Vuoi qui il tuo annuncio? Scrivi a: hmmzine@libero.it

DESCENT INTO MAELSTROM "Dei Consentes" (Recensione)


Full-length, Club Inferno Ent.
(2023)

Il panorama estremo italiano continua a sfornare lavori validi, come questo “Dei Consentes” degli emiliani Descent Into Maelstrom. Questo terzo lavoro giunge a distanza di tre anni dal precedente “Iconoclasm” (recensito su queste pagine) e segna una significativa crescita della band che prende coscienza piena delle proprie capacità tecniche e compositive, giungendo con questo nuovo episodio ad una folgorante maturazione. E’ un album ambizioso questo “Dei Consentes”, composto da dodici canzoni, tutti con titoli in latino, che guarda all’antica storia romana. 

Da un punto di vista strumentale ci troviamo di fronte ad un death metal tecnico, estremo nelle soluzioni, che la band ha nominato metal dodecafonico. Si viene assaliti da subito da una musica brutale e senza respiro, in cui emergono con prepotenza tutte le caratteristiche sonore, tra cui gli innesti ben assestati di sonorità al limite della fusion. Un ruolo centrale rivestono le melodie del basso che creano partiture complesse ed aprono spazi inattesi tra suoni estremi di chitarra (“Cinis et Pulvis”). I Descent Into Maelstrom offrono una musica cripitica, feroce, chiusa nel suo ermetismo sonoro, con un muro impenetrabile di chitarre violente, una batteria al cardiopalma ed un basso folle che crea fraseggi tra armonie e dissonanze. 

La voce disperatamente estrema penetra nella testa come una goccia che cade costante. Psicotici nei fraseggi, dinamici nelle ritmiche, brutali nelle esecuzioni, ecco cosa sono, lasciando poco spazio al respiro (“Abyssus Devorat Terram”). Le aperture dal sapore fusion, con melodie atonali e scale non convenzionali non fanno altro che dimostrare le qualità alte e la ricerca sonora dietro una musica che offre un modo di intendere l’estremo, che va al di là della semplice brutalità (“Amor Sola Rex”). E come non restare colpiti dalla complessità, ma allo stesso tempo, dalla fluidità di un brano come “Infecundus”, uno strumentale in cui la band dimostra tutta la sua lucida follia. 

E’ un viaggio nell’abisso, dentro un vortice di violenza e decadenza, si viene ripetutamente assaliti da un attacco frontale che non concede tregue, con un suono pieno e vario, in cui ogni strumento si ritaglia il proprio spazio e si armonizza con tutti gli altri in un equilibrio sempre precario (“Pater” e “Mater”). Se un brano come “Defloratio Gratiae” mi ricorda certe atmosfere alla Pestilence, brani come “Deus Sol Invictus” e “Silentium” mi fanno tornare in mente un’altra band italiana degli anni novanta che invito a riscoprire, gli Infamia, per quella commistione tra death e fusion così malsana. “Dei Consentes” è un grande album di death metal, personale, folle che invito a scoprire. Ne resterete colpiti!

Recensione a cura di John Preck
Voto: 85/100 

Tracklist:

1. Cinis et Pulvis 
2. Triumphus Falsarius Daemonium 
3. Abyssus Devorat Terram 
4. Infecundus 
5. Pater 
6. Silvarum Patrona 
7. Deus Sol Invictus 
8. Amor Sola Lex 
9. Deus Belli 
10. Silentium 
11. Mater 
12. Defloratio Gratiae

Line-up:
Andrea Bignardi - Everything 
Michele Augello - Bass
Peter Buzzi - Guitars 
Mattia Panunzio - Guitars 

Nessun commento