VENEREGRIDA "L'umana stirpe" (Recensione)
Full-length, Nova Era Records
(2021)
I Veneregrida sono una band calabrese, nata nel 1998 e L’umana Stirpe è il loro terzo album. Quello proposto è un hard rock moderno, che sovente sfocia in ritmiche e sonorità metal, attraverso un sound potente e pieno di groove. La loro musica è fatta di chitarre ribassate, dal suono grasso, che chiama in causa certo nu metal, su cui la ritmica solida e fantasiosa crea un’ottima base. La voce di Vein si inserisce perfettamente con un’interpretazione di grandissimo livello, che spazia da momenti rabbiosi e di pura grinta a momenti in cui ricama ottimi ritornelli.
La scelta di cantare in italiano è una scommessa che vincono alla grande, grazie a dei testi intelligenti che si incastrano in modo perfetto con la musica. I Veneregrida dimostrano di saper scrivere canzoni, imprimendo una personalità che spesso manca alle band. “Manifesto Addizionista” è una canzone che in una qualsiasi radio rock la si dovrebbe ascoltare, perché ha un ritornello che si ficca in testa dopo un solo ascolto. Di contro ci troviamo di fronte a brani metal di forte impatto come “Il Male Che Mi Creo”, potente e con al suo interno elementi al limite dello stoner. L’inizio affidato a due brani come l’eponima canzone e a “Corrotti E Infetti” sono due schiaffi in pieno volto su cui emerge prepotente la personalità di Vein. “In Nome Degli Dei”, per chi scrive, è il brano più bello del lotto, un pezzo potente e melodico, con violini che addolciscono l’amarezza del testo, su cui si contrappongono break in doppia cassa. Geniale!
La lunga e complessa “Deserto” con oltre i suoi dieci minuti di durata ci fa intraprendere un lungo viaggio, senza annoiare, in cui si è presi dalla mutevole interpretazione vocale, su cui la base strumentale crea un tappeto dinamico e variegato. “Virus” ci porta elementi quasi punk in calce, ma sono elementi di un insieme più complesso, su cui poi si stagliano riff profondi con quel suono alla Apes,Pigs & Spacemen. Il finale affidato alla pesante “Germe” è un finale degno di nota, dove il basso emerge tra chitarre ribassate e grida di Vein. Quando si arriva alla fine dell’ascolto, si ha da subito la consapevolezza di trovarsi di fronte ad un grande album, che potrebbe avere una sua visibilità, grazie ad un presunto ritorno al rock in terra italica.
L’unico accostamento che mi sento di fare è con un’altra grande band italiana di inizio millennio i Marla Singer (gruppo assolutamente da riscoprire attraverso l’omonimo album del 2004), con cui condividono lo stile, le influenze ed il cantato in italiano. Se siete amanti di musica hard rock moderna, si vi piace il cantato in italiano, ma anche se non vi interessa, dovete assolutamente ascoltare, supportare i Veneregrida, perché qui ci troviamo di fronte ad una grande band.
John Preck
Voto: 90/100
Tracklist:
1. L'Umana Stirpe 2. Corrotti e Infetti
3. La Dittatura del Carbonio
4. Il Male che mi Creo
5. In Nome degli Dei 04:34
6. Deserto 10:58
7. Ode 04:54
8. Virus 04:01
9. Germe 05:40
Line-up:
Vein- Demetrio Clafiore: Lead and backing vocalsKroson- Natale Scopelliti: Drums
Icon – Luca Brandi: Bass and backing vocals
Jack – Alessandro Palumbo: Guitars
Leg – Giuseppe Gambardelli: guitars
Weblinks:
Nessun commento