GABRIELS: al servizio di Dracula
Conosciamo già Gabriels e la sua musica, già trattata sul nostro sito. Artista poliedrico e con un gusto per certe sonorità neoclassiche ancorate agli anni Ottanta. Anche questa volta è tornato con un concept album intitolato "Dragonblood (Damned Melodies)", incentrato liricamente sul Dracula di Bram Stoker e che è stato recensito dal nostro John Preck QUI. Ecco a voi il resoconto della nostra chiacchierata virtuale. Buona lettura!
1) Ciao Gabriels e benvenuto su Heavymetalmaniac.it. Anche questa volta hai rilasciato un concept album. Ne vogliamo parlare più nel dettaglio?
Gabriels: Ciao ragazzi ma certo, questa volta mi sono preso una pausa dalla saga di Hokuto e mi sono concesso a Dracula. Si lo so è un tema ricorrente ma era una idea che avevo in mente già da parecchi anni e messa nel cassetto...prima o poi avrei dovuto uscirla fuori ed eccola qui. Le scene si riferiscono sia al film del 92 storico sia ai giochi per PC usciti nei primi anni 2000.
2) Parliamo del processo compositivo di questo tuo nuovo album?
Gabriels: Ecco come ho già accennato questa idea è davvero molto vecchia infatti ci sono tracce che ho composto addirittura quando avevo 15/16 anni. Quindi in questo disco direi che c'è davvero tutta la mia crescita compositiva negli ultimi 25 anni.
3) Anche stavolta sono tantissimi gli ospiti coinvolti. In base a cosa li scegli e come mai ti piace optare per questa sorta di line-up "allargata"?
Gabriels: E' ovviamente naturale vista la grande quantità di personaggi che mi tocca affrontare ogni volta. Li scelgo per il timbro vocale. Per Dracula avevo bisogno di una voce molto decisa e cattiva e Leandro Cacoilo è stata una scelta azzeccata, poi per Mina invece una voce lirica angelica molto fine e in Chiara Petrelli ho trovato la soluzione adatta e via via anche con gli altri.
4) La copertina è davvero molto bella e inquietante. Chi l'ha realizzata?
Gabriels: Si è stato il grafico Nello Dell'Omo, ormai molto conosciuto nel nostro ambiente, mi è bastato dirgli cosa volevo in copertina e lui ha creato questo capolavoro molto di impatto devo dire.
5) Possiamo definirti un veterano della scena metal italiana e quindi viene spontaneo chiederti: come hai visto cambiare il metal in Italia durante gli ultimi decenni?
Gabriels: Ah questa è davvero una domanda molto difficile, io credo sia cambiato il pubblico. Una volta mi sembrava che si interessasse sia al mainstream che all'undeground, da un po' di tempo credo non si interessi più molto all'underground poi può darsi che io mi sbagli e lo vorrei infatti.
6) Vogliamo parlare delle tue influenze musicali?
Gabriels: Bhe direi che la prima di tutte è la musica Classica che ho studiato sin da bambino. Sicuramente a seguire direi il mio idolo che tutti sanno essere Yngwie Malmsteen.
7) Pensi che questo nuovo "Dragonblood (Damned Melodies)" avrà altri capitoli dedicati? Te lo chiedo perchè spesso i tuoi concept si sviluppano su più album.
Gabriels: Domanda più che lecita direi ma no, questo è l'unico capitolo che ci sarà. La storia si conclude in questo unico atto. Adesso dovrò invece continuare a lavorare alla saga di Hokuto con il quarto atto che si intitolerà “Five forces”!!!
8) Il tuo sound sembra non aver subito molto l'evoluzione del metal degli ultimi tempi e rimane ancorato grossomodo negli anni Ottanta, il periodo forse più importante per lo sviluppo di quasi tutte le correnti del metal. Pensi che sia giusto ciò che dico? E pensi che in futuro potresti cambiare rotta?
Gabriels: Si credo sia giusto ciò che dici anche se nei miei primi dischi avevo un orientamento più power. Ma ultimamente ho sentito il bisogno di tornare ai temi d'oro quindi, come in passato abbiamo avuto il Neoclassicismo, potremmo definirlo anche questo il Neo80, un ritorno che a me porta tanta nostalgia... di quando davvero si aspirava alla traccia da far diventare storica.
9) A te le ultime parole.
Gabriels: Che dire...grazie mille dello spazio e un ringraziamento a tutti quelli che mi supportano...solo così possiamo continuare a regalarvi la nostra musica.
Intervista a cura di Sergio Vinci
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