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HADES NEXUS 16 "Phobos Anomaly" (Recensione)


Full-length, Independent 
(2020) 

Dagli abissi cosmici e profondi di un'ignota località toscana, oratore di antichi rituali e di oscure pratiche occulte, prende forma nel 2020 l'enigmatico progetto industrial black metal che risponde al nome di Hades Nexus 16, composto dal solo Aasketh, unico esponente anche dell'altrettanto misterioso side-project Feldvehn. La one-man band è piombata sulla scena underground nostrana nel novembre dello stesso anno con il primo album in studio dal titolo "Phobos Anomaly", un oscuro lavoro in sette tracce comprensive di intro di pura bestialità e di inaudita ferocia, rilegate da eccentriche sonorità industriali e psichedeliche, per una scarsa mezz'ora di blasfemia e puro terrore sonoro. L'approccio sperimentale del progetto non intacca minimamente la durezza di un sound che fa della pesantezza e dell'aggressività il proprio marchio di fabbrica, vomitando un'anticristiana rabbia addosso all'ascoltatore e lavorandolo pezzo dopo pezzo fino a renderlo schiavo della sua stessa diabolica follia. 

La breve introduzione ambientale "Tunnels" spalanca le porte alle atmosfere paranoidi dell'album, rese surreali dall'incipit black/death dai contorni noise di "Enshrined Divinities", che subito dopo esplode di un'inaudita ferocia martellando a velocità supersonica a colpi di drum machine, di riff fulminanti e dello scream demoniaco del mastermind, il tutto accompagnato da disorientanti passaggi industrial; un intermezzo post-rock dai richiami noise e dalle linee di chitarra lugubri e sinistre conduce alla violenza della ripresa finale, lasciando l'ascoltatore allibito da cotanto fervore. Lo stesso diabolico crescendo lo troviamo in "Red Code Hijacked", che risale dal disturbante mid-tempo iniziale fino alla veemenza del blast, scandita da chitarre taglienti e da urla atroci, prima di un rallentamento black/death a dir poco spiazzante. "Antichristian Soul Incarnation Procedure" è senza dubbio il brano più folle e sperimentale della release, introdotto da un ipnotico dark ambient dai richiami industrial su cui affiorano riff lenti e sinistri e influenze psichedeliche, prima di aprirsi alla violenza dell'accelerazione martellante di metà brano; un passaggio acustico tra il post-rock e lo sludge/doom anticipa la furia della ripresa finale, che segna la fine dell'immonda cavalcata tra gli occulti sentieri della blasfemia. 

"Luciferian Nexus" si compone di una prima parte di atroce aggressività, in cui la drum machine pesta come un macigno e i riff di chitarra si rincorrono con veemenza e foga, e di un lungo finale ipnotico tra il noise, l'ambient e il post-rock, che accompagna l'ascoltatore al delirio della conclusiva "Dispersal Facility", il brano più lungo della release: un disturbante black/doom apre l'ultimo sipario, anticipando una devastante accelerazione dal riffing serrato e dalle eco industrial, prima di una seconda parte in cui sfuriate infernali e passaggi noise/drone si alternando regalando emozioni contrastanti, opprimenti e surreali, per poi esaurirsi nel lungo finale ambient che conclude il vertiginoso debutto di Hades Nexus 16. "Phobos Anomaly" è un album compatto e solido nella struttura, che dall'inizio alla fine spiazza l'ascoltatore con le sue veementi accelerazioni, guidate da linee di chitarra affilate e repentine e da uno scream che varia tra il demoniaco, l'esasperato e il folle, e con le disturbanti incursioni ambient/drone, accompagnando il tutto con un tocco industrial surreale e psichedelico. 

I brani si somigliano un po' tutti, alternando un'incontrollata furia a onirici passaggi sperimentali, e mancano forse dei momenti particolarmenti esaltanti o degni di nota, ma la ricetta funziona e riesce perfettamente nell'intento di lasciare l'ascoltatore a bocca aperta. I testi spazziano tra l'alchimia, la cibernetica, la religione induista e l'Apocalisse, mantenendo l'anticristianità e la blasfemia come denominatori comuni, risultando ricercati e particolari così come il sound. Si tratta senza dubbio di un bel debutto, riuscito esempio di metal estremo contaminato da sonorità surreali e disturbanti, prodotto di un'attenta elaborazione musicale e di una ricetta folle e spiazzante non adatta ai deboli di cuore, nè tantomeno ai puristi del genere. 

Alessandro Pineschi
Voto: 73/100

Tracklist:
1. Tunnels (Intro) 01:15 
2. Enshrined Divinities 04:08 
3. Red Code Hijacked 04:01 
4. Antichristian Soul Incarnation Procedure 05:15 
5. Synthetic Demonic Flesh 03:40 
6. Luciferian Nexus 04:10 
7. Dispersal Facility 06:25 

DURATA TOTALE: 28:54

Line-up:
Aasketh: All instruments, Vocals

Weblinks:
Bandcamp

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