VULFEHRIE "The Devouring Fire of Mortality" (Recensione)
Full-length, Wolfmond Productions
(2020)
Dalla bellissima città di Manfredonia, nella Puglia settentrionale, arrivano i Vulfehrie, duo dedito ad un black metal atmosferico che ha rilasciato lo scorso anno il primo album in studio, dal titolo "The Devouring Fire of Mortality". La band nasce nel 2019 dalla collaborazione tra il chitarrista e tastierista Antonio Zalitta e il cantante M., molto attivo nel panorama underground pugliese con una lunga serie di altri progetti; il singolare nome del gruppo è completamente inventato e le tematiche spaziano dalla natura al folklore, incentrandosi sul concetto di morte in una visione poetica molto malinconica. L'album si compone di sette brani, tra cui un breve intermezzo strumentale, per un totale di poco più di trentacinque minuti di durata in cui si alternano l'aggressività della drum machine e di un riffing serrato con la delicatezza dei passaggi acustici ed atmosferici, senza a dire il vero regalare momenti particolarmente memorabili.
Il lavoro si apre con "Tail and Head", brano dalle molteplici sfumature introdotto da note sinistre e disturbanti che stridono sulla malinconica sessione acustica iniziale, per poi cedere il posto alla durezza delle chitarre di Zalitta e del growl cavernoso di M.; il sound cupo e gelido, quasi oppressivo, assume contorni onirici nell'intermezzo atmosferico dai richiami folk, ad anticipare una ripresa da riffing oscuro e tagliente, prima dell'ipnotico passaggio post-doom che precede il finale. "The Guardian by the River" è un crescendo costante dalla delicatezza di un intro epica ed atmosferica al tenebroso black/doom che la segue, fino all'accelerazione dal riffing freddo e serrato della parte centrale, che si evolve rincorrendo note taglienti e affilate; un intermezzo atmosferico seguito da un lugubre arpeggio e da un riff gelido e sinistro accompagna l'ascolatore alla conclusiva accelerazione, scandita dalle gelide chitarre di Antonio e dalla violenza della drum machine.
La malinconica e lugubre traccia strumentale "Three Crows are Flying into the Night" anticipa una seconda metà di album notevolmente meno ispirata della già appena sufficiente prima parte, che conosce solo con "Beyond the White Mior" un timido passaggio degno di nota, caratterizzato da un riff lento e delicato che si evolve nell'accelerazione centrale, prima di un intermezzo disturbante che precede la ripresa finale, in un continuo alternarsi tra accelerazioni e passaggi acustici. Il lavoro si chiude con la breve "Red Poisonous Seeds", simulazione di outro nella parte iniziale che assume progressivamente sonorità claustrofobiche ed opprimenti, lasciando al dominio del caos la conclusione dell'album.
"The Devouring Fire of Mortality" è la conferma della facilità con cui sia possibile suonare del black metal old-school senza particolare talento nè una solida ispirazione, ricalcando strutture musicali ormai usurate all'insegna dell'oscurità e di un sound indefinito e grezzo che intende, senza riuscirci, rendersi oppressivo. I brani seguono l'ormai consolidata ricetta bipolare di black metal aggressivo dal riffing serrato alternato a sessioni acustiche, non risultando pertanto originale nè molto ispirato; le melodie si intrecciano in modo abbastanza elementare, definendo armonie fredde e scontate sopra l'approssimativo muro della drum machine, mentre la voce di M. riesce a farsi notare per la sua aura tenebra e infernale, talvolta tendente al lugubre. Il debutto degi Vulfehrie non è sicuramente un lavoro degno di nota, per quanto tutto sommato quasi sufficiente, nè definisce in modo chiaro il percorso musicale che i due pugliesi intendono prendere, al di là della parodia di band colossali quali Windir, The Ruins of Beverast e Drudkh, con cui tutto sommato hanno ben poco a che spartire.
Alessandro Pineschi
Voto: 56/100
1. Tail and Head 07:05
2. The Guardian by the River 06:46
3. Deceiving Spirits 06:05
4. Three Crows Are Flying into the Night 02:23
5. Beyond the White Mist 05:26
6. The Moon (Farewell) 05:14
7. Red Poisonous Seeds 03:45
DURATA TOTALE: 36:44
Antonio Zalitta: Guitars, Synths
M.: Vocals
Weblinks:
Bandcamp
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