DAMPYR #250 "Paradiso Perduto" (Recensione)
Soggetto: Nicola Venanzetti
Sceneggiatura: Nicola Venanzetti
Disegni: Vanessa Belardo
Copertina: Enea Riboldi
Sceneggiatura: Nicola Venanzetti
Disegni: Vanessa Belardo
Copertina: Enea Riboldi
Uscita: 05/01/2021
“Paradiso Perduto” è un albo particolare, in cui viene trattato il tema del Santo Graal. E quando si parla di questo argomento in qualche modo escono fuori anche le ricerche effettuate dai nazisti (Indiana Jones e il mistero dell’Arca Perduta vi dicono qualcosa?) In questa storia suo malgrado uno dei personaggi principali è Otto Rahn, scrittore realmente esistito, autore del saggio “Crociata contro il Graal”, nonché ricercatore del leggendario calice durante il periodo nazista. Lui è il personaggio che guida Harlan nel Paradiso Perduto, dopo esservi riemerso, a causa di una rocambolesca fuga che lo ha riportato nel nostro periodo storico.
Quello del leggendario Graal è uno di quei misteri che al pari di altri come il mito di Atlandide accompagna oramai da qualche millennio il genero umano. In questa storia la pista del Graal segue la terra dell’Occitania e si lega alla terribile vicenda dei catari, perseguitati dalla Chiesa che attraverso i crociati li stanarono dalla fortezza di Montsegur nel 1244. In questo terribile evento si nasconde la chiave di questa nuova storia del Dampyr. “Paradiso Perduto” è un’isola del multiverso creato da Raziel, un Naphidim, ossia un cosiddetto angelo caduto (agli ordini prima di Nerghal e poi di Abigor). Durante gli eventi nefasti del 1244 attraverso le Grotte di Lombrives, fuggendo dalle fortezza oramai persa di Montsegur, Raziel vi creò un passaggio che permise ai catari “perfetti” di rifugiarsi nel multiverso. Nella realtà le Grotte furono la tomba in cui storicamente gli inquisitori murarono vivi i “perfetti”.
E Harlan in questa storia che ruolo riveste? Di sicuro non quello del protagonista, ma svolge come al solito, accompagnato dal fido Kurjak, il lavoro sporco. Il suo intervento nel paradiso perduto risulterà determinante per l’epilogo della storia. Come al solito, al di là della narrazione del fumetto, quello che risulta interessante è la ricerca di eventi e personaggi storici i quali diventano elementi essenziali e funzionali alla storia che viene creata, intrecciando abilmente realtà storica e storia di finzione.
E’ anche questo il caso, in cui si intrecciano eventi storici, personaggi realmente esistiti e poi la leggenda del Graal e per finire la fantasia dampyriana del multiverso. Bravo Nicola Venanzetti nell’architettare abilmente questa storia. Abile Vanessa Belardo nel disegnare le immagini nella classica tradizione di questo fumetto. Ascolto consigliato: Paradise Lost: "Gothic"
John Preck
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