OBITUARY "Dying Of Everything" (Recensione)
Full-length, Relapse Records
(2023)
Gli Obituary sono una certezza. Quando tornano lo fanno perché hanno qualcosa da dire, e soprattutto da far ascoltare. Il loro death metal continua imperterrito a scolpire sulla roccia riff su riff con quello stile riconoscibile e distinguibile dalla moltitudine. Non ci sono novità di rilievo rispetto al passato ma solo una manciata di canzoni che si producono in sonorità genuinamente estreme. La loro ricetta non cambia ma si evolve e prova a stare al passo con i tempi. Non siamo più a metà anni novanta, i ragazzi sono cresciuti e non hanno più quell’impeto bellicoso che ha contraddistinto capolavori assoluti come “Cause Of Death” o “The End Complete”, ma direi che tutta la quadrilogia iniziale è intoccabile. Oggi gli Obituary sono una band matura che con mestiere e con genuina voglia, continua a produrre dell’ottima musica.
Probabilmente all’interno di un loro lavoro troveremo brani e riff più interessanti da altri forse un po’ derivativi, ma dopo oltre trent’anni sulle scene non ci si può aspettare di più. Loro continuano a suonare pesanti e ad essere maestri di genere, con la loro musica che oscilla tra momenti veloci a rallentamenti grumosi (“Dying Of Everything”), con ritmiche dal groove pesante come un macigno e accelerazioni assassine. Sicuramente i tempi medi sono quelli su cui hanno da sempre incentrato il loro stile, facendo emergere quella pesantezza e quella profondità abissale di grande effetto (“War”).
Le sonorità marziali avvolgono in un lungo viaggio tra le note grumose della spettrale “My Will To Live” per aprire al più classicamente death metal di “By The Dawn” ed essere poi assaliti dalla malsana “Weaponize The Hate”. John Tardy non ha perso un’oncia delle sue capacità vocali e continua ad assaltare con il suo growl acido ed arcigno, facendo alzare la qualità media delle canzoni con una prestazione da fuoriclasse (“Without A Conscience”). Il finale affidato alla lenta e malsana “Be Warned” è un tocco magistrale, con il suo ritmo dall’andamento doom e accompagna alla fine di un viaggio iniziato con l’opener “Barely Alive”, un brano incalzante, potente, ispirato, con una grande linea vocale e con chitarre fuori controllo.
Ecco, questi sono i due brani migliori, agli antipodi come stile e si trovano ad apertura e chiusura delle danze. Gli Obituary hanno fatto l’ennesimo centro della loro lunga carriera, sembrerebbe scontato, ma vi assicuro, scontato non lo è affatto.
Recensione a cura di John Preck
Voto: 78/100
1. Barely Alive
2. The Wrong Time
3. Without a Conscience
4. War
5. Dying of Everything
6. My Will to Live
7. By the Dawn
8. Weaponize the Hate
9. Torn Apart
10. Be Warned
Donald Tardy - Drums
Trevor Peres - Guitars (rhythm)
John Tardy - Vocals, Lyrics
Terry Butler - Bass
Kenny Andrews - Guitars (lead)
Bandcamp
Homepage
Spotify
Nessun commento