HOUR OF PENANCE "Devotion" (Recensione)
Full-length, Agonia Records
(2024)
Feroce come dovrebbe essere una release di death metal. Brutale nell’approccio. Nichilista nel non lasciare spazi a melodie per un assalto senza compromessi. “Devotion” conferma l’attitudine estrema degli Hour Of Penance, tra le più importanti realtà tricolore di genere. Una produzione chirurgica fa sanguinare le orecchie per l’impatto che genera. Blastati al cardiopalma e continui cambi di tempo mettono in luce la tecnica mostruosa di Giacomo Torti, gran mattatore di un genere che richiede una certa perizia per essere suonata. Non da meno è il riffing articolato e tecnico, su cui il growl assassino di Paolo Pieri vomita tutta la violenza che riesce a sprigionare.
Diciamolo chiaramente, questa non è una musica per deboli di cuore. Qui ci troviamo di fronte ad un approccio nichilista che genera un vortice di violenza, come se non ci fosse un domani. E forse l’unico difetto che si può riscontrare è nella monoliticità di un lavoro che va preso come un corpo unico, e non lascia alcun barlume di luce. Si viene catapultati in un mondo oscuro, in cui gli sporadici inserti di tastiera richiamano certe sonorità black metal per creare un effetto orrorifico e di tensione che non si stempera, ma anzi viene accentuato (“Spiralling Into Decline”).
Qual è il mondo che vogliono rappresentare? Un lontano passato o un imminente futuro? Forse questa musica narra semplicemente l’odierna follia, attraverso un suono che non lascia spazio alla speranza, ma ci mette di fronte alla realtà in modo diretto, senza alcun filtro. Come non restare attoniti di fronte alla violenza di “Devotion For Tyranny”, brano d’apertura e perfetto biglietto da visita per chi si vorrà addentrare dentro questo labirintico mondo, con il rischio di restarne intrappolati, avvolti da una ragnatela di un riffing dinamico, con un suono profondo che potrebbe generare terribili incubi. E la discesa non può che continuare con l’alienante “Parasitic Chain Of Command”, uno degli episodi che più impressionano per compattezza.
Ma è inutile in questa sede fare un resoconto dei singoli brani, come già accennato, questo è un lavoro che va preso nella sua interezza, un monolite che non può essere suddiviso. Gli Hour Of Penance con questo “Devotion” si confermano una band di caratura internazionale. Negli anni non accennano a diminuire il tasso di ferocia, ma anzi oramai consapevoli dei propri mezzi, album dopo album, affinano sempre di più una proposta, che nella sua complessità , risulta essere dannatamente efficace e valida.
Recensione a cura di John Preck
Voto: 80/100
Tracklist:
1. Devotion for Tyranny
2. Parasitic Chain of Command
3. Birthright Abolished
4. Retaliate
5. Breathe the Dust of Their Dead
6. The Morality of Warfare
7. Severance
8. The Ravenous Heralds
9. A Desert Called Peace
10. Spiralling into Decline
Line-up:
Giulio Moschini - Guitars, Songwriting
Paolo Pieri - Vocals, Guitars, Songwriting
Marco Mastrobuono - Bass
Giacomo Torti - Drums
Web:
Bandcamp
Official website
Spotify
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