HESPERIA "Roma Vol. II" (Recensione)
Full-length, Hidden Marly Production
(2021)
Otto secoli di storia, riuniti in otto epici inni che raccolgono le trame dell'antica Roma a partire dalla sua fondazione fino alla costituzione del suo meraviglioso Impero: questo è ciò che compone "Roma Vol. II", settimo album in studio dello storico progetto marchigiano Hesperia, fondato da Hesperus nel lontano 1997 e instancabile narratore delle vicende dell'epoca romana attraverso una serie di concept che ne hanno ricalcato i passi fin dai suoi primordi. Tutto è cominciato dopo l'abbandono dei Sulphuria da parte di Hesperus, allora conosciuto con lo pseudonimo Ritus Tenebrarum, che quasi venticinque anni or sono diede vita alla sua personale creazione, Hesperia, prendendo il nome dall'antica denominazione dell'Italia adottata dai Greci, dal significato di "Terra della sera"; l'epiteto, che il mito attribuisce al mitologico sovrano Hesperus, trae origine da Espero, appellativo serale della stella Venere, situata nell'Occidente del cielo ellenico. La demo di debutto "The Return of an Archaic Civilisation" schiuse un'ampia discografia che proseguì nella saga in quattro capitoli "Aeneidos Metalli Apotheosis", pubblicata tra il 2003 e il 2015 e ispirata all'epoca pre-romana descritta da Virgilio nella sua "Eneide", nonchè dimostrazione della grande varietà di stili del progetto di Hesperus, che dagli esordi grezzi e distorti di soli basso e batteria è riuscito a proporre una brillante fusione di black metal sinfonico, progressive rock, archeo-ambient, musica sperimentale, folk e musica lirica, in modo da fornire una perfetta rappresentazione della sua particolare idea di musica, da lui stesso rinominata "Heperian Metal".
La successiva monografia del 2017 sulla figura di Giulio Cesare "Caesar", rock-opera a cavallo tra heavy metal, rock psichedelico, alternative metal e metal sperimentale, costituisce il primo volume dedicato alla città eterna, seguito a quattro anni di distanza dall'atteso ed acclamato "Roma. Vol. II". Il settimo lavoro sulla lunga distanza di Hesperia, uscito lo scorso settembre sotto l'etichetta giapponese Hidden Marly Production al termine di una gestazione lunga quattro anni, denota una forte connazione symphonic black metal unita a componenti ambient e celtic folk tradizionale, ad omaggiare popoli quali Etruschi, Sanniti, Galli e Cartaginesi. Hesperus si avvale per la seconda volta consecutiva della consulenza in ambito di pronuncia del latino arcaico di Andrea Versecchia, autore del libro "I Miti Italici", a dimostrazione della sua accortezza nel definire ogni aspetto del lavoro; è infatti con una parte recitata in latino e accompagnata da un arpeggio tradizionale che si apre la lunga intro "Lupa Capitolina / Roma 753 A.E.V.", che si apre con il ritrovamento dei gemelli Romolo e Remo per mano di una lupa. I due pargoli, che il mito vuole figli di Marte e di Rea Silvia, si scontrano in un violento conflitto al termine del quale Remo viene ucciso dal fratello, che il 21 di aprile dell'anno 753 a.C. fonda la città di Roma sul colle Palatino, dando inizio alla gloriosa storia della Capitale; la trama del brano si sviluppa attraverso passaggi ambient intervallati da riff di chitarra dai richiami epici, per poi esplodere nella furia di un black/doom metal old-school su cui le chitarre di Hesperus assumono talvolta tonalità funeree per poi adagiarsi in altri frangenti in momenti acustici dalle eco epic/folk. "Romanvm Regnvm" è una suite dedicata ai sette re di Roma che si apre con il regno pacifico di Romolo condiviso con gli antichi nemici sabini di Tito Tazio, per poi chiudersi con quello spietato e violento dell'etrusco Tarquino il Superbo; il brano è caratterizzato da un black metal sinfonico dalle eco trionfali e dal cantato solenne che alterna passaggi acustici, accelerazioni blackened death e assoli melodici a maestose parti armoniche, per poi concludersi con una sinfonia barocca che sancisce la fine della monarchia romana e l'inizio della caotica fase repubblicana.
Il viaggio verso l'Impero prosegue con la suite guerresca "Romana Italia", che racconta due secoli di battaglie tra Roma e i popoli italici a partire dalla vittoria del console romano Postumio sui latini del dittatore Ottavio Mamilio e del deposto re Tarquinio il Superbo nella battaglia del lago Regillo, divenuta mito in seguito all'apparizione in sostegno delle forze romane dei Dioscuri Castore e Polluce, i giovani guerrieri figli di Zeus. La cronologia del brano continua con la lunga guerra contro gli etruschi, dal conflitto tra il re etrusco Lars Porsenna e l'aristocratico romano Muzio Scevola fino alla battaglia del lago Vadimone, che decreta il dominio di Roma sull'intera Etruria; si narra poi delle tre guerre contro i Sanniti, vittoriosi nell'epocale battaglia delle Forche Caudine in cui le legioni romane subiscono l'umiliazione del passaggio sotto i gioghi ma definitivamente sconfitti nella battaglia di Aquilonia. La conclusiva battaglia della nazioni vede i Romani alleati dei Piceni sconfiggere le forze unite di Galli, Etruschi, Sanniti e Umbri e stabilire l'inizio della loro egemonia; musicalmente il brano alterna la ferocia di un blackened death metal tecnico e melodico a passaggi orechestrali epici, tributando i popoli sconfitti con sinfonie tradizionali celtic folk.
