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ERESIA "Neocosmo" (Recensione)


Full-length, DeathStorm Records
(2021)

E’ sempre un azzardo proporre musica estrema cantata in italiano. Gli Eresia se ne fottono dei rischi e ci sparano in faccia un album di feroce death metal, cantato nella lingua di Dante, direttamente dai gironi infernali. E lo fanno con la giusta carica e le giuste motivazioni. Ed i risultati si sentono. Neocosmo è un album che spacca, composto da una serie di mazzate di classico death metal che guarda a quel riffing e a quel suono di scuola americana che ha fatto la storia del genere. La voce di Max Bravi si cimenta in un growl davvero cattivo, ed il cantato in italiano permette alla band di avere una propria identità. Il suono è quello malsano degli Autopsy, tra ritmiche blastate, accelerazioni devastanti e quei rallentamenti che sanno tanto di classico putridume. 

Gli Eresia suonano classici, e non potrebbe essere diversamente vista la loro storia che risale alla metà degli anni novanta. Neocosmo è un album di puro death metal, senza che al suo interno si possano ravvisare influenze altre. Questo lo rende a tutti gli effetti un monolite, brutale, marcio, cattivo. Già a partire dall’iniziale “Pandemonio” siamo colpiti da un’esplosione di violenza, grazie ad una produzione compatta, che esalta il sound della band. Ma è solo l’inizio di un attacco frontale che aumenta di intensità già dalla successiva “La Vendetta Del Satiro” con il suo ritmo indemoniato tra accelerazioni e blast beat. La contorta “The Terrifying Void” prova a fornire elementi diversi, con delle soluzioni più complesse che sfociano in ritmiche più lente e marce, in cui ad esaltarsi è la chitarra di …con un solos davvero ben riuscito. La violenza vocale, fusa ad un caos sonoro brutale, è l’epicentro di un pezzo davvero notevole come “Neocosmo” uno dei momenti più esaltanti dell’album. “Il Cimitero Dei Dannati” è senza ombra di dubbio il miglior pezzo del lotto, con una prestazione vocale sugli scudi, in cui al classico growl si sentono momenti scream. Il suo incedere è trascinante ed è una classica cavalcata death metal, marcia dentro. La lunghezza media di tre minuti permette all’album di essere compatto, senza mai allungarsi oltre il necessario, ottimizzando le idee ed il riffing, tenendo sempre desto l’ascolto, con innumerevoli cambi di tempo, che esaltano il lavoro di …alla batteria. 

Non ci sono momenti di calo, e brani come “Fama D’Aria” e “L’Ultimo Inganno” sono la conferma della bontà della proposta attraverso un riffing ispirato e oscuro. Notevoli le soluzioni ritmiche di “Negato Alla Vita” altro momento che spicca su tutto il resto per creatività e brutalità. L’arpeggio sinistro di “Vuoto Terrifico” apre le danze all’ultimo brano in scaletta che conferma la matrice sonora votata all’estremo più puro. Alla fine dell’ascolto si resta favorevolmente sorpresi da una proposta matura ed ispirata, debitrice di quel sound di matrice floridiana che ha fatto scuola, ma da cui gli Eresia riescono a personalizzare la propria visione musicale. Un album che consiglio a tutti gli amanti del death metal, soprattutto a quei detrattori che credono che la nostra lingua non sia idonea a questo genere musicale. Gli Eresia vi faranno ricredere. 

John Preck
Voto: 77/100 

Tracklist:
1. Pandemonio 
2. La vendetta del satiro 
3. Vuoto terrifico 
4. Neocosmo 
5. Il cimitero dei dannati 
6. Fame d'aria 
7. L'ultimo inganno
8. Negato alla vita 
9. Vuoto Terrifico

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