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KERRY KING "From Hell I Rise" (Recensione)


Full-length, Reigning Phoenix Music
(2024)

Allora, se ne sono giĆ  lette e sentite di ogni tipo riguardo questo album e questo progetto. Scartiamo a priori qualsiasi pettegolezzo basato su ascolti parziali e/o distratti. Questo debutto della band di Kerry King apre i culi, senza mezzi termini. Se vogliamo buttarla sul fatto che questo album non aggiunge nulla alla carriera di King o degli altri ottimi musicisti chiamati alla corte del Re allora ĆØ vero, questo disco non inventa nulla, nĆØ tantomeno aggiunge nulla alla carriera di un manipolo di musicisti che semplicemente hanno fatto la storia del metal.

Ma i primi tre pezzi in scaletta, "Diablo", "Residue" e Where I Reign" sono qui a dimostrarci che questi vecchi leoni pestano ancora pesante e che non sono certamente a corto di idee. Ho anche sentito dire che King non sia questo gran chitarrista e che non sia un buon compositore. Onestamente mi chiedo se a volte le persone si sveglino con tutti gli organi funzionanti, soprattutto il cervello, perchĆØ affermare una cosa del genere su un personaggio che ha inventato un genere e che ancora dĆ  lezioni su come si debba suonare, con furia e cattiveria sopraffine...Beh, il tutto mi sembra paradossale.

L'album in questione vede poi come rinati tutti e cinque i musicisti coinvolti. La violenza che aleggia ovunque e la rabbia del cantante Mark Oseguada in un pezzo come "Idle Hands", sono cose genuine. Bostaph picchia a piĆ¹ non posso e le chitarre squartano budella in tutto il disco. Finalmente si sente un disco che trasuda tutta la violenza di cui King ĆØ capace, e ha trovato anche in Phil Demmel un ottimo chitarrista che lo spalleggia, oltre a tutti gli altri. Certo i richiami agli Slayer sono evidenti, perchĆØ qui dentro ci sono 2/4 degli Slayer. Eh sƬ perchĆØ Bostaph ha suonato negli Slayer per piĆ¹ tempo di Lombardo forse...Quindi questo era ovvio aspettarselo. E' anche ovvio che ci sia anche quel groove malato di cui gli Slayer erano maestri, come in un pezzo come "Trophies of the Tyrant" che sembra uscito da "Diabolus In Musica", ma in generale questa band porta a casa un ottimo risultato e un Oseguada cosƬ incazzato e ben calato nel contesto musicale non l'avevo mai sentito, dato che nei Death Angel l'ho sempre sentito un po' frenato.

Quindi di che stiamo parlando? Di un capolavoro forse no, ma di un ottimo album sƬ, sicuramente superiore all'ultimo Slayer e superiore a tanti album thrash che vengono raccomandati come dischi del secolo. Chi mi conosce sa che sono propenso per far crescere nuove realtĆ  e supportarle, perchĆØ loro sono il futuro del metal, ed ĆØ anche quello che faccio personalmente, ma di fronte ad un disco del genere devo solo ammettere l'evidenza. Questi "ragazzi" sono troppo superiori e lo dimostrano appieno in questo "From Hell I Rise". Se siete ancora incerti con quanto avete letto e in generale siete ancora indecisi e/o prevenuti su questo progetto, partite pure dall'ascolto di due mine piene di pezzi di vetro come "Crucifixation" o "Everything I Hate About You". Che vi piaccia o meno, verrete presi a calci nel culo e derisi in modo diabolico da questi signori senza troppi complimenti.
PS: In questo disco aleggia pesantemente l'ombra di un album favoloso, anche se di cover, come "Undisputed Attitude". Che tempi quando uscƬ, penso di aver consumato prima nastro duplicato da amici che poi cd. Uno di quei dischi che mi ha molto influenzato come musicista, essendo io da sempre un amante sia del metal che dell'hardcore/punk. E Oseguada ci sguazza in questo mix tra thrash e hardcore. Come biasimarlo!

Recensione a cura di Sergio Vinci
Voto: 80/100

Tracklist:

1. Diablo 
2. Where I Reign 
3. Residue 
4. Idle Hands 
5. Trophies of the Tyrant 
6. Crucifixation 
7. Tension 
8. Everything I Hate About You 
9. Toxic 
10. Two Fists 
11. Rage 
12. Shrapnel
13. From Hell I Rise

Line-up:
Kyle Sanders - Bass
Paul Bostaph - Drums
Kerry King - Guitars
Phil Demmel - Guitars
Mark Osegueda - Vocals

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