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NODE "Canto VII" (Recensione)


Full-length, Nadir Music
(2024)

Aggressivo, intenso, furioso, tecnico, con inaspettate aperture melodiche a rimarcare una proposta che rifugge da possibili soluzioni scontate, per addentrarsi in un intricato mondo fatto di metallo rovente. Esemplificativo a tal riguardo è l’opener “Enter The Void”, claustrofobico nel suo incedere, con un crescendo notevole quando improvvisamente si apre una sezione dai toni puliti e dalle melodie quasi psichedeliche. La loro classica furia non manca e viene servita nella incendiaria “The Sacred Theater Of Nothingness”.

I Node arrivano al settimo sigillo discografico, a distanza di ben otto anni di distanza dal precedente “Cowards Empire”. In questo lasso di tempo non sono rimasti con le mani in mano, ma hanno sempre fatto sentire la loro presenza tramite un live album ed altre brevi uscite a tenere sempre vivo il nome della band.

Per il trentesimo anniversario i Node si regalano questo “Canto VII” con una importante novità dietro al microfono con il nuovo innesto Davide Arri. Il suo approccio vocale si inserisce perfettamente con la musica, con uno scream feroce, vicino al black metal, che potrebbe ricordare lo stile di Flegias dei Necrodeath. All’occorrenza sa variare su un growl acido e catramoso al punto giusto: questo permette alla band di proporsi in modo variegato su un tappeto sonoro solido.

Dall’inizio della loro storia i Node hanno sempre proposto un thrash metal tecnico, molto vicino al death metal con un sound personale che si è rivolto al futuro del genere e non al passato (“The Cage”). Oggi questa voglia di guardare avanti è rimasta immutata. Il timoniere D’Eramo ha traghettato sapientemente la band ed il risultato è questo nuovo capitolo, ottimamente prodotto, con un suono chirurgico, pesante che pone in evidenza ogni singolo passaggio. L’impatto di brani come “The Wolves Of Yalta” non lasciano prigionieri sulla propria strada grazie ad un approccio cattivo, con degli innesti darkeggianti che generano profondità all’insieme. Uno stile modernista lo si ritrova in “iGod” e “Life On Dispay” con un sound ritmato ed una percezione di costante oscurità. Il thrash moderno è la base dell’incalzante “Resign Yourself” in cui la velocità prende piede rispetto a un ritmo generale che guarda più ai tempi medi per far emergere un potente groove di fondo. Il lavoro degli strumentisti è notevole, sia delle asce che si pregiano di diversi assolo di grande spessore che della sezione ritmica, devastante nella sua esecuzione chirurgica.

Il pezzo da novanta giunge alla fine con la lunga e monumentale “Moan Of Pleasure”. I Node costruiscono un brano complesso, feroce, potente, che si lascia improvvisamente trascinare da una parte acustica, prima di esplodere in un intenso assolo finale.
Con “Canto VII” i Node ci accompagnano all’interno di questo viaggio oscuro dentro l’inferno dantesco. Lo fanno in modo convincente, con un lavoro solido e ispirato.

Recensione a cura di John Preck
Voto: 80/100 

Tracklist:

1. Pape Sátan 
2. Enter the Void 
3. The Sacred Theather of Nothingness 
4. The Wolves of Yalta 
5. IGod 
6. Life on Display 
7. Resign Yourself 
8. The Cage 
9. Moan of Pleasure 
10. Territory (Sepultura cover)

Line-up:
Gary D'Eramo - Bass
Pietro Battanta - Drums
Gabriele Ghezzi - Guitars
Davide “Dave” Arri - Vocals

Web:
Bandcamp
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