UNLEASH THE ARCHERS "Abyss"
Full-length, Napalm Records
(2020)
Ne parlano un po’ tutti, quindi mi unisco al coro: i canadesi Unleash The Archers sono, ad oggi, forse la miglior band Power Metal in circolazione! Approfitto della recensione per il loro ultimo album “Abyss” per trattare in contemporanea anche il predecessore “Apex” del 2017, in quanto i due lavori fanno parte di un unico concept; le differenze fra i due episodi ci sono, ma cercherò di trovare un comune denominatore! Il comune denominatore è l’assoluta qualità: i nostri prendono il Power Metal, lo destrutturano completamente, quindi operano in modo chirurgico per fare l’up-grade che tutti noi aspettavamo da tempo! Scrittura dei brani magistrale: a volte in forma canzone, a volte in struttura narrativo-progressiva, a volte una miscela di entrambe le configurazioni. Voce femminile di Brittney Slayes sugli scudi, quindi potenza, estensione, tessitura ricca e robusta, senza fare il verso alla lirica in salsa metallara come va assai di moda da tempo.
Ma poi abbiamo un mosaico di tante altre cose diverse, messe lì ad arte, tali per cui anche gli accostamenti più arditi non stonano mai! Ci sono i passaggi vocali in growl, abbiamo i blast-beat, abbiamo i riff in tremolo-picking, abbiamo quindi un esplicito rimando al Black Metal in un brano che poi si dirige in direzioni del tutto diverse. Si guarda ora al metal estremo, ora allo Speed Metal o al Thrash Metal, e poi si fa un omaggio agli Iron Maiden, prendendo quella ricetta “della nonna” e portandola davvero ad un altro livello: ma di cosa stiamo parlando? Una rara raffinatezza nel comporre melodie eccezionali: è qui che tanti gruppi Power Metal, anche blasonati, cadono come mosche nel tranello del fraseggio banale o, peggio ancora, del barocco, dell’esotico a tutti i costi e che poi non approda mai a nulla. Ma signori, cosa dire invece di queste mirabolanti progressioni di note, che sanno essere complesse e memorabili al tempo stesso? Tutti i musicisti coinvolti sono all’apice (appunto!) della loro forma, uno stato di grazia che consente loro di allineare due concept album di fila della pachidermica durata di un’ora ciascuno! Una caratteristica che porta tutti, anche i migliori, a sbrodolare dappertutto, a risultare prolissi, a trascinare stancamente l’ascoltatore fino alla fine: quanti ne ho visti esagerare fino alla nausea?
Gli Unleash The Archers invece vincono laddove tutti gli altri falliscono: una lunghissima sequenza di brani tutti validi, tutti di composizione squisita ed esecuzione perfetta! Tutto, ed è tanta roba davvero, funziona nel migliore dei modi: che siano strofe, ritornelli, intermezzi strumentali, assoli, quel che volete voi, non importa, ti ritrovi lì a volerne ancora. Power Metal 2.0, quello che guarda al futuro con idee nuove, che poi sono “solo” concatenazioni, sovrapposizioni, intersezioni di spunti che ritroviamo in tanti altri sotto-generi del Metal: un carico di materiale eterogeneo che i nostri si portano sulle spalle per poi rimontare il tutto in un edificio dalle solide fondamenta e dalle guglie che spiccano tanto in alto quanto arrivano gli acuti di Brittney! Due album, due pezzi da novanta: immaginate qual è il voto?
Recensione a cura di Luke Vincent
Voto: 90/100
Tracklist:
1. Waking Dream
2. Abyss
3. Through Stars
4. Legacy
5. Return to Me
6. Soulbound
7. Faster than Light
8. The Wind That Shapes the Land
9. Carry the Flame
10. Afterlife
Line-up:
Scott Buchanan Drums
Brittney Slayes Vocals
Grant Truesdell Guitars, Vocals
Andrew Saunders Guitars, Vocals (2013-present)
Nick Miller Bass
Web:
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