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NECROPHOBIC "In The Twilight Grey" (Recensione)


Full-length, Century Media Records
(2024)

Ecco tornare dei nomi storici del Black Metal svedese, un genere che per qualche strano motivo, che non ho mai compreso, viene etichettato spesso come Death/Black Metal: ora, per me trovare elementi Death Metal in band come di Dissection, i Naglfar o i Sacramentum è sempre stata impresa ardua. Perfino se la vogliamo mettere sulla variante svedese del Metallo della Morte, quella dei vari Entombed (i primi), i Carnage, gli Unleashed o i Grave, non vedo influenza alcuna con quello che per me rimane, semplicemente, la variante svedese del Metallo Nero. Anche riferimenti al Melodic Death Metal di scuola Göteborg per me son poco sensati, infatti non vedo collegamenti con i vari In Flames (anche qui: i primi!) o Dark Tranquillity. A parte la melodia: ma quella, se conoscete il Metal svedese, sapete che c’è sempre stata, al di là del genere, estremo o meno! Loro sono proprio legati alle sonorità NWOBHM e le riportano un po’ ovunque, quindi anche nel Death così come nel Black Metal. 

Ora, ci sono delle differenze fra lo stile proposto dai vari Marduk, Dark Funeral, Setherial – per citare i più noti – e la progenie dei Dissection, che in effetti ha un apporto melodico più importante al proprio sound, senza perdere mai il taglio affilatissimo della loro proposta. I Necrophobic senza dubbio fanno parte di questa categoria! E infatti cosa abbiamo da aspettarci dalla band fondata, pensate un po’, anche da David “Blackmoon” Parland, che non vi devo ricordare certo chi fosse? Solo tanto Black Metal melodico che funziona benissimo e per me sembra uscito dritto dritto dagli anni ‘90, pur avendo un sound moderno ed evoluto, che però si rivela anche credibile e mai troppo meccanico, iper-prodotto e dai suoni troppo saturi: pulito, preciso, ben definito, perché se vuoi esaltare le melodie non puoi fare altrimenti, ma tutto in linea con i dettami del genere, quindi sì: freddo e feroce. 

Ora, non stiamo parlando di un disco in perenne blast-beat e tremolo-picking, cose che comunque non mancano di certo: ci sono i brani cadenzati, gli ovvi riferimenti all’Heavy Metal classico e anche a certo Thrash Metal. Tutto scorre senza i colpi di genio che potevano regalare i Dawn, i Vinterland o gli stessi Necrophobic agli albori del genere, ma signori: ci sono le melodie, le chitarre armonizzate, e tutto in un contesto comunque estremo: cosa volete di più? Il discorso che ho fatto per i Deicide del loro ultimo “Banished by Sin” lo faccio anche per i Necrophobic: non mi strapperò più i capelli di testa, visto che ne sono rimasti anche pochi, ma ben vengano questi gruppi storici che continuano, imperterriti, a proporre quel Metal con cui siamo cresciuti e che per me rappresenta l’unico modo possibile di concepire, suonare e vivere questa musica. 

Zero compromessi, nessuna concessione al commerciale dato da forma canzone – tutta strofe accattivanti e ritornelli radiofonici - applicata anche a cose che vorrebbero passare per Death Metal più o meno melodico. No, questi signori, ormai tutti cinquantenni, uomini di mezz’età che la scena originale l’hanno vista nascere ed è cresciuta anche grazie a loro, non mi cadono come dei polli che devono fare le “view” e i “like”: gente d’altri tempi, insomma, come chi scrive. Nessun capolavoro, niente di rivoluzionario, nemmeno un nuovo genere uscito dal cilindro: solo Black Metal d’una volta suonato da musicisti navigati con mezzi e produzioni moderne. Non tutte le melodie sono riuscitissime, e alcune sì, sono un po’ generiche, e magari gratificano al primo ascolto, ma forse non dureranno a lungo nella memoria; dopo tutti questi anni, 10 album all’attivo, un po’ si rischia l’effetto “già sentito”, ma non starei a lamentarmi di un prodotto comunque valido e autentico oro colato in tempi come questi: massimo supporto!

Recensione a cura di Luke Vincent
Voto: 75/100

Tracklist:
1. Grace of the Past 
2. Clavis Inferni 
3. As Stars Collide 
4. Stormcrow 
5. Shadows of the Brightest Night
6. Mirrors of a Thousand Lakes 
7. Cast in Stone 
8. Nordanvind 
9. In the Twilight Grey 
10. Ascension (Episode Four)

Line-up:
Joakim Sterner - Drums, Vocals (backing)
Anders Strokirk - Vocals
Sebastian Ramstedt - Guitars (lead), Vocals (backing)
Johan Bergebäck - Guitars (rhythm)
Tobias Cristiansson - Bass

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