MASSACRE "Resurgence" (Recensione)
Full-length, Nuclear Blast
(2021)
In breve ripercorriamo cosa è successo ai Massacre negli ultimi tempi. Nel 2014 tornano con “Back From Beyond”. In seguito abbiamo tante vicissitudini in line-up, che si assestano con il ritorno dello storico frontman Kam Lee, il quale assolda, per questo nuovo “Resurgence”, lo storico bassista Mike Borders e ben tre chitarristi europei: l’inglese Scott Fairfax (Memoriam) e gli svedesi Rogga Johansson (Paganizer, Putrevore, Revolting, e altri) e Jonny Pettersson (Wombbath, Gods Forsaken, Heads For The Dead). Completa il tutto il batterista svedese Brynjar Helgetun. In tutto questo segnaliamo l'uscita del debutto degli Inhuman Condition, che vede alcuni ex componenti dei Massacre e intitolato "Rat°God", uscito inquesto 2021.
Quindi, com'è questo nuovo “Resurgence”? Senza per forza tirare in ballo il già citato primo album dei "cugini" Inhuman Condition e il precedente, e non proprio esaltante "Back From Beyond", questo nuovo "Resurgence" suona bene, anche se con tutti i limiti di un album che sembra essere uscito almeno trenta anni fa. E questo di per sè non è un male, ma quando la proposta è troppo stereotipata e offre davvero poche variazioni vuol dire che stiamo assistendo solo ad un esercizio di stile, anche se in questo caso con dei pregi. E quindi a questo punto però potrebbero aver ragione i Massacre, perchè lo stile espresso in questo "Resurgence" è sì vecchio e pieno di clichè, ma è anche vero che lo stile Massacre viene a galla con prepotenza, ed è a suo modo uno stile che hanno creato loro, sempre in bilico tra death metal di scuola americana e thrash (vari i riferimenti a band come Exodus e Slayer).
Ecco quindi che un album come questo lascia un po' spiazzati, perchè se da una parte ogni brano è simile a quello precedente ed è anche simile a tantissimi dischi usciti negli ultimi trent'anni, è però anche vero che la prova strumentale proposta è impeccabile e che forse i Massacre possono permettersi di rimanere sempre simili a loro stessi, perchè qui abbiamo una produzione più al passo coi tempi, ma le chitarre zanzarose del passato ci sono ancora e la voce soffocata di Kam Lee è rimasta invariata nel tempo. Tutto suona retrò, ma è anche vero che l'album è un chiaro omaggio a chi, come i Massacre stessi, c'erano quando tutto è partito e loro hanno contribuito a diffonderlo, e negli anni è stato imitato da molti. E' un po' come quando cerchi di fare qualcosa di molto semplice e sembra che ci riesci, ma alla fine non sarà mai come l'originale e di chi lo ha creato. Ecco, i Massacre sono gli originali, quindi ogni ragionamento è superfluo, ci siamo capiti.
Sergio Vinci
Voto: 70/100
Tracklist:
1. Eldritch Prophecy
2. Ruins of R'Lyeh
3. Innsmouth Strain
4. Whisperer in Darkness
5. Book of the Dead
6. Into the Far-Off Void
7. Servants of Discord
8. Fate of the Elder Gods
9. Spawn of the Succubus
10. Return of the Corpse Grinder
Line-up:
Jonny Pettersson: Guitars, Keyboards, Vocals (backing)
Mike Borders: Bass
Kam Lee: Vocals
Brynjar Helgetun: Drums
Scott Fairfax: Guitars (lead)
Rogga Johansson: Guitars
Web:
Bandcamp
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