La strumentale dai sapori celtici "Clades Gallica" ("Sconfitta gallica") chiude la prima metà della track-list in un crescendo sinfonico dall'introduzione orchestrale all'intermezzo acustico folkeggiante fino alla veemenza di un black/folk serrato dalle eco progressive; l'evoluzione sonora ricalca la trama del brano, inizialmente incentrato sul sacco di Roma e la devastazione della città da parte dei Galli Senoni di Brenno e concluso con la sconfitta degli stessi per mano dell'esercito romano, sempre più dominatore assoluto dell'Italia antica. "Carthago" segnala l'ennesimo trionfo del nascente Impero a danno dei Cartaginesi, sconfitti nelle tre guerre puniche nonostante le vittorie nelle battaglie del lago Trasimeno e di Canne nonchè la celebre traversata delle Alpi con gli elefanti da parte di Annibale, che cede infine all'assedio di Scipione l'Africano facendo scomparire Cartagine dal globo terrestre ("Carthago Delenda Est"); il brano rappresenta una suite in sei parti aperta da cori maestosi e sinfonie trionfali e costituita da una serie di accelerazioni melodic black metal, intervallate da un passaggio ambient e da armonie tradizionali etniche con tanto di scala nord-africana, ad omaggiare ancora una volta gli sconfitti. A seguire troviamo "Spartacus", dedicata al celebre gladiatore che guidò la rivolta degli schiavi contro Roma nella terza guerra servile, nonchè personaggio di grandissima importanza storica; il brano, l'unico cantato interamente in italiano dell'album, è un tributo al rock/metal identitario caratterizzato da armonie di chitarra folkeggianti e orecchiabili e da un cantato in clean epico e solenne, con una scala esatonale Prometheus volta a ricalcare il titanismo di Spartaco. "Trivmviratvs II" narra del secondo triumvirato tra Antonio, Ottaviano e Lepido che anticipa la fondazione dell'Impero, con la vittoria del primo e il suicidio del secondo e di Cleopatra, alternando accelerazioni melodic black a intervalli sinfonici e acustici fino alla tragica conclusione orchestrale.
Il secondo concept di Hesperia sull'antica Roma si chiude con la lunga suite arricchita di outro "Romavm Imperivm / Saturnia Regna", oltre dieci minuti incentrati sulla nascita dell'Impero Romano ad opera dell'Imperatore Cesare Ottaviano Augusto datata 27 a.C., ripristino dell'età dell'oro dell'arcaico regno del dio Saturno; il brano si compone di un'introduzione sinfonica recitata che schiude la violenza del blast-beat e del riffing serrato di Hesperus, che si ben destreggia prima in un cantato in clean solenne ed epico e poi in un assolo rockeggiante, che assume nel finale influenze technical black metal di ottimo livello, ad anticipare la armonie orchestrali dell'outro. Qui termina il viaggio nella storia dell'epoca romana che precede la costituzione del suo lungo e glorioso Impero, a cui sicuramente Hesperus darà seguito, definendo un altro grande passo della sua evoluzione stilistica, musicale e concettuale. "Roma Vol. II" è la conferma della versatilità artistica del polistrumentista maceratese, che mostra in tutti i cinquantacinque minuti di durata del lavoro la sua capacità di alternare la maestosità delle sue sinfonie con la ferocia di un black metal mai banale e sempre arricchito di soluzioni compositive e strumentali innovative, anche se dai sapori tradizionali e dunque, in un certo senso, "regressive"; il mastermind si adopera in soluzioni musicali che ricalcano perfettamente le tematiche dai brani, tributando il pagan black metal da cui la sua musica trae origine e ricordando le tradizioni dell'arcaica Itala, tra passaggi acustici ed armonici, chitarre in synth, sinfonie orchestrali, effetti ambient e tocchi di musica tradizionale. Poco c'è da aggiungere riguardo a questo lavoro, che dalla prima all'ultima nota risuona delle eco mai assopite della nostra gloriosa storia, costruita su battaglie, trionfi e sconfitte, macchiata dal sangue e dalla violenza ma destinata a rimanere attaccata alle nostre radici, come espressione di ciò che fummo e di ciò che adesso siamo: italici, o, se vogliamo, hesperiani.
Recensore: Alessandro Pineschi
Voto: 82/100
1. Lupa Capitolina / Roma 753 A.E.V.
2. Romanvm Regnvm
3. Romana Italia
4. Clades Galicia
5. Carthago
6. Spartacvs
7. Trivmvitatvs II
8. Romanvm Imperivm / Satvrnia Regna
Line-up:
Hesperus - Vocals, All instruments
Bandcamp
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