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Intenti progressivi: WINE GUARDIAN (Intervista)


I milanesi Wine Guardian giungono al terzo album, "Timescape" (da noi recensito QUI) e ci danno una bella lezione di musica progressiva, intesa nel senso ampio del termine. Sicuramente un'altra realtà tricolore di cui andare fieri e che abbiamo raggiunto per qualche domanda. Buona lettura.

01 – Introducete i Wine Guardian ai lettori di Heavymetalmaniac? Come e quando nascono?
Lorenzo: Io, Stefano e Davide ci conosciamo e suoniamo assieme dai tempi delle scuole medie, tuttavia l’attuale lineup e i Wine Guardian veri e propri nascono nel 2008, quando abbiamo iniziato veramente a comporre musica inedita e, in qualche modo, abbiamo dato il via a un percorso di maturazione artistica.

02 – Come definireste la vostra musica?
Lorenzo: Progressive, nel senso che amiamo avere un’attitudine a contaminare la sperimentazione con la melodia e/o la forma canzone rock e metal. Forse non siamo esattamente l’espressione del prog che può venire in mente ai cultori del genere, tuttavia ci piace confrontarci con quel mondo lì. Ne apprezziamo la libertà e la cultura, ma preferiamo intenderlo come un approccio, anziché come un genere con dei crismi.

03 - E quali ritenete siano le vostre maggiori influenze? Quali le band che vi hanno ispirato fino a questo momento?
Stefano: Oggi direi che le nostre maggiori influenze sono alcune band del prog contemporaneo (Porcupine Tree, Soen, Opeth, Caligula’s Horse e altri), unite ai sempiterni Rush e, seppur marginalmente, ai Tool. Naturalmente nella nostra musica ci saranno sempre piccole tracce di NWOBHM (leggi soprattutto Iron Maiden), che ci hanno formato anche sul piano culturale.

04 – Come nasce un brano dei Wine Guardian? E quanto tempo impiegate per rifinire ed arrangiare brani così lunghi e complessi?
Stefano: Di solito un brano nasce da un riff, una linea o semplicemente un’idea di Lorenzo, poi l’opera di arrangiamento è collettiva. Può essere necessario trovare un groove di basso e batteria per accompagnare la linea melodica, oppure viceversa un’armonizzazione realizzata col basso sopra l’incastro ritmico di chitarra e pelli. In tutti i casi gran parte del lavoro è svolto tutti assieme in sala prove e per concludere un brano normalmente impieghiamo un mese o due.

05 – Siete un trio. Vi considerate una band da studio o una live band. Ed in quest’ultimo caso riuscite in tre a suonare la vostra musica live, o vi avvalete anche di collaboratori esterni?
Davide: Mah, fino all’uscita di Timescape, probabilmente siamo stati un band dalla maggiore resa live, piuttosto che in studio, conseguenza della nostra formazione rock e di una esperienza in studio di registrazione ancora acerba. Timescape ha rappresentato il primo lavoro in studio che ritrae abbastanza fedelmente tutte le sfaccettature della nostra proposta artistica. In ogni caso, nonostante la complessità di alcuni arrangiamenti, siamo sempre riusciti a rendere fruibili live tutti i nostri pezzi suonando sempre e soltanto in tre.

06 – La vostra musica presenta molteplici atmosfere, da quelle più metal fino a giungere a momenti puramente pop, passando per passaggi intricati propriamente progressivi. Chi è il vostro ascoltatore? Chi ritenete possa essere attratto dalla vostra musica?
Lorenzo: Fondamentalmente persone come noi, che abbiano un approccio libero all’ascolto. Non credo che interesseremo tanto a un ascoltatore dogmatico, che sia un cultore del prog o un metallaro tout court, abituati entrambi all’esasperazione tecnica. Ci piace l’idea che l’attitudine Progressive della nostra musica sia un mezzo per far apprezzare soluzioni un po’ più inusuali a chi è abituato alla forma canzone o viceversa un approccio più istintivo a coloro che si aspettano sempre la soluzione “storta”.

07 – Qual è il messaggio che volete lanciare con la vostra musica?
Davide: Direi che in parte ha già risposto Lorenzo. Comunque nessun messaggio in particolare da lanciare, piuttosto vediamo la nostra musica come risposta all’esigenza di esprimere noi stessi nel modo più divertente e completo possibile.

08 – Siete già al lavoro su nuovo materiale? Se sì, quale direzione sta prendendo? E quale influenza sta avendo il momento che stiamo vivendo sulla vostra musica e sulle vostre vite?
Stefano: Sì, stiamo scrivendo nuovo materiale, approfittando anche della scarsa o nulla attività live, per le cause che tutti conosciamo. Direi che i brani che stanno venendo fuori sono sostanzialmente in continuità con Timescape, anche se non mancano parecchie novità… per ora non diciamo di più. Il momento presente è molto sconfortante per molteplici ragioni: non tanto per l’ispirazione musicale, che viene stimolata anche e soprattutto in risposta alle situazioni negative, ma per tutto il resto. Non so se sia il caso di aprire qui il discorso concerti e tutto quello che ruota attorno, ma ci pare evidente che per la musica dal vico, in questo paese e in questo periodo siamo veramente al ridicolo e al paradossale, rispetto al resto del mondo…

09 – Qual è secondo voi il futuro della musica?
Lorenzo: Il futuro della musica è la musica. Nel senso che buona musica di tutti i generi continuerà a venire scritta e suonata a tutti gli angoli della Terra anche dalle generazioni future, con buona pace dei boomer. Il futuro del mercato della musica però sarà sempre più lo streaming, il virtuale e l’on demand, semplicemente perché questo è il futuro dell’intrattenimento in generale. Questo non rappresenta di per sé un male. La cosa triste però è che la tecnologia, sull’onda di questo momento storico, contagerà e cambierà definitivamente anche il concetto di musica dal vivo. La musica resterà sempre, ma potremmo perdere per sempre la ritualità e la fisicità della performance live.

10 – Lascio a voi l’ultima parola…
Davide: Un abbraccio e un grazie a tutti coloro che continuano a sbattersi per vivere “di”, “con” e “per” la musica. E un grande grazie a voi che la raccontate.


Intervista a cura di John Preck

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