Dodecaphonic Death Metal: DESCENT INTO MAELSTROM (Intervista)
Freschi della pubblicazione del loro terzo album "Dei Consentes", recensito dal nostro John Preck, siamo andati a scoprire questa interessantissima realtà death metal tricolore. Ha risposto alle nostre domande Andrea Bignardi, mastermind del progetto. Buona lettura!
01 - Come è nato un album come "Dei Consentes"?
Inizialmente avrebbe dovuto essere un progetto parallelo a Descent Into Maelstrom, più estremo e tecnico, al quale avrei partecipato solo io (Andrea). Quando per curiosità gli altri ascoltarono Pater, il primo dei pezzi che scrissi, rimasero colpiti e decidemmo quindi di svilupparlo all'interno del progetto principale.
02 – Cosa volete rappresentare con la vostra musica?
Abbiamo sempre voluto rappresentare un'alternativa, anche a discapito della nostra stessa popolarità . Non tanto per "critica" verso la scena o gli altri generi, ma per puro piacere di sperimentare e non darci limiti.
03 – Quali sono le band e le musiche che vi hanno maggiormente ispirato?
Sicuramente gli ultimi Death, i Behemoth, i Septicflesh e i Cynic.
04 – Definite la vostra musica Metal Dodecafonico. Cosa significa? E quali sono le caratteristiche principali che la definiscono?
In breve, significa che, invece di utilizzare una scala in particolare, vengono utilizzate tutte e dodici le note della scala cromatica secondo determinate regole armoniche. Il risultato è una composizione "tesa" che trasmette instabilità . Per quanto in "Dei Consentes" sia stata utilizzata questa tecnica, l'uso più rigoroso della dodecafonia in tutta la nostra discografia è stato applicato all'EP "Gehenna", nel caso siate curiosi.
05 – Tra il vostro precedente lavoro e questo nuovo c'è stata di mezzo la pandemia. Quanto ha influito sulle nuove composizioni?
Moltissimo, i lockdown ci hanno dato modo di sperimentare con ben due EP, "Gehenna" e "Nocturnal Transfiguration". Entrambi questi lavori sono stati propedeutici per "Dei Consentes", sia dal punto di vista compositivo che di produzione musicale e mixing.
06 – Questo è il vostro terzo lavoro. Quali sono le differenze più importanti con i vostri precedenti lavori? Pensate che con "Dei Consentes" avete trovato il giusto equilibrio nella fase compositiva?
"Dei Consentes" è molto più completo e "intenzionale" di "Iconoclasm" (non considero nemmeno il primo album self titled, dato che all'epoca facevamo ancora melodic death). È il frutto di tre anni di studio, impegno e lavoro di squadra, anche con qualche litigata in mezzo. Sicuramente avrebbe rappresentato un nuovo inizio per la band, avrebbe dato l'incipit per tutti i lavori a seguire, ma purtroppo non lo sapremo mai visto che il progetto si concluderà con questo album.
07 – Perché avete intitolato tutte le canzoni in latino? Quali tematiche avete affrontato con questo nuovo album?
Il concept è un lavoro di fantasia, secondo il quale ci siamo immaginati come sarebbero adesso le dodici divinità del "Dei Consentes", ovvero il "Consiglio" delle principali divinità romane, se fossero esistite al giorno d'oggi. Alcune sicuramente sarebbero esaltate, come Marte per via della guerra che divampa in molte parti del mondo, altre distorte e dimenticate come Minerva, che vede il valore della giustizia calpestato e deriso ogni giorno.
08 – State organizzando delle date a supporto di "Dei Consentes"?
Purtroppo no. Come dicevo, per divergenze artistiche e personali, il progetto si ferma con questo album, ognuno di noi si dedicherà a progetti diversi e dubito che in futuro il progetto tornerà attivo.
09 – Infine volete presentare la band ai nostri lettori? Chi sono i Descent Into Maelstrom?
Dunque, possiamo partire con Mattia, il nostro "genio pazzo" con i suoi soli e melodie perfettamente azzeccate che valorizzano il brano al massimo del suo potenziale. Michele "Gawen" al basso, anche se, in pratica, è il nostro secondo solista. In questo lavoro ha sicuramente toccato vette molto alte, l'album è così anche per merito suo. Pietro è il nostro carro armato, con la sua otto corde fornisce una manata aggiuntiva al nostro sound. E poi ci sono io, Andrea, a tirare le fila del progetto occupandomi della maggior parte della stesura dei brani, chitarra ritmica, voce e mixing.
10 – Lascio a voi l'ultima parola…
Un grazie di cuore a Heavy Metal Maniac e a Francesco di Club Inferno per il sostegno e questa intervista. Grazie anche a tutti quelli che ci hanno sostenuto e anche criticato in questi sette anni di vita del progetto, senza di loro avremmo fatto ben poco.
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