GREAT MASTER "Montecristo" (Recensione)
Full-length, Underground Symphony
(2023)
Quando ho visto l’intera discografia di questa band italiana, mi son detto: “oh no! Ancora Power Metal che parla di pirati, basta!”, perché per me quella tematica va bene giusto per i Running Wild, ma poi, forse a partire dagli Alestorm, la cosa m’è diventata così ridanciana, così da cosplay alimentato a rum che mi son dato ad ascolti più seri, avendo io sì il senso dell’ironia, ma piuttosto cupo e poco incline a divertirsi con del Metal che inneggia solo alla sbornia, avendo perfino da ridire allo scadimento in Rock demenziale degli Atroci o dei Nanowar, che sono tutti musicisti in gamba, ma per me il Metal è proprio un’altra cosa, e non deve far ridere come una qualsiasi barzelletta! Mi attirerò molte antipatie per questo, ma sono idee personali, che non mi interessa certo imporre a nessuno: prendetele per quel che sono e valgono!
Qui però abbiamo fatto un passo avanti, che ci libera da quelle tematiche, e ci si lascia influenzare dal romanzo ottocentesco “Il conte di Montecristo” di Alexandre Dumas. Io ho un grave difetto, come ascoltatore e come recensore, di conseguenza: i testi mi interessano relativamente poco! Non mi ci soffermo mai proprio perché vedo la musica come una comunicazione direttamente psico-acustica, quasi indipendente dal messaggio testuale che veicola: questo viene esaltato in quei generi estremi che usano le voci distorte, che potrebbero anche parlare di prati in fiore e nuvolette nel cielo blu, ma risulterebbero comunque angoscianti o ferali. Quindi, a meno che proprio non ci siano testi ricolmi di turpiloquio o di battute da osteria o postribolo, non mi addentro troppo nella questione.
Analizziamo quindi la proposta musicale: un classico Power Metal epico e senza troppo ricorso alle tecniche ereditate dallo Speed Metal, quindi abbiamo un incedere più cadenzato, dal passo solenne e talvolta anche un po’ pesante! Tutto composto, eseguito e prodotto benissimo, senza problemi di sorta in nessun comparto: forse la voce solista è poco incisiva, mi convince relativamente poco, ma meglio un’impostazione più moderata e contenuta come questa che le solite sirene ultra-soniche che risultano anche un po’ stucchevoli. I cori sono potentissimi, e le melodie in generale non saranno proprio tutte riuscitissime o memorabili, ma funzionano nella stragrande maggioranza dei casi, e a noi tanto basta! Purtroppo, ed è una critica che sollevo spesso, il disco dura davvero troppo: un’ora intera e la bellezza di 12 brani più una breve intro! Poi per carità, i singoli episodi sono tutti piuttosto omogenei e di minutaggio più che gestibile, ma rimane davvero tanta, tanta carne al fuoco. Per molti che ormai saranno abituati alle mie recensioni, la questione non si porrà nemmeno, anzi, vedranno l’abbondanza come un pregio, e penseranno che io sia ormai troppo vecchio e bollito per avere una soglia di attenzione adeguata: è possibile, anzi, direi probabile! Per me, a parte gli EP, un album di durata ottimale si estende dai 30 fino ai 40 minuti, proprio 45 al massimo! Poi qualsiasi cosa, anche se ben presentata, diventa indigesta e nauseabonda.
Anche perché, ammesso che avete infarcito tutto di ottime melodie, tutte ben confezionate, come in questo caso, tra l’altro, dovete gestirne una tale quantità che l’ascolto diventa anche un pochino impegnativo e meno gratificante dell’atteso! Però va bene, sono questioni su cui ciascuno può dire la sua, e vale tanto quanto quel che penso io! Quindi, possiamo affermare senza remore che questo è un grande album Power Metal, di quello serio, quindi nessuna sigla da cartone animato più o meno alla Walt Disney e nemmeno i soliti inni alla baldoria o alle peripezie da oktoberfest. Non stiamo inventando niente di nuovo, stiamo solo facendo bene, con mano sicura, un lavoro già collaudato! Niente male!
Recensione a cura di Luke Vincent
Voto: 75 / 100
Tracklist:
1. Le Pharaon
2. Back Home
3. The Left Hand Joke
4. Where the Shame Lives
5. I Am the Master
6. Your Fall Will Come
7. Nest of Stone
8. My Name
9. Man from the East
10. The Weak Point
11. Final Revenge
12. On October 5th (Wait and Hope)
13. Montecristo
Line-up:
Massimo David - Bass
Jahn Carlini - Guitars
Manuel Menin - Guitars
Giorgio Peccenini - Keyboards
Stefano Sbrignadello - Vocals
Denis Novello - Drums
Web:
Bandcamp
Homepage
Spotify
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