L'ALBA DI MORRIGAN "I'm Gold, I'm God" (Recensione)
Full-length, My Kingdom Music
(2021)
Si erano presentati sulla scena metal nostrana ormai nove anni fa, con un album di debutto dal titolo "Essence Remains" che aveva lasciato il segno e attirato l'attenzione del pubblico grazie ad una ricetta a base di post-doom metal dalle mille sfumature e dal tocco assolutamente personale, forse unico a livello nazionale, sulle orme di gruppi quali Tool, Neurosis e Katatonia. L'Alba di Morrigan, formazione nata nel 2008 a Torino per volontà di Ugo Ballisai, di suo fratello Gianpiero e di Alessio Caruso, aveva vissuto la sua splendida primavera a partire dalla pubblicazione di quel primo lavoro sulla lunga distanza, il cui clamoroso successo aveva dato loro il privilegio di aprire a colossi quali Anathema e Negurå Bunget; i continui cambi di formazione degli anni seguenti avevano bruscamente interrotto il loro percorso, ripreso a metà del 2021 con la pubblicazone del secondo attesissimo album "I'm Gold, I'm God".
I fratelli Ballisai, unici superstiti della line-up originaria, sono qui accompagnati da nomi del calibro di Raffaele Carano e Gianni Vallino alle chirarre, Marco Rossini alla batteria e Osmar Santucho, a completamento di un'inedita compagine che ha dato vita a dodici tracce distribuite in poco meno di un'ora di musica molto variegata e particolare, non per tutti i gusti, ma che sembra a tutti gli effetti aver donato all'ottimo esordio un più che degno successore. "I'm Gold, I'm God" si presenta fin dal gioco di parole del suo titolo, tributo all'età dell'oro (Satya Yuga) della religione induista ed allo stato di benessere garantito dal governo degli Dèi che la caratterizza, ma anche dalla sua copertina (realizzata dal compianto Alex Caligaris) con le sue divintà antropomorfe e il suo alto contenuto simbolico, come un'opera dall'elevata carica mistica ed esoterica, incentrata su particolari equilibri cosmici e cicli naturali che perdurano dall'alba dei tempi. La mitologia è del resto il motore della musica e dei testi dei Ballisai, fin dalla scelta del loro nome, che fa riferimento alla divinità irlandese Morrigan, una delle furie guerriere, rappresentazione della guerra e della morte e divoratrice dei cadaveri caduti in battaglia; le tematiche di questo secondo opus si concentrano sul concetto di dualismo della natura in elementi quali la vita e la morte, la luce e la tenebra, il bene e il male, che mantengono l'equilibrio del mondo donando ad esso ciclicità e dunque prosecuzione, in un percorso costante di splendore, declino, morte e rinascita che sembra descrivere in maniera simbolica questi dieci anni di silenzio della band piemontese, pronta a risorgere come fenice dalla proprie ceneri.
L'album si apre con il brano "Satya Yuga", la già citata epoca d'oro del misticismo induista, che presenta la formula base del lavoro con il suo caldo e sognante post-metal dai richiami doom scandito da clean vocals malinconiche e da armonie di chitarra raffinate e melodiche, a tratti psichedeliche, accompagnando le sezioni acustiche più delicate con passaggi quasi alternative. La successiva "I fiumi di rosso sangue, cantata completamente in italiano, è caratterizzata da un coinvolgente crescendo musicale tra riff melodici, batteria incalzante e un cantato caldo e struggente fino al virtuosismo progressive dell'assolo conclusivo, la cui oniricità sembra tendere ad altre dimensioni. "I'm Lucifer" e "I am Gold, I am God" manifestano apertamente tutta l'influenza dei Tool nello stile musicale della band torinese, tessendo armonie incantevoli e sdolcinate intorno ad una base cupa e opprimente dai richiami gotici, senza però mai salire di livello in maniera decisa. Il brano strumentale "Kali Yuga" si lega a livello tematico alla opener, di cui rappresenta l'ossimoro nonchè la naturale evoluzione, il decadimento dall'età dell'oro a quella della perdizione e del caos che anticipa ogni nuovo inizio; melodie acustiche post-rock si inseriscono in armonie psichedeliche e accattivanti, risuonando forse eccessivamente leggere in rapporto alle liriche. A seguire troviamo la memorabile "Alpha Supernova", dal riffing incalzante ed orecchiabile e dal cantato graffiante, in cui si intracciano melodie da hit parade con un rockeggiante sludge-doom che nel finale si colora di sfumature epiche; "Rosa Mundi" è il brano più lungo e introspettivo dell'album, oltre sette minuti di un progressivo crescendo dalle calde e sdolcinate melodie della prima parte, arricchite da un cantato quanto mai smielato, all'incalzante assolo melodico finale, passando in mezzo a riff dai richiami progressive e momenti acustici molto raffinati. La timida "Morrigan's Dawn" chiude il lavoro, tra malinconiche sezioni acustiche e passaggi onirici che cconcludono l viaggio dentro il sogno del sestetto torinese, dai sapori esoterici più disparati e dall'elevata potenza spirituale.
L'Alba di Morrigan ha fatto attendere ben nove anni il seguito del suo acclamatissimo debutto, ma senza dubbio l'attesa non è stata vana. I numerosi cambi di formazione e il lungo tempo trascorso non sembrano aver intaccato l'idea musicale della band, che rimane ancorata al suo approccio onirico e variegato di non facile collocazione, che spazia tra post-rock, alternative metal, dark doom e shoegaze. L'unico grande difetto del lavoro è che i brani suonano tutti molto simili tra loro, senza picchi di livello nè a onor del vero passaggi a vuoto, ma privi di accelerazioni memorabili; il songwriting è molto ispirato e i riff disegnano armonie travolgenti, senza mai prendere una direzione precisa e rimanendo in balìa dei numerosi rallentamenti, adagiandosi su ritmiche sostanzialmente contenute. Il lavoro non ha comunque deluso le aspettative, e pur strizzando l'occhio ora ai Neurosis ora ai Katatonia risulta intimo e originale, senza ombra di dubbio memorabile, ma a mancare in questa tanto attesa opera seconda è forse una decisa e chiara evoluzione musicale, che a questo punto speriamo sia soltanto rimandata.
Alessandro Pineschi
Voto: 70/100
01. Satya Yuga
02. I Fiumi Di Rosso Sangue
03. Where Everything We Know Begins And Ends
04. I’ M Lucifer
05. I Am Gold, I Am God
06. Aiwass
07. The Chant Of The Universe
08. Kali Yuga
09. Alpha Supernova
10. The Voice Of Choronzon
11. Rosa Mundi
12. Morrigan’s Dawn
Line-up:
Hugo Ballisai – voce
Giampiero Ballisai – chitarra
Gianni Vallino – chitarra
Raffaele Carano – chitarra
Osmar Miguel Santucho – basso
Mark Raptor – batteria
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