VITA ODIOSA & TOC666 "Despair And Self-Hatred" (Recensione)
Split album, Lupus Niger
(2024)
Dal 2009, anno in cui ha fondato il progetto Vita Odiosa per poter esprimere tutte quelle sensazioni che mal si adattavano sia musicalmente sia a livello tematico ai Gort, la band in cui militava, Dolore ha indirizzato il proprio sound ad un depressive black metal dai tempi molto dilatati, che costituirà il trade mark del progetto in tutti i lavori successivi al demo d’esordio “Viale del Tramonto”. E dilatatissimi sono anche i tempi di quest’ultima opera, stavolta in collaborazione con TOC666, altro one man project di base in Messico; come spesso accade negli split, il confronto tra due letture di uno stesso genere permette una diversificazione stilistica che arricchisce l’ascolto, mantenendo tuttavia un forte legame tematico.
Vita Odiosa porta la propria visione del depressive metal con una sonorità più melodica, mentre TOC666 si esprime con elementi più discordanti, creando un contrasto affascinante. In quattro lunghe tracce che superano tutte i 13 minuti, il disco si distingue per profondità emotiva e la complessità musicale: un viaggio sonoro che invita l’ascoltatore a perdersi nelle sue trame oscure e suggestive. Il titolo “Despair and Self Hatred” riflette perfettamente l’essenza di questo lavoro: ogni traccia è un’esplorazione di sentimenti di tristezza, desolazione, riflessione. L’apertura è affidata a Vita Odiosa. “Odio Me Stesso” è una dichiarazione di intenti, un’introduzione potente che cresce d’intensità fino metà brano, quando una malinconica sezione di archi sottolinea la sofferenza dell’autodeprecazione espressa con efficacia dalle urla strazianti che attraversano l’intero brano, trasmettendo un senso di vulnerabilità e introspezione. L’atmosfera si fa sempre più densa mentre il brano incalza verso la fine, creando un avvolgente muro sonoro.
La successiva “Malus vivendi” raffina l’esplorazione interiore di Dolore, con un drammatico incipit in cui su un tappeto di archi lontani si innestano un piano molle ed un cordofono di sapore orientale, che sfociano dopo alcuni minuti nei colori tipici del progetto. Il brano sembra suggerire quel momento in cui ci si avvicina per trovarsi faccia a faccia con le proprie paure e insicurezze, grazie alla progressione musicale lenta e seducente, con interruzioni e cambi di tempo che introduce una sezione finale più pesante, dando vita a un crescendo emotivo che culmina in un finale epico. La produzione curata, pur non rinunciando agli stilemi del genere, permette ai diversi interventi strumentali di contribuire nel definire l’atmosfera complessiva. Nelle due tracce successive la parola è lasciata a TOC666, che come si è detto affronta una lettura complementare, meno diretta e più atmosferica. “Abyss of Despair” comincia con una chitarra e un basso cupo che, grazie ai riverberi che creano un suggestivo gioco di rimbalzi sonori, creano l’impressione di provenire dal profondo dell’anima. La voce è spigolosa e straniante, e punteggia l’incedere diseguale brano fino a metà, quando un arpeggio contemplativo, che richiama alla mente una passeggiata solitaria sotto una pioggia sottile ma insistente, tiene per mano l’ascoltatore in un crescendo che riprende le distorsioni fino ad un inatteso finale con un organo solenne: gli abissi sono stati raggiunti, non resta che scavare per sprofondare ulteriormente.
E nella successiva “When a Tear Stops Asking Why” la proposta di TOC666 trova la sua dimensione più poetica con un tappeto sonoro molto atmosferico, che aggiunge una dimensione quasi cinematografica, il cui progressivo allontanamento lascia spazio al distintivo cantato caratterizzato da una vulnerabilità palpabile. Cambi di ritmo inaspettati insinuano un contrasto tra momenti di calma ed esplosioni di potenza, sottolineando l’abilità nel creare tensione attraverso la musica. Il finale è contemplativo e sospeso, con tre note di piano che segnano una cesura tanto improvvisa quanto inevitabile. Vita Odiosa e TOC666 dimostrano ancora una volta una notevole capacità di evocare atmosfere oscure e introspettive, che senz’altro incontra le aspettative degli appassionati del genere; lo split non è solo la fusione fredda di due autori, ma un viaggio condiviso attraverso le emozioni più oscure e profonde della vita.
Recensione a cura di mu:d
Voto: 85/100
Tracklist:
1. Vita Odiosa - Odio me stesso
2. Vita Odiosa - Malus vivendi
3. TOC666 - Abyss of Despair
4. TOC666 - When a Tear Stops Asking Why
- Vita Odiosa: Dolore - All
- TOC666:
Eddepressivo - All instruments
Lord Bipolar - Vocals
Web:
Vita Odiosa:
Bandcamp
TOC666:
Bandcamp
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