MOTÖRHEAD "1916" (Recensione)
Full-length, WTG Records
(1991)
Carissimi lettori e lettrici, bentornati. Potevo, secondo voi, farmi sfuggire un'occasione come questa di festeggiare a dovere la punta di diamante nella discografia storica di una band altrettanto storica come questa? Assolutamente no. Non solo stiamo parlando dei Motörhead {amen} che già di per sé basterebbe, ma nello specifico del loro capolavoro assoluto a parere di chi vi scrive: 30 anni fa, infatti, usciva "1916", opera d'acciaio e sangue targata Lemmy {amen di nuovo} e partners in crime, ruggito titanico di una band che giustamente tutti celebriamo e riveriamo come Divinità del panorama rock / metal di tutti i tempi.
L'abusatissimo dramma del conflitto armato mondiale - misto alle classiche tematiche della band e non solo - passa sotto la lente dei Motörhead, trasformandosi in un'opera musicale roboante e commovente allo stesso tempo, capace dopo 30 inverni di coinvolgere e segnare allo stessa maniera del giorno di uscita. I calibri pesanti di "I am so Bad.." e della deragliante "One to sing the Blues" - supportate da un sound quanto mai ispirato che ne valorizza l'affilatura - sono solo alcuni esempi della band che ha riscritto il significato del termine Rock n Roll, riuscendo a superare di gran lunga il "periodo di scadenza" canonico delle genere e delle compagini limitrofe. Cariche a mille anche le incursioni nel sound puramente punk di "Going to Brazil" e "Ramones" - pezzo gemello della band omonima - sintomo di come i Motörhead riescano a piegare il disco al proprio sound e non viceversa.
Dulcis in fundo, due perle di rarissima bellezza: se davvero il concetto di "ballad" abbia trovato nuova linfa al tempo di questa release, lo si deve tutto ai Motörhead, che in questo disco donano ai posteri due pezzi assolutamente perfetti, ovvero "Love me Forever" e la title track "1916". Mentre la prima rimane più saldamente ancorata al sound delle sue sorelle del genere, la seconda stravolge tutto: un pezzo musicalmente vuoto, ma non privo di emozione e sostanza, che fa calare il sipario sul disco e sull'ascoltatore genuflesso ed in lacrime. Esistono i pezzi sulla Guerra e poi esiste 1916, tutta un'altra categoria.
Ogni ascolto di questo disco è un tuffo nel mare di cherosene incendiato che è la discografia dei Motörhead: arsi e in mezzo alle lingue di fuoco balliamo come i Diavoli, per poi ritrovarsi a fine con un pugno di cenere, essenza umana vacua quale siamo. Fede oltre la Musica.
Hellbanno {L.B.}
Voto: 100/100
1. The One to Sing the Blues
2. I'm So Bad (Baby I Don't Care)
3. No Voices in the Sky
4. Going to Brazil
5. Nightmare - The Dreamtime
6. Love Me Forever
7. Angel City
8. Make My Day
9. Ramones
10. Shut You Down
11. 1916
Homepage
Nessun commento