MORGURTH "Blood Eagle" (Recensione)
Full-length, Ghost Record Label
(2023)
I Morgurth sono una one man band, creatura di Narthang, con sede operativa a Ferrara, ma la latitudine che si respira tra questi solchi pregni di zolfo, rimanda al direttamente al freddo norvegese. La band di recente formazione, nata nel 2020 ed esordendo con “…and then there shall be Silence” nello stesso anno, oggi vede questo secondo lavoro rimarcare con ancora più convinzione le proprie coordinate stilistiche. Siamo al cospetto di un black metal dai toni classici, che guarda con occhio attento agli anni d’oro del genere, spaziando tra ferali blast beat, e tempi medi, i più sfruttati, per creare atmosfere oscure, tetre, che forse devono molto anche alla nebbia impenetrabile che nei mesi più bui sono caratteristica del territorio di provenienza della band (“Winter Night”).
Se si può menzionare una band a cui accostare il sound dei Morgurth, questi sono i norvegesi Kampfar, da cui prendono lo stesso tiro, con strutture mai banali, che puntano a creare ambientazioni diverse, provando a spaziare tra aperture melodiche alternate a ferali attacchi iconoclasti con una voce gracchiante che trasuda malignità (“From The Ice”). Le canzoni mediamente lunghe permettono di sviluppare queste trame sonore senza creare delle limitazioni, ma tenendo solo conto del risultato finale. Elementi viking si inseriscono tra i tessuti sonori, ampliando ulteriormente la proposta e donando una varietà che permette ai brani di espandersi in più direzioni (“Glory and Blood”).
Un suono freddo, figlio di una produzione che guarda agli anni novanta, crea le giuste coordinate per apprezzare al meglio quanto proposto (“Blood Eagle”). Si respirano toni epici in “Ancient Land”, mentre in “The Seer” la materia black metal si fa più densamente oscura. Quest’ultima risulta essere uno dei momenti più interessanti e riusciti dell’intero lotto. I Morgurth riescono nell’obiettivo di tenere accesa la fiamma nera del black metal con un album compatto, ben strutturato, che non apporta novità al genere, ma non credo sia quello l’obiettivo, ma donando una sana dose di atmosfere fredde ed insana attitudine, senza dover compiacere nessuno se non se stessi. E qui viene rispettata l’anima nichilista del black metal più intransigente.
Recensione a cura di John Preck
Voto: 75/100
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