ULVER "Bergtatt - Et Eeventyr i 5 Capitler" (Recensione)
Full-Length, Head Not Found
(1995)
Un'antica leggenda norvegese racconta la triste storia di una ragazza di nome Pige che si smarrì girovagando in una vecchia foresta ai piedi di una montagna, abitata da oscure creature fatate che la attirarono nelle loro tenebrose dimore bisbigliando al suo indirizzo il loro inquietante richiamo notturno. Questo è il concept ripreso dai "lupi" Ulver nel loro straordinario album di debutto, l'intramontabile "Bergtatt" (letteralmente "Catturata nella montagna"), una favola in cinque capitoli narrata in una versione musicale capace di unire la ferocia del black metal nordico vecchio stampo alla magia onirica del folk più tradizionale, dai richiami ancestrali. L'album esce nel febbraio del 1995, nel pieno dell'epoca d'oro del black metal scandinavo, e segue di un paio d'anni l'ottima demo "Vargnatt" ("Notte del lupo"), che magistralmente anticipa le tematiche naturali e boschive e le sonorità alquanti particolari, dalle tinte melodiche tutt'altro che scontate, del quintetto di Olso fondato dal cantante Garm e dal chitarrista Haarvard nel 1993, in questo primo lavoro sulla lunga distanza accompagnati dai nuovi ingressi in formazione di Aismal alla chitarra e alla tastiera, di Skoll al basso e di AiwarikiaR dietro le pelli.
Sin da subito "Bergtatt" si mostra un lavoro ambizioso, che intende cavalcare la neonata ondata nera scandinava, controllarla e modellarla a proprio pacimento fino a renderla personale ed unica nel suo genere, dinnescata a tratti nella sua furia originaria e resa parte di un tutto che soltanto gli Ulver sono stati in grado di realizzare, fondendo con essa sinfonie pagane ed epiche mai ascoltate prima; tutto questo lo ha reso un album di culto, tra i migliori che abbiano visto la luce negli anni d'oro del metallo nero nordico. I testi, tutti scritti da Garm, si presentano in una lingua alquanto ricercata e complessa che prende il nome di riksmål, una forma dialettale ed antica del norvegese contaminata dal danase scritto risalente al XIX° secolo, da ormai molto tempo in disuso; tale particolare scelta linguistica, unita al tema tradizionale del lavoro, rivela tutta l'essenza ancestrale incarnata dalla band al suo effettivo debutto sulla scena black metal norvegese.
La vera capacità dell'album è tuttavia quella di raccontare la storia di Pige non soltanto attraverso i suoi testi ermetici ed antichi dai contorni favolistici ma grazie anche ad una struttura musicale che si evolve con la storia, in un moto continuo che racconta con atmosfere ed armonie contrastanti i tumulti della fanciulla nella sua disperata ricerca di una via d'uscita da quel bosco di orrori, che non possono che coinvolgere allo stesso modo anche l'ascoltatore. Ad aprire le danze troviamo infatti "Troldskog faren vild" ("Smarrita nella foresta dei troll"), un brano in puro stile folk metal dalle melodie spensierate e dalle atmosfere fiabesche, rese ancor più evocative da un cantato quasi in stile gregoriano, che narrano il sereno passeggiare di Pige tra gli alberi della foresta, sotto lo sguardo vigile dei troll che ne osservano silenziosamente ogni passo; un assolo melodico e un refrain corale accompagnano l'ascoltatore verso la sezione finale del brano, in cui un breve intermezzo acustico anticipa la lunga conclusione, a base di chitarre folkeggianti che sfumano con l'addentrarsi della ragazza sempre più all'interno del bosco, fino a perdersi in un silenzio selvaggio intriso di pericoli.
L'atmosfera folk introdotta dal flauto di Lili Katherine Stensrud e da una dolce chitarra acustica in "Soelen gaaer bag Aase need" ("Il sole tramonta dietro le colline") è sognante e malinconica, tanto poetica nelle sue intriganti melodie quanto nostalgica nel suo raccontare il progressivo eclissarsi della luce, che conduce la fanciulla smarrita in un vortice di terrore e di inquietudine; con il calar della sera e la discesa delle tenebre nella foresta esplodono fragorose le chitarre di Haarvard e di Aismal, accompagnate dalla veemente batteria di AiwarikiaR nel primo momento di puro e violento black metal della release, che lo scream lancinante di Garm rende ancor più carico di paure e di pericoli. Si aggiungono cori in sottofondo ed atmosfere dalle eco pregne di epicità, prima del refrain corale che succede al primo rallentamento del brano, quasi drammatico, ad anticipare una seconda ed ancor più feroce ondata di aggressività in cui le urla di Garm gelano il sangue nelle vene e quasi sembrano lottare con le dolci voci corali che gli fanno da sfondo; è la genesi della paura nella giovane ormai dispersa, i cui tumulti riecheggiano nel contrasto tra le chitarre acustiche del finale e la ferocia della batteria, in uno scenario di atmosfere maestose ed al contempo terrificanti.
