MEGADETH "The Sick, the Dying... and the Dead!" (Recensione)
Full-length, Universal Music Group
(2022)
Avere sessantuno anni, suonare thrash metal, essere credibile nel farlo, aver superato brillantemente una malattia pesante, essere qui con il sedicesimo album che suona come deve suonare un album dei Megadeth, questo oggi è il biglietto da visita del signor Mustaine. “The Sick. The Dying…And The Dead” è quello che si aspetta un fan, ed è anche quello che si aspettano i detrattori: suona esattamente come un album del nuovo millennio della band, diciamo da “The World Needs A Hero” in poi, ossia veloce, compatto, pesante e melodico. Al suo interno ritroviamo le ritmiche serrate, il drumming possente, gli assoli di pregevole fattura che da sempre caratterizza i loro momenti migliori. La voce di Dave è sempre più bassa e acida, uguale nella timbrica, ma diversa nella espressività e calza alla perfezione a questa musica. E’ diventata una voce migliore? Peggiore? Direi semplicemente diversa.
Quello che colpisce da subito sono il riffing ispirato, l’energia profusa e il dinamismo ritmico. Ovviamente non parliamo del nuovo “Rust In Peace”, ma di un lavoro che si difende bene, segue la scia del precedente “Dystopia”, ne allunga il minutaggio, presentando ben dodici canzoni. Questo fa perdere un po’ di compattezza rispetto al precedente lavoro, ma allo stesso tempo fa emergere tutte le influenze della loro discografia. Oggi il buon Mustaine non deve dimostrare più niente e si può permettere di far passare sei anni dalla precedente uscita. Ad accompagnarlo ci sono dei musicisti che non hanno bisogno di presentazioni, con l’ultimo arrivato, un certo di Steve Digiorgio, in sostituzione dello storico David Ellefson, di nuovo fuori e credo questa volta in modo definitivo.
Il trittico iniziale è una mazzata thrash metal brutale nel suo impatto, che ci ricorda i migliori Megadeth. Ma oggi la band è anche altro. A cavallo tra i ritmi sincopati e le accelerazioni, con i riff articolati alla “Countdown to Exinction” abbiamo i brani più complessi come “Dogs Of Chernobyl” e “Soldier On!”. A questi si alternano momenti e melodie più accessibili che possono ricordare il sound di album come “Th1rt3en”. E’ il caso di brani come “Sacrifice” e “Junkie” che troviamo nella parte centrale. E come non sentire in “Killing Time” quell’evoluzione che portò la band a metà anni novanta a sfornare quel capolavoro a nome “Youthanasia”. Il riffing portante dannatamente old school di “Celebutante” ci fa tornare direttamente agli anni ottanta! Al contrario la successiva “Mission To Mars” ci porta ad un suono moderno e hard rock, (qualcuno ha detto “Cryptic Writings”?) in uno dei momenti vocali migliori. E si chiude in bellezza con un bel thrash finale “We’ll Be Back”, veloce, diretto, cattivo al punto giusto. I Megadeth con questa line up sono una band stellare, nonché una perfetta macchina da guerra, solida e compatta. Con “The Sick. The Dying…And The Dead” hanno tenuto alto il proprio nome anche questa volta e non si può che dire: grazie Dave!
Recensione a cura di John Preck
Voto 80/100
1. The Sick, the Dying... and the Dead!
2. Life in Hell
3. Night Stalkers
4. Dogs of Chernobyl
5. Sacrifice
6. Junkie
7. Psychopathy
8. Killing Time
9. Soldier On!
10. Célebutante
11. Mission to Mars
12. We'll Be Back
Line-up:
Dirk Verbeuren - Drums,
Dave Mustaine - Guitars, Vocals (lead)
Kiko Loureiro - Guitars, Vocals (backing)
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