Doom come stile di vita: BRETUS (Intervista)
I nostrani doom metallers Bretus sono stati intervistati da noi molto volentieri, dopo che il loro ultimo album "Magharia" ci ha colpito molto positivamente (trovate la recensione QUI). Quindi il nostro John Preck, che già si era occupato della recensione, è andato nei meandri oscuri di questa band per approfondire un po' chi c'è dietro al monicker Bretus! A voi il resoconto della loro chiacchierata virtuale con il chitarrista/bassista Ghenes.
01 – Magharia è il vostro quinto album, un traguardo importante per una band. Come si è evoluto il vostro suono dagli inizi ad oggi? Cosa avete aggiunto alla vostra musica in questi anni e cosa avete perso per strada?
Ciao e grazie per lo spazio innanzitutto. Arrivare al quinto album è importante soprattutto se pensi che tra impegni vari, defezioni, cambi di line up e tutto quello che può succedere in una band, siamo ancora qui a cercare di migliorarci ancora. Credo che il tempo ci abbia principalmente insegnato a scrivere i pezzi in modo migliore e naturalmente, è migliorato l’affiatamento tra noi quattro. Non so se parlare di evoluzione, perché questo termine a volte implica anche perdere spontaneità nella composizione, ma potrei dividere il nostro percorso in tre fasi: Premesso che le influenze rock della fine dei ’60 inizio ‘70 ci sono sempre state, la primissima fase è molto influenzata dallo stoner dei primi anni 90 (almeno fino al nostro primo disco In Onirica), la seconda fase molto più classicamente doom (fino a …from the Twilight zone), con brani più lenti e/o teatrali. Infine la fase più recente in cui abbiamo inserito componenti più Heavy nel suono.
02 – Qual è il segreto della vostra prolificità ? Come vi ripartite i compiti della composizione?
Ci piace la musica (come tutti) ed è una parte insostituibile della nostra vita, non c’è un momento in cui non trovo il tempo per strimpellare qualcosa ah ah ah… I riff principali vengono composti e organizzati sotto forma di preproduzioni da me. In un secondo tempo arrangiamo i pezzi in sala prove per valutare quello che funziona o meno. Zagarus, Striges e Janos sono parte fondamentale di questo gruppo, e non è solo questione di suonare insieme.
03 – Trovo la vostra musica profondamente imbevuta di influenze anni settanta, ma allo stesso tempo trovo le atmosfere che riuscite a creare tipiche del dark sound italiano. Vi ho accostato in sede di recensione ai mitici The Black. Vi trovate d’accordo con queste parole? Oppure…
Apprezziamo molto The Black e ci fa piacere essere accostati a loro, ma non posso dire di esserne stato influenzato più di tanto. Amo il Dark Sound italiano (Death SS, Paul Chain, L’impero delle Ombre etc etc… ) ma il nostro percorso parte da basi diverse, anche se le influenze Dark prog sono le stesse.
04 - Quali sono le influenze che sentite più vostre e quali band ritenete abbiano avuto un maggior peso nel vostro background musicale?
Black Sabbath, Trouble, Cathedral, Saint Vitus, Sleep, Judas Priest e derivati, e last but not least , le splendide musiche di Fabio Frizzi, i primi che mi vengono in mente.
05 – L’album è uscito oramai da qualche mese. Come sono state le risposte della critica e del pubblico?
La critica è stata benevola per fortuna ah ah… A parte gli scherzi, i commenti sono tutti positivi, e qualcuno si è pure spinto a dire che Magharia sia il nostro disco più riuscito. A metà Settembre uscirà anche una bellissima versione in vinile curata dalla nostra Overdrive Records.
06 – Cosa significa Magharia
E‘ un termine dialettale della nostra zona per indicare un sortilegio o un incantesimo.
07– Ci parlate del concept che sta dietro l’album?
In passato abbiamo più volte omaggiato Lovecraft e le sue storie, oppure il cinema e la letteratura del terrore anni 60. Non ci restava che omaggiare il nostro paese che ha una tradizione sia cinematografica che di luoghi “infestati” molto più vasta di quello che si pensa. Abbiamo raccolto alcune delle storie più misteriose e affascinanti e racchiuso tutto in Magharia.
08 – Siete riusciti a portare dal vivo la vostra musica negli ultimi mesi? Avete in programma di fare delle date, restrizioni permettendo?
L’ultimo concerto a cui siamo stati invitati doveva essere un festival in Olanda (Tilburg) ma è saltato poco prima della pandemia. Non ci sono date in programma al momento purtroppo, in più noi facciamo tutto da soli, Zagarus gestisce le pagine della band e i contatti in modo più che valido, senza avere tra i piedi agenzie booking o altro, e considerato come vanno le cose in Italia, è ancora più dura essere considerati.
09 – Quali sono le caratteristiche di un vostro concerto e cosa di deve aspettare chi vi viene ad ascoltare?
Cerchiamo sempre di offrire uno spettacolo carico di energia e mistero allo stesso tempo. Indossiamo i nostri sai e ci trasformiamo in Gran cerimonieri per una notte. Non suoniamo spesso ma le poche volte che lo facciamo diamo il massimo per noi e per chi viene ad ascoltarci.
10 – Chi sono i Bretus nella vita di tutti i giorni e qual è il vostro sogno nel cassetto da musicisti?
Quattro ragazzi che vivono la loro passione per la musica in modo totale. Grazie a questa band abbiamo suonato in Italia e fuori dai confini,riceviamo apprezzamenti e supporto da ogni parte del mondo conoscendo persone fantastiche e band uniche, se non è un sogno già questo…
11 – A voi l’ultima parola…
La musica è un qualcosa di così speciale che non si può descrivere a parole , facciamo in modo che rimanga sempre una cosa unica.
No posers please, this is fucking loud music!!!
Intervista a cura di John Preck
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