Riscoprendo l'antica Roma: HESPERIA (Intervista)
Hesperia, un nome che nel black metal italiano si è fatto largo con album di qualità e una certa propensione per soluzioni musicali tutt'altro che banali. Anche il concept lirico, sempre più incentrato sulla tradizione dei Romani e della nascita del loro impero e di vicende legate ad esso, ha in sè qualcosa di affascinante. Abbiamo recensito positivamente l'ultimo album di questa creatura QUI, e ora siamo andati ad intervistare Hesperus, tuttofare di questo progetto. Buona lettura!
01 – Ciao Hesperus! Parliamo della storia del tuo progetto musicale dagli inizi ad oggi.
AVE! Inizialmente suonavo il basso con la black metal band italiana Sulphuria, e questo dal '92 fino al '97 quando decisi di creare questo mio progetto oneman band e dargli il nome Hesperia, uno dei nomi antichi dell'Italia. I greci infatti chiamavano la nostre terra, la terra della sera poichè situata ad occidente; erano le terre dove il sole moriva, tramontava, era la terra della sera e dell'oscurità. Questo conciliava perfettamente il mio intento di suonare il genere oscuro per eccellenza (il black), con l'altro mio intento di creare una concept band incentrata sulla cultura italica, parlando delle epoche della nostra penisola partendo dal periodo preromano, trattato attraverso l'Eneide, il poema sacro Romano scritto da Virgilio per celebrare le origini dell'imperatore Augusto e di Roma stessa. Inizialmente il genere doveva essere qualcosa di simile ai primi Satyricon e ai Bathory di Hammerheart, ma poi nel comporrre e nel musicare materiale dell'Eneide ho trovato troppo strette quelle influenze di partenza e il risultato in termini di suono è stato qualcosa di parecchio eterogeneo e vario, con diverse influenze (teatro, ambient, letteratura, metal classico, noise, ecc.). Dopo aver sviluppato l'Eneide in una tetralogia di album, sono passato all'epoca romana trattata negli ultimi due album: Roma vol. I, il volume dell'aquila, come monografia e rock opera dedicata a Cesare, più vicina metal classico, epic, e rock identitario; e l'ultimo Roma vol. II, il volume del lupo, dedicato ai sette secoli di guerre che vanno dalla fondazione di Roma alla creazione dell'Impero, con i fatto più salienti (per questo un album più ferale, estremo, e black metal).
02 – Come nasce un tuo brano e come avviene il processo compositivo?
Dipende dagli album. Nel primo (Aeneidos pars. I) la composizione era molto aperta, per scene, molto basata sull'improvvisazione mano a mano che avanzava la storia, e tutto era basato sui suoni di basso (su quell'album non vi sono chitarre nè tastiere) e le effettazioni bassistiche più disparate, tanto da sostituire chitarre e tastiere. Nei 5 album successivi il discorso è cambiato, ed il brano veniva composto con la chitarra unplugged prima di registrare, e una volta creati tutti i brani passavo alla registrazione e all'arrangiamento degli altri strumeti con le dovute variazioni delle composizioni iniziali. Per l'ultimo album il discorso è stato invece differente e sono tornato per certi versi alle orgini, infatti il tutto è stato creato facendo ampio uso dell'improvvisazione, iniziando a registrare senza avere praticamente nessun brano pronto. La genesi dei brani è avvenuta lasciando spazio al dialogo compositivo tra tutti gli strumenti, l'orchestra ecc, cercando di ragionare non come un chitarrista o un bassista ma come una band di vari membri che creano gradualmente i brani interagendo tra loro con i propri strumenti, o come un compositore inteso in senso più vasto del solo chitarrista.
03 – Come nasce il tuo ultimo album? Quanto tempo hai impiegato per realizzarlo?
