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TORZO "Spectri" (Recensione)


Full-length, The Triad Rec.
(2024)

E’ piuttosto complicato trovare un nome alla propria band e spesso si resta lì a pensare a come chiamarla senza rischiare di utilizzarne uno già in uso. Quando mi è stato girato il promo dei Torzo ho subito pensato, questo è uno dei nomi più brutti che abbia mai letto e forse per questa ragione mi resterà anche impresso nella mente! Sono andato su internet a cercare il significato di questo termine ed ho trovato che torzo nel dialetto romano ha due significati: stupido e torsolo del frutto. A quale dei due avrà fatto riferimento la band? Passato questo primo momento di perplessità, ho notato i titoli in italiano e una sorta di curiosità è iniziata a prendere forma. Ho messo su la musica e - BOOM! - un suono pesante mi ha colto di sorpresa, e soprattutto ho capito perché l’ultima canzone in scaletta è una cover dei Motorhead (“Iron Fist”).

I Torzo hanno fatto propria la lezione della storica band albionica riproducendo un suono grezzo e dall’alto tasso adrenalinico, grazie a canzoni essenziali, dritte, dall’animo profondamente heavy. Già dall’iniziale “Ballando Con Il Demonio” si viene assaliti da una musica bruciante sparata a tutta velocità in cui l’anima punk’n’roll emerge in tutta la sua prepotenza. Nella seconda “Alkahest” emergono influenze maidiane con quelle twin guitar armonizzate, anche se l’assolo fa tornare subito alla mente un certo Phil Campbell. Brani incendiari sotto i tre minuti esprimono tutto il loro potenziale correndo a tutta birra e alternando brevi rallentamenti che servono solo a concedere un attimo di respiro prima di essere di nuovo assaliti da sfuriate al limite dello speed come in “Vite Randagie” e “Sballordito”. 

Con l’eponima “Spectri” ci si apre ad un approccio più articolato, aumentando la durata e rallentando per un attimo la corsa sulla highway to hell. Sicuramente siamo di fronte al miglior brano tra quelli proposti, con un’ottima prova vocale che mi ha ricordato gli Impero Delle Ombre. La voce di Dean O ha un’impostazione che fa tornare alla mente l’hard rock italiano anni settanta, con un urlato viscerale espresso in madre lingua che inevitabilmente può far tornare alla mente certe composizioni come “C’è troppa guerra” dei New Trolls o i Procession di “Uomini e Illusioni” o Il Balletto di Bronzo di “Sirio 2222” per citare qualche titolo. I testi sono interessanti, ottimamente interpretati e si fondono perfettamente con il tessuto sonoro. 

C’è un’anima rock dentro tra queste note, senza alcun artefatto a reggere il tutto, ma solo sudore attraverso canzoni che corrono come schegge (“Castello Dell’Orrore”). L’heavy metal diventa contagioso in un anthem come “Badessa” che invita al movimento. L’anima dei Motorhead esce con maggiore prepotenza in “Oscurità” con quel riffing alla Campbell. L’unica traccia che non convince è la conclusiva “Troppe Bugie” che ho trovato sottotono rispetto al resto. I Torzo sono un buon esempio di hard’n’heavy in salsa italiana, eredi tricolore dei Motorhead, con una proposta dinamitarda pronta ad esplodere nelle casse dei vostri stereo, con il loro sound sanguigno e genuino.

Recensione a cura di John Preck
Voto: 73/100 

Tracklist:
1. Ballando Con il Demonio
2. Alkahest
3. Vite Randagie
4. Sballordito
5. Spectri
6. Castello dell' Orrore
7. Badessa
8. Oscurità
9. Troppe Bugie
10. Iron Fist (Motörhead cover)

Line-up:
Stefano Motta - Batteria
Aristide - Chitarra
Ale Jackson - Basso
Dean-O - Voce

Web:
Bandcamp
Facebook

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