DEATHHAMMER "Electric Warfare" (Recensione)
Full-length, Hells Headbangers Records
(2022)
Sono sporchi, sono marci, sono terribilmente e fottutamente old school questi norvegesi Deathhammer. Old school nell’immagine, nel suono, nel riffing, nel sound. Se non sapessi che “Electric Warfare” è un album uscito nel 2022, potrei tranquillamente scambiarlo per un lavoro pubblicato nel 1986 o giù di lì. Ma cosa, e come suonano questi Deathhammer? Loro dicono di suonare blackthrash, ma a mio parere quello proposto è uno speed metal veloce, spietato, con tanto di voci acute - vi dicono niente gli Agent Steel? – alternate ad una voce più aspra e graffiante.
Ritmiche al cardiopalma su un riffing grezzo e mai particolarmente tecnico, ma che anzi si lascia trascinare da un’anima molto punk. Ed è quando i ritmi rallentano che subentrano cavalcate più propriamente heavy metal, proprio di quell’ heavy metal dei primi anni ottanta. Un pezzo esemplificativo può essere la lunga e dinamica “Crushing The Pearly Gates”. E’ vero c’è pure quell’anima black’n’roll che li accompagna. Sentire la veloce “Enter The Morbid”. “Electric Warfare” è composta da dieci tracce dinamitarde di durata varia, che passano dalla breve e veloce “Savage Aggressor” alle cavalcate come la lunga e più complessa “Return To Sodom/Soldiers Of Darkness” che alterna sfuriate speed a rallentamenti per un brano altamente dinamico. E’ sicuramente nelle canzoni più veloci e spietate che i nostri danno il meglio, con momenti estremi in cui emergono accenni anche di blast beat come nella feroce “Thirst For Ritual”.
Lo speed metal è anche la base su cui poggia “Rapid Violence” con cenni thrash metal, il primo, quello più grezzo, per uno dei momenti migliori di questo lavoro. L’inizio lento ed epico di “Throw To The Abyss”, ci inganna perché poi la velocità prende il sopravvento e ritroviamo di fronte ad una nuova fottuta canzone lunga e dannatamente marcia. Il finale è affidato alla più thrash dei brani proposti, “Violent Age of Bloodshed” che alterna sfuriate, acuti, a ritmiche più complesse. “Electric Warfare” è un album che vive in tutto e per tutto nel passato, ma lo fa in modo convincente. Per tutti gli amanti dello speed metal, di quello grezzo e aggressivo degli anni ottanta questi Deathhammer potrebbero essere una gradita sorpresa.
John Preck
Voto: 72/100
Tracklist:
1. Savage Aggressor 2. Crushing the Pearly Gates
3. Enter the Morbid
4. Return to Sodom/Soldiers of Darkness
5. Rapid Violence
6. Thirst for Ritual
7. Thrown to the Abyss
8. Violent Age of Bloodshed
Sergeant Salsten - Bass, Guitars, Vocals
Sadomancer - Drums, Guitars, Vocals (backing)
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