Energia hard 'n' heavy: SPEED STROKE (Intervista)
Risponde Jack, cantante della band
01 - Ciao ragazzi e benvenuti sulle pagine di heavymetalmaniac. Siamo rimasti piacevolmente colpiti dal vostro nuovo lavoro e vi abbiamo contattato per conoscervi meglio. Dove e quando nascono i Speed Stroke? Con quali obiettivi? E quanto è stato difficile trovare la giusta line-up?
Nasciamo nel 2010 nel cuore della Romagna ( con qualche accenno di Emilia) dopo una conoscenza quasi fortuita con l'obiettivo di mettere una piccola puntina sulla mappa (almeno Europea) per quanto riguarda l'Hard Rock in Italia, la strada è lunga e tortuosa ma noi non abbiamo fretta ahah! La line-up è stata sempre abbastanza semplice perché i cambi che ci sono stati sono sempre arrivati organicamente, quindi non per divergenze stilistiche o artistiche. Ci reputiamo abbastanza bravi a trovare delle persone musicalmente affini e con tanta voglia di dire la propria in questo campo.
02 – “Scene of the Crime” è il vostro terzo lavoro. In cosa si differenzia dai precedenti lavori? E cosa di contro lo lega agli album precedenti?
Mi piace pensare che lo abbiamo formato e partorito come se fosse il sequel di film, tenendo ciò che abbiamo/hanno amato dei precedenti e buttare idee nuove e fresche in modo da non dare la sensazione di già visto e sentito. Volevamo solamente evolverci condensando la nostra evoluzione e tutte le idee per migliorarci in uno spazio ristretto e impacchettare tutto in una formula facilmente digeribile come si confa ad un Hard Rock che si rispetti. La pasta di base è comunque composta da ciò che ci viene naturale, quindi un po' saranno sempre simili l'un l'altro nel bene o nel male.
03 – Quali sono le band che più hanno influenzato il vostro sound?
Abbiamo gusti molto diversi fra noi, e questo è veramente un argomento spinoso, ahah, ma diciamo che quando voglio indirizzare le persone verso quello che facciamo mi sento di dire che siamo un incrocio fra "Slave To The Grind" degli Skid Row e gli Hardcore Superstar. In parte questo penso risponda alla domanda, sicuramente ci sono i grandi mostri sacri degli 80s e 90s ma anche la scena scandinava degli ultimi anni ha avuto sicuramente il suo ruolo.
04 – Come nasce e si sviluppa “Scene of the Crime”? Come avete composto le canzoni?
Le canzoni sono nate da qualsiasi cosa: riff nascosti, rivisitazioni di riff già presenti nella nostra produzione, gag, battute, discussioni in furgone.. tutto ha fatto brodo. Vorrei tantissimo avere un metodo artistico ed elaborato da illustrare ma non ce l'ho. Però posso dire che la maggior parte viene fuori dallo scontro dei nostri gusti e le nostre personalità , infatti il tempo di scrittura è niente in confronto al tempo di scrematura e ottimizzazione di ciò che abbiamo scritto. C'è sempre qualcosa da limare, aggiungere o modificare dopo che il brainstorming è finito ed è lì che inizia la vera battaglia fra di noi ma anche viene fuori il meglio a parer mio.
05 – Considerando “Scene of the Crime” un album completo e privo di punti deboli, formato da ottime song, ho trovato l’eponima canzone un singolo perfetto che in altre epoche storiche avrebbe potuto fare la differenza. Come nasce questa canzone? Mentre la scrivevate eravate consapevoli del suo potenziale?
Ti ringrazio tantissimo delle tue parole, sulla canzone "Scene Of The Crime" abbiamo messo molto da parte la solita repulsione da artisti verso le proprie opere e in generale abbiamo sempre visto il suo potenziale, non a caso è il titolo dell'album. È una traccia che sentiamo tantissimo anche perché tratta di tutti i posti in cui abbiamo amato fare letteralmente dalla gioventù ad oggi… E quasi abbiamo portato sfortuna visto che quest'anno ci sono stati tolti.
06 – Ho trovato l’album ottimamente prodotto. Ad emergere è una forte carica live. Dove è stato registrato? Da chi è stato prodotto?
Le tracce "Soul Punx" e "Scene Of The Crime" sono state registrate e mixate da Frank Altare al 33Hz Studio di Trezzo Sull'Adda, mentre per il resto siamo tornati all'ovile al Boat Studio di Bologna dove abbiamo mixato e registrato il resto del disco per mano di Marco Paradisi e il nostro chitarrista D.B. come è stato per il nostro precedente album. Il master è stato curato da Giovanni Versari al La Maestà Studio che ha lavorato all'abum premiato ai Grammy "Drones" dei Muse.
07 – Ho letto che avete condiviso il palco con molte band di caratura internazionale. Con quale band avete legato di più? Ci potete raccontare qualche gossip o aneddoto?
La band con cui sentiamo la connessione maggiore sono sicuramente gli Hardcore Superstar, condividiamo una energia simile e nelle varie volte che ci è capitato di dividere il palco è sempre stata un'esperienza mistica. Come fu mistica la volta in cui io (Jack) e Adde (batterista degli Hardcore Superstar) ci cimentammo in una variante del gioco delle 3 carte ma con bicchieri da cocktail riempiti fino all'orlo o di acqua o di vodka liscia. Inutile dire che il mio intuito nel distinguere i due liquidi mi abbia portato a finire con le gambe fuori dal finestrino della macchina di Adde mentre cantavo/urlavo "I got erection" dei Turbonegro alle 4 di notte.
08 – In questo periodo “anomalo” rispetto a quella normalità a cui siamo abituati, quanto vi manca la dimensione live?
Da morire, era la nostra dimensione. Nel momento in cui iniziavamo a darla per scontata e puntare principalmente su di essa è giunto il disastro, ci troviamo veramente un po' spaesati al momento senza poter ritrovarci sul palco ma confidiamo in momenti migliori.
09 – Come pensate di promuovere “Scene of the Crime” in mancanza di live? E quando si potrà , proverete a organizzare un tour promozionale?
Non ne abbiamo la minima idea, ahah, tenteremo tutto quello che si può provare perché non è possibile neanche pianificare con queste restrizioni che continuano a cambiare. Appena ci sarà modo proveremo ad entrare nelle case di tutti con lo streaming ma per il momento è tutto un'incognita.
10 – A voi l’ultima parola.
Grazie dello spazio che ci avete dedicato e speriamo di poter tornare a scambiarci fluidi corporei a distanza ravvicinata in posti fumosi e umidi. Grazie a tutti quelli che stanno supportando la musica in questi tempi infernali!
Intervista a cura di John Preck
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