"Graablick blen hun vaer" ("Lei percepisce occhi grigi") racconta la terribile presa di coscienza da parte di Pige di non essere sola nella foresta; al termine di una breve introduzione acustica dai toni folkeggianti e dalla dolcezza quasi esasperante si ergono impetuose chitarre gelide sopra una batteria lasciata correre con la stessa foga con cui la ragazza percorre gli oscuri e labirintici sentieri della foresta in cerca di una disperata salvezza. Lo scream è rabbioso e a tratti demoniaco, l'atmosfera spaventosa e logorante e il riffing tagliente, e solo intorno alla metà del brano si giunge ad un momentaneo rilassamento nel quale si ode una chitarra acustica rincorrere melodie alquanto sinistre, per poi lasciare il posto al suono dei passi incerti e timorosi della giovane, su cui si erge il lugubre tocco di pianoforte di Steinar Sverd Johnsen a ricalcare il perpetuo cadere della neve e l'irrigidirsi del gelo; il giungere delle tenebre sulla fredda foresta è anticipato dall'accelerazione finale, che si esaurisce nella veemenza della batteria e in gelide melodie di chitarra che sembrano voler riprodurre i lontani ululati dei lupi che ricoprono il silenzio appena giunto, preannunciando gli immaginabili orrori della notte ormai nascente.
La delicatezza della acustica "Een Stemme locker" ("Una voce attira") illude l'ascoltatore, riportando una quiete che però sembra essere semplicemente l'angosciante attesa dell'incubo, risuonando con la sua dolce chitarra e con le sue melodie malinconiche alquanto sinistra, quasi paranoide; Pige giunge di fronte ad una caverna situata ai piedi della montagna ed è lì che ode il richiamo dell'orrenda creatura che la abita, riprodotto magistralmente dalla voce tetra e profonda di Garm, alla quale si aggiunge la sua, rappresentata dal connubio tra cantato e parlato della già citata Lili Katherine Stensrud. Il crescendo del pathos nelle armonie della chitarra acustica e nel rincorrersi delle indefinite voci conducono ad un silenzio che anticipa l'apice della furia e del terrore, raggiunto dal fragore delle chitarre e della batteria che aprono il capitolo conclusivo "Bergtatt - Ind i Fjeldkamrene" ("Catturata nella montagna - Nelle camere della montagna"), su cui si erge il grido stridulo ed orrorifico di Garm; un lugubre arpeggio di chitarra risveglia subito una quiete apparente, cavalcando melodie che sembrano correre sulla pelle come brividi, tra note ed umori contrastanti, ad anticipare un coro dai tratti gregoriani a cui segue una nuova rabbiosa accelerazione. Le armonie stridenti, le atmosfere travolgenti, le chitarre gelide e le tastiere sinistre conducono il brano verso un crescendo di epicità e di orrore, diviso tra la veemenza del black metal e la sognante poesia del folk: l'angosciante accelerazione finale accompagna la cattura di Pige da parte della mostruosa creatura che abita nella caverna, seguita da un lugubre motivo acustico dalle eco ambient che la vede scomparire al di là dell'entrata nella dimora del troll, ove è persa per sempre, e la melodia nostalgica che funge da outro sembra intonare un canto funebre alla sua memoria.
"... fu di nuovo notte. E lei fu persa per sempre"
Alessandro Pineschi
Voto: 97/100
Tracklist:
1. Capitel I: I Troldskog faren vild
2. Capitel II: Soelen gaaer bag Aase need
3. Capitel III: Graablick blev hun vaer
4. Capitel IV: Een Stemme locker
5. Capitel V: Bergtatt - ind i Fjeldkamrene
WEBLINKS:
Bandcamp
Spotify
Nessun commento