Come ti dicevo prima, la genesi dell'ultimo album ha ampiamente fatto uso dell'improvvisazione registrando e componendo allo stesso tempo, e questo ha richiesto un tempo di gestazione più lungo del solito (circa tre anni). A volte iniziavo con l'orchestra con composizioni che non mi sarebbero venute in mente improvvisando con la sola chitarra, altre volte con la batteria, con ritmi particolari e tempi dispari abbastanza complessi che predominano in questo album. Altre volte partendo in maniera più tradizionale con riff di chitarra, usando stavolta una 7 corde con pickup attivi (solitamente per i precedenti usavo una 6 corde con pickup passivi) accordata in Drop-A. Prima di tutto questo c'è stata una lunga fase di meticolosa pre-produzione con la selezione accurata degli strumenti, dei software, delle corde, con la ricerca dei suoni, e questa fase ha avuto la durata di ben 3-4 mesi. Il tocco finale è stato lo stem mastering presso lo studio francese di Patric Guiraud: il Wolfsangel Studio (Arkhon Infaustus, In the Woods, Nordjevel, Ad Hominem, Hegemon, ecc...) che ha dato all'album una confezione sonora piuttosto internazionale e più raffinata dei predecessori.
04 - Quali sono stati i tuoi primi ascolti e quali sono ancora gli artisti che ti influenzano?
Iniziai da adolescente con Queen e Deep Purple, ma poi è arrivata la primissima enorme influenza: gli Iron Maiden, in tempi nei quali erano usciti solo i primi 7 album, che sono i soli che attualmente ancora amo. Dopo di che tutto il metal anni 80 e vari sottogeneri, in particolare Mercyful Fate/King Diamond, W.A.S.P., Savatage, Hellhammer/Celtic Frost, Bathory, Manowar, Motorhead, Dio, Possessed, Death, Running Wild, Cacophony, la N.W.O.B.H.M o l'Hard n Heavy anni 70 come Black Sabbath e Rainbow. Poi anche il progressive rock (Genesis, King Crimson, ecc), soprattutto italiano: Area, PFM, Banco, Goblin, ecc. Nei primi 90 il metal stava subendo un periodo di stanca e soprattutto il death e il settore estremo si stavano inflazionando, quindi per me l'ondata black metal norvegese fu una ventata di aria fresca (del nord), in particolare Satyricon e Immortal. Seguo da sempre il black metal, e nonostante sia chiaramente un sottogenere del metal, lo considero un po' come una cosa a parte. Non posso però fare a meno di notare che la stessa sorte che toccò al death o al metal dei primi 90 è toccata poi anche la black metal. Il black che nacque come reazione al troppo ibridismo, avanguardismo e svuotamento del genere death rispetto all'oscurità delle origini, per certi versi oggi ha creato delle correnti che hanno perso quello spirito vitale originario. In effetti il black naque come genere regressivo, uno spostare la lancetta del tempo sui primi anni '80, cerone, borchie, musica oscura e viscerale, tematiche oscure. Poi anche al black metal è successo qualcosa che lo ha spostato su lidi avanguardistici che io personalmente non amo particolarmente; quando dico avanguardistici parlando di black metal o metal in generale non intendo il fatto di avere diverse influenze o creare qualcosa di personale (o fare raw black, sympho bm piuttosto che pagan bm, ecc; perchè del resto sono io il primo a non suonare un genere standard) ma intendo quella sorta di sperimentazione piuttosto vuota e lontana dallo spirito delle origini, che finisce per far perdere quei peculiari elementi di interesse (o clichè che individuano il genere se vogliamo), per me fondamentali e irrinunciabili per i quali seguivo e seguo il genere.
05 - Cosa ne pensi della scena metal italiana e come è cambiata per te nel tempo?
La scena italiana è maturata moltissimo negli anni. E' vero che l'Italia parte sempre un po' in ritardo se parliamo di rock e metal, e inizia a muovere i primi passi per imitazione, ma poi arriva il momento in cui emergono delle caratteristiche peculiari, e penso proprio che i tempi siano maturi per poter dire che non abbiamo più niente da invidiare all'ormai dozzinale Scandinavia ad esempio. Gli ultimi baluardi del nord li troviamo a mio parere in Finlandia, e se devo dire la mia, la Finlandia degli ultimi 15 anni ha partorito davvero album bm di gran lunga superiori a quelli che escono ultimamente in Norvegia e Svezia; tuttavia anche lì si iniziano a sentire delle battute di arresto, e il passo verso la sterilità e le uscite mediocri è breve. Se le band italiane giocano bene le loro carte il futuro della scena è nostro. Purtroppo è anche vero che gli artisti metal italiani devono scontrarsi con realtà sociali della vita di tutti i giorni ben meno rosee di quelle dei paesi del nord. Un musicista italiano non può permettersi il lusso di fare musica a tempo pieno, perchè per vivere deve fare un lavoro che occupa gran parte della sua giornata, e questa è una discriminante che per molto tempo ha contribuito a far si che dal nord uscissero prodotti di gran lunga più professionali. Ovviamente in questa analisi andrebbero inseriti anche altri fattori, come la dilagante esterofilia dell'ascoltatore medio italiano, la cultura di massa dell'Italia profondamente distante da certi stilemi del mondo del rock (basti vedere il fatto che un gruppo di rock dozzinale che vince San Remo desta scalpore e novità, quando l'Inghilterra negli anni '70 aveva i Black Sabbath....assurdo).
