THE QUILL "The Quill" (Recensione)
Full-length, Megarock Records
(1995)
A pochi mesi dalla mia recensione dell’ultimo, ottimo “Earthrise”, mi sono ritrovato ad ascoltare l’esordio omonimo dei The Quill dopo tanto tempo, ed a constatarne la sua genuinità. Con la mente torno a quel 1995, distante anni luce dall’interattività odierna, in cui l’unico modo che si aveva per scoprire ed interessarsi a nuove uscite e a nuove band, era leggere riviste di musica, oltre ovviamente al passaparola. In quel lontano 1995, leggendo Metal Shock, rimasi colpito dalla recensione e dall’immagine di copertina di questo album. Senza sentire una sola nota decisi che lo avrei voluto. Passarono degli anni prima di entrarne in possesso e solo con l’avvento di Ebay, riuscii ad acquistare una copia, arrivata direttamente dalla Germania. E la mia immaginazione finalmente ebbe un suono ben definito. E ne rimasi entusiasta. A distanza di oltre vent’anni da quell’ascolto, ne resto ancora affascinato, e allora, ci sarà un perché…
Due sono le considerazioni da fare. La prima è di trovarsi davanti ad un album già maturo, con uno stile ben delineato, caratterizzato da una voce potente e da un riffing dalla forte personalità. Questi due elementi resteranno una costante della loro produzione. Nel 1995 parlare di hard rock era fuori moda, nonostante band come Soundgarden e Pearl Jam erano sostanzialmente hard rock, al di là delle etichette. I The Quill, fottendosene delle mode inseriscono quello che era più anacronistico e vecchio in quel momento, la tastiera, strumento uscito malconcio dagli anni ottanta, a causa di suoni invecchiati precocemente. Ma i The Quill portano indietro le lancette del tempo e recuperano quel suono hammond che tanto aveva dato alla musica dei settanta. Il lavoro svolto dai tasti d’avorio, mai invasivo, lì in sottofondo, a riempire gli spazi è ammirevole ed è un elemento che definisce ulteriormente lo spirito libero di questo esordio.
Passando all’ascolto possiamo ritrovare tanti elementi diversi. Lontani echi southern, quelli alla Black Crowes per intenderci, si sentono in un brano intenso e meraviglioso come “In The Sunlight I Drown” con una interpretazione vocale da pelle d’oca. E qui si avverte quell’anima live dal suono caldo, vivo, pronto a prendere per mano l’ascoltatore. “Lodestar” è un brano profondo come l’abisso a cavallo tra gli Heep e i Purple più epici, con quell’hammond che definisce la maestosità di un genere e di un suono, a cui si contrappone un riffing hard, sostenuto da un ottimo lavoro ritmico, su cui la voce di Magnus si erge imperiosa. Da applausi! Elementi grunge compaiono in pezzi come “The Flood” e “Gleam”, in cui si sentono echi neanche troppo lontani dei Soundgarden. Ci si lascia andare ad improvvisazione ed assoli, con vaghi riferimenti zeppeliniani, quelli live e psichedelici dei primi lavori in “I Lost A World Today”, un viaggio che in verità li ha portati ad essere etichettati da alcuni come band stoner. Niente di più fuorviante e sbagliato!
E la fusione tra hammond e riffing è una delle caratteristiche principali di questi primi The Quill, che ben si evidenzia in un brano come “Homespun”, dal suono hard rock ante litteram, che ci fa chiudere gli occhi e viaggiare nel tempo. “Jet Of Water” apre le danze dell’album ed è un ottimo biglietto da visita che definisce subito l’anima più hard rock della band. Perché è bene dirlo, i The Quill suonano puro hard rock, nient’altro. Ed è bene chiarirlo, loro sono una spanna sopra tutti quei gruppetti retro rock, spesso mosci perché hanno paura che se alzano troppo il volume possono non piacere a tutti. Lasciatevi trasportare dal groove di “Dry”, brano che dimostra la potenza e l’orecchiabilità di questa band. “In My Shed” è uno dei momenti più hard del lotto, con quel basso che pulsa e quella chitarra che spinge in avanti, e la testa che si muove a ritmo!
All’epoca questo album uscì per la Megarock, etichetta svedese, ormai defunta, ma che negli anni novanta si è resa protagonista di tantissime uscite interessanti. Per gli amanti di certe sonorità hard e progressive, consiglio di spulciare il loro catalogo, troverete di che sfamare il vostro appetito musicale. La Metalville ha invece ristampato tutto il loro catalogo dei The Quill. Se avete voglia di ascoltare del vero e sanguigno hard rock fatto con tutti i crismi, i The Quill fanno al caso vostro, e questo esordio è un ottimo modo per iniziare.
Recensore: John Preck
Voto: 85/100
Tracklist:
1. Jet of Water
2. Dry
3. Lodestar
4. Homespun
5. From Where I Am
6. The Flood
7. In My Shed
8. Gleam
9. Not a Single Soul
10. In the Sunlight I Drown
11. I Lost a World Today
12. Sweetly
Line-up:Voto: 85/100
Tracklist:
1. Jet of Water
2. Dry
3. Lodestar
4. Homespun
5. From Where I Am
6. The Flood
7. In My Shed
8. Gleam
9. Not a Single Soul
10. In the Sunlight I Drown
11. I Lost a World Today
12. Sweetly
Christian Carlsson - Guitars
Roger Nilsson - Bass
Anders Haglund - Organ
Magnus Ekwall - Vocals
Jolle Atlagic - Drums
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