BLOODKILL "Throne of Control" (Recensione)
Full-length, Independent
(2021)
Mi sono avvicinato con molta curiosità ai Bloodkill, in quanto band di Mumbai, India, scena metal, quella indiana, a me totalmente sconosciuta. E prima di ascoltare una singola nota, mi chiedevo se avrei ritrovato tra le tracce proposte influenze della terra d’origine. Curiosità subito fugata dall’ascolto. E la risposta è no. La band suona molto americana, in un miscuglio di heavy metal moderno, in cui è possibile trovare thrash, groove, accenti hardcore (Unite and Conquer), ed altro, per un suono compatto, figlio di una più che buona produzione, in cui si esaltano le potenzialità d’insieme. Un riffing corposo accompagna una musica che punta sull’impatto e non sulla tecnica e che trova in Anirudh un ottimo screamer che modula molto bene le sue corde vocali, donando potenza e varietà alle canzoni, sicuramente uno dei punti di forza della band.
I ragazzi hanno imparato bene la lezione metallica e fa piacere trovare in terre, in cui il nostro immaginario rimanda ad altra musica, band che si sbattono per proporre la propria visione metallica. C’è energia tra questi solchi e qualche ingenuità. I pezzi a volte risultano un po’ prolissi, allungando un po’ oltre il dovuto, rischiando di perdere in compattezza ed impatto frontale. Sicuramente una maggiore sintesi avrebbe giocato al risultato finale (Horrorscope). Ma sono scelte su cui possiamo soprassedere fintanto che la qualità generale e l’energia sprigionata tiene alta la nostra attenzione. Piace il groove metallico di “False Face” con quella ritmica potente ed una prestazione vocale sugli scudi.
Il pezzo in cui maggiormente la personalità emerge e che più colpisce è “For I am the Messiah” , brano compatto con ottime linee vocali ed una musica che trascina. Avrei sicuramente inserito una canzone di questa qualità in una posizione diversa nella tracklist, forse tra le prime canzoni e non alla fine del percorso uditivo. Stesso discorso vale per la conclusiva eponima “Throne of Control”, un micidiale thrash in cui il tiro della band è altissimo, davvero un brano di ottima fattura con cui avrei aperto e non chiuso le danze. Detto questo non posso che avere un feedback positivo su questa giovane band, che ha diversi angoli da smussare, ma che è fautrice di buone idee che emergono con più evidenza nel finale. Per questo non posso che consigliare l’ascolto di questa giovane band indiana.
John Preck
70/100
1. The Unveiling
2. Blindead Circus
3. False Face
4. 3B
5. Unite and Conquer
6. Horrorscope
7. For I Am the Messiah
8. Throne of Control
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