06 – Come sono stati i riscontri della critica finora per questo tuo nuovo album?
Direi ottimi, poichè non vi è stato nelle recensioni nessun punteggio inferiore agli 8/10 o 80/100 (numericamente, quantitativamente parlando) e l'album è finito nelle preferenze di alcuni redattori di portali noti, o meglio in 5 top 10 degli album migliori del 2021.
07 – Come promuoverai questo album? Pensi che la pandemia possa influire in questo?
Purtroppo la pandemia ha già influito su questo. Infatti la label che ha rilasciato il CD (la Hidden Marly Production, sublabel della Zero Dimensional Records) è giapponese, e il Giappone da Ottobre ha bloccato la posta aerea in uscita per i normali servizi postali verso l'Italia e altri paesi occidentali. Questo sta rallentando (se non bloccando) la distribuzione e i trade verso i distro e i negozi occidentali e italiani, pesando sulla reperibilità dell'album (che può comunque essere acquistato presso alcune piattaforme online, ma meno diffusamente dei predecessori). Questo ovviamente non influisce sulla distribuzione del digitale.
08 - Credi che porterai il tuo album in sede live. E come ti muoverai?
Sinceramente a volte ho pensato a creare qualcosa di unico, di teatrale e spettacolare come dici tu nella tua video recensione. Per me il metal non è come il punk o il rock, non è da live jeans e maglietta; nel metal (e nel black con esso), il live se proprio deve esserci deve essere una messa in scena teatrale con costumi e scenografie, o persino un rituale (a questo proposito consiglio la lettora di "Rock duro anti-sistema. Heavy metal, tradizione e ribellione" di L.L. Rimbotti); tuttavia vedo il metal anche in maniera intimista e introspettiva (soprattuto il black), fatto di un ascoltatore e i suoi dischi che gli permettono di fare viaggi mentali infinitamente più stimolanti per me di qualsiasi ammassamento di folle per vedere una band sotto un palco. Quindi per tirare le somme, non so se Hesperia vedrà mai l'aspetto live.
09 - Come è possibile acquistare il tuo album?
Attualmente sono reperibili anche presso di me le ultime copie di un secondo restock che ordinai alla label a settembre appena finite le mie prime copie (tramite il contatto di persona o https://hesperia.bandcamp.com/). Per il resto il CD è reperibile sulle maggiori piattaforme note a tutti come Ebay o discogs. Come dicevo prima, il problema della pandemia sta ritardando la distribuzione in occidente da parte della label giapponese Hidden Marly. Durante questo anno uscirà l'album in vinile per l'olandese Doc-Records in 300 copie e tre versioni: 100x vinile nero+100x vinile bianco marmorizzato+100x vinile oro marmorizzato. L'album in digitale invece è reperibile per lo streaming e il download su tutte le maggiori piattaforme mondiali (Spotify, Amazon, Soundcloud, Bandcamp, Deezer, Napster, Apple, ecc...).
10 – A te l’ultima parola! Un saluto!
Grazie a te Sergio ed Alessandro per le recensioni e allo staff di Heavymetalmaniac.it; agli ascoltatori del metal e del black: supportate la scena in Italia perchè oggi ci sono band sempre più interessanti che non hanno assolutamente nulla da invidiare al resto dell'Europa e del mondo, anzi...
Saluti Italici e Romani!
Hesperus
Intervista a cura di Sergio Vinci
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