MALAURIU "Malauriu" (Recensione)
Full-length, Nero Corvino
(2022)
I due profeti del malaugurio siculo che rispondono agli pseudonimi di Asmodeus Schizoid e Felis Catus, cocchieri da ormai quasi un decennio dell'insano e maligno progetto originario di Sciacca Malauriu, rappresentano senza ombra di dubbio una delle band più interessanti della Trinacria e più in generale dell'Italia più nera e intrisa di occulto, che non smette di stupire lavoro dopo lavoro. L'ultima loro fatica omonima, appena uscita sotto l'etichetta nostrana Nero Corvino, è uno specchio dell'evoluzione stilistica e concettuale della creazione di Schizoid, già membro degli Ossario, portata all'estremo in questo secondo album in studio che abbandona completamente le radici black metal degli esordi incontro alla pura sperimentazione, in cui la componente esoterica e orrorifica la fa da padrona, partorendo oltre quarantacinque minuti suddivisi in quattro tracce di lugubri melodie acustiche, inquietanti litanie, sinfonie ambient dai forti richiami psichedelici e una voce narrante affidata a Nequam dei piemontesi The Magic Way nonchè ex-Mortuary Drape, che racconta un viaggio ritualistico e oscuro all'interno di quel mondo arcaico e affascinante che è l'alchimia, antica madre delle scienze occulte.
Le chitarre di Schizoid definiscono armonie gelide e angoscianti, talvolta sussurrate come se provenissero da un'altra dimensione, accarezzate da soffici e tremanti percussioni che rendono l'atmosfera del lavoro claustrofobica; le tastiere di Felis Catus dominano la scena, descrivendo un crescendo tensivo e logorante tra tragicità, malessere e spiritualità, in cui si oltrepassano le frontiere dell'avanguardia per raccontare il cambiamento che è il motore del rituale alchemico del concept, in quanto separazione tra fluido e materia come mezzo per annullare il pensiero nel divenire spirito e raggiungere l'oltretomba, nonchè allegoria del radicale mutamento intrapreso dai due di Agrigento in questo sconcertante secondo opus. La voce penetrante e abissale dell'ospite Nequam descrive passo dopo passo l'evolversi della pratica divinatoria, presentando la figura del Maestro in un'atmosfera dissonante e spaventosa, pregna di carica esoterica ed occulta.
Ad aprire le danze troviamo il brano "Morto Era l'Oro", undici minuti di ambient/noise disturbante e dai richiami psichedelici, passaggi di elettronica e space e il recitato quasi filosofico di Nequam, su cui si odono riecheggiare antiche nenie in lontananza, dai sapori occulti; l'arpeggio lugubre di Schizoid introduce il singolo "Corpo-Tempio", seguìto da preghiere corali e da un sottofondo terrificante tra melodie sinistre e logoranti synth che anticipano un finale di grida disturbanti e lamenti liturgici. Il concept avanza verso la descrizione del rituale alchemico nella successiva e ben più lunga "Specula", quasi dodici minuti di dark ambient dalle vaghe eco folk tradizionali, sinfonie oniriche e un arpeggio a dir poco sinistro, che si apre a note di xilofono e ad un finale pregno di angoscia; la conclusiva "L'Oro S'è Fatto" narra dell'avvenuta trasmutazione alchemica attraverso sonorità più raffinate e sognanti, quasi poetiche, che avvolgono l'ascoltatore in un crescendo di estasi e di totale abbandono sensoriale, nel torpore della ragione che è il solo veicolo possibile verso la ricerca della conoscenza occulta e del sapere esoterico. "Malauriu" esce a due anni di distanza dall'EP "Postmortem" e a cinque dal debut album "Semper Ad Mortem Cogitantis", che con il suo black metal old-school maligno e diabolico sembra raccontare un'epoca assai remota della breve ma sostanziosa discografia del duo di Sciacca, che in nove anni ha saputo abbattere ogni barriera sonora e stilistica senza porsi limite alcuno; una ventina di uscite ufficiali, tra EP, demo e molti split album (l'ultimo con i Malvento e gli Abigail dello scorso anno, il più bello forse "Teschi Ossa Morte" con Vultur, Infèren e À Rèpit) hanno raccontato una storia intrisa di malvagità, oscurità e tradizione che in questo nuovo lavoro ha incontrato la sua forma più estrema e disturbante.
In questi quarantacinque minuti c'è tutta la follia dei Malauriu, qui in una veste esoterica a dir poco sconcertante, carica di angoscia e di tormento, nel suo raccontare un viaggio introspettivo che chiunque dovrebbe intraprendere nel corso della propria vita, spogliando se stesso dagli inganni della coscienza per abbracciare l'abisso e in esso perdersi per poi ritrovarsi, caricato di una nuova e ancor più definita spiritualità.
Alessandro Pineschi
Voto: 75/100
1. Morto Era L'Oro
2. Corpo Tempio
3. Specula
4. L'Oro S'è Fatto
Bandcamp
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