesto sempre più prodotto, a discapito della sua qualità. Questo danneggia ovviamente i “produttori” più piccoli che dispongono di risorse più limitate, soprattutto quando diventa una necessità, per avere visibilità e non sparire nel rumore generale sempre più assordante, usare gli stessi strumenti, social media, canali di streaming e via dicendo, che danneggiano l’intero settore, ma che in qualche modo ne garantiscono la sopravvivenza. Un bel paradosso la cui soluzione credo risieda nella sensibilizzazione all’ascolto consapevole “pesato” e meno impulsivo e consumistico, ma è una tendenza difficile da combattere e sta appunto ai singoli ascoltatori e appassionati ridare valore alla musica andando ai live e sostenendo una scena che si trova sempre più sovrastata e soffocata.

08. Quali sono i vostri piani più immediati? Insomma, dove vorreste che arrivassero i Disease Illusion?
Quest’anno abbiamo lavorato molto su aspetti non strettamente legati alla composizione musicale come la creazione di videoclip dei nostri singoli tramite intelligenze artificiali generative, per enfatizzare il messaggio che vogliamo trasmettere tramite la nostra musica in modo anche visivo e rimanere appunto al passo coi tempi. Ora ci stiamo concentrando molto ad affinare il nostro live show in quanto puntiamo nel prossimo periodo a tornare sul palco sempre più spesso magari anche in qualche festival. L’obiettivo è quello di allargare sempre di più il nostro pubblico offrendo loro uno spettacolo completo e di sempre più alto livello sotto il punto di vista audiovisivo.

09.. Abbiamo finito, concludete come volete l'intervista!
Grazie mille per lo spazio che ci avete concesso e vorrei solo ricordare che la band ha una sua foresta sulla piattaforma Treedom e offriamo una maglietta omaggio a chi pianterà un albero nella nostra foresta. Qui il link per dare il vostro contributo a far respirare il pianeta:
Grazie a tutti per il supporto e l’affetto dimostratoci.


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