NOCTURNA "Of Sorcery and Darkness" (Recensione)
Full-length, Scarlet Records
(2024)
Voi già lo sapete: è vero che un tipo come me dovrebbe piallare senza tanti complimenti queste derive Pop in quel che viene spacciato per Metal moderno, ma poi - dopo le mie solite lamentele sul "dove andremo a finire, signora mia?" e "non ci sono più i valori di una volta!" - valuto la musica, le canzoni, e sono abbastanza assennato da non usare il metro di giudizio che applicherei a, che so?, i Darkthrone o i Suffocation! Se ci sono ottimi brani, magari pure delle potenziali hit radiofoniche, per me sei promosso con ottimi voti! E così infatti feci con l'ultimo dei Temperance e col debutto di questi Nocturna, in cui milita un certo Hedon, che poi lo diciamo? È Federico Mondelli dei Frozen Crown e dei Volturian!
Ora, note di contorno, o di antipasto, se preferite: le grafiche sono proprio così così, con le solite due bellezze da copertina (questa volta proprio di fatto: sulle copertine ci finiscono per davvero!), ovvero Rehn Stillnight e Grace Darkling a dominare la scena, sovrastate da un logo, ad opera dello stesso Federico, che è anche graphic designer, davvero bruttino, con quella lettera "t" centrale tutta sbilanciata a destra e quasi senza nemmeno più la morfologia propria del grafema. Ci sarebbero, nella band, pure degli altri musicisti, tutti belli mascherati e presenti nei video promozionali, ma poi su disco suona tutto Federico, e qui, va be', evviva le one-man band, come pure sospetto fossero i primi Frozen Crown - che sono carinissimi e simpaticissimi, e quindi non li affosso mai, pur essendo ruffiani senza ritegno! - al di là di quel che si vedeva nei video da milioni di "view"!
Federico, ammettiamolo subito, è artista che ascolta di tutto, dal Metal moderno, che lui stesso propone nei Volturian (altra female-fronted band sotto Scarlet Record, ma tu guarda che coincidenza!) a quello classico, fino a quello estremo, e lui stesso si diletta anche in un buon growl, per lo meno nella prima parte della discografia dei Frozen Crown. Sa essere semplice e "canzonettaro", ma ti sa sfoderare anche il brano lungo e articolato dalla struttura a suite narrativa, dal sapore quasi Progressive Metal. Non è uno che va a casaccio, e c'è una cosa che gli riesce bene, quasi sempre: le melodie, il gusto per il fraseggio accattivante, ma ben scritto ed eseguito con perizia. Non nasconde la sua influenza Pop anni '80, e si sente, perché spesso ti butta lì dei ritornelli praticamente ballabili, e che funzionano benissimo, alla faccia del "true" Metal.
E quindi cosa importa? Io una musica fatta così, con tutti i distinguo del caso, la considero efficace, e tanto mi basta. Questo nuovo album non si discosta troppo dalla gradevole e vincente formula del primo lavoro: siamo dalle parti dei Nightwish di "Wishmaster", ma semplificati, resi davvero radiofonici, con ottimi riff ritmici a corda stoppata in sedicesimi, come da tradizione Power-Speed, ma anche grandissima enfasi sulle melodie vocali scritte ad hoc per le due diverse timbriche delle talentuose cantanti: una con un impianto lirico, l'altra più Pop-Rock oriented. I brani sono tutti di durata contenuta, perfettamente fruibili e senza chissà quali artifici, solo esecuzione perfetta, produzione potentissima e pulitissima (ma non ci aspettavamo certo del lo-fi in questi ambiti, no?) e una presa facile facile, per cui magari ci sarà qualche difficoltà a rimanere impressi nella memoria per molto tempo. È il prezzo da pagare per fraseggi fin troppo diretti: rapidissima gratificazione, poco impegno richiesto nell'ascolto, pertanto scarsa sedimentazione del materiale sonoro.
Rispetto al debut album del 2022, strofe e ritornelli sono un po' meno brillanti, sempre dal punto di vista dell'appeal immediato, e questo penalizza quest'ultimo lavoro, seppur in minima misura. Ne terrò conto nella valutazione finale, ma senza davvero lamentare un crollo verticale di qualità, che rimane sempre alta. Alta, e lo ripeto, per quello che i Nocturna, e Federico Mondelli, propongono: Power Metal sinfonico (una volta forse avremmo usato il termine Gothic Metal!) e radiofonico, e allora se l'obiettivo è questo, e mi sembra palese, visto anche il dispiegamento di belle presenze messo in campo per attrarre l'attenzione - cosa ormai stucchevole e abusata, a dire il vero - non possiamo che siglare il tutto con un buon voto, anche questa volta!
Recensione a cura di Luke Vincent
Voto: 70/100
Tracklist:
1. Burn the Witch
2. Sapphire
3. Noctis Avem
4. Creatures of Darkness
5. Midnight Sun
6. First Disobedience
7. Seven Sins
8. Through the Maze
9. Strangers
10. Last Day on Earth
Line-up:
Antares - Bass
Deimos - Drums
Hedon - Guitars
Rehn Stillnight - Vocals
Grace Darkling - Vocals
Web:
Spotify
YouTube
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