L'IMPERO DELLE OMBRE “Racconti Macabri Vol.III” (Recensione)
Full-length, Black Widow Records
(2020)
Onirico. Spettrale. Decadente. Ascoltare Racconti Macabri Vol. III equivale ad intraprendere un viaggio negli abissi, in cui è il tema della morte l’elemento centrale di tutto l’architrave tematico e sonoro. Ascoltando questa musica e queste parole mi sono tornate in mente gli affreschi letterari di quel capolavoro dal nome mitologico Antologia di Spoon River. Si respirano atmosfere molto simili. L’Impero Delle Ombre giunti al terzo lavoro sulla lunga distanza si producono in un album magnetico. Da un punto di vista strettamente musicale i nostri attingono innanzitutto alla cultura musicale italiana. Se di base possiamo parlare di hard rock, ci sono pennellate di prog rock e momenti cantautorali per un risultato finale che si può sintetizzare in dark sound italiano.
All’interno di questo spettro sonoro ci sono anche le influenze anglosassoni riconducibili al sabba nero, ma anche a tutto quel filone dark e prog settantiano. Con queste influenze e questo suono rientrano a pieno titolo nella scuderia della label ligure Black Widow che di queste sonorità è un punto di riferimento della scena nazionale e non solo. E come tutte le produzioni dell’etichetta anche questa è stata confezionata in modo impeccabile con una front cover di notevole bellezza ed efficacia, la quale diventa specchio ed immagine della musica proposta, disegnata dall’artista emergente Angelo De Innocentiis. E con questa immagine davanti mi appresto ad ascoltare l’album. Dalle prime note emerge una musica tenebrosa, figlia dell’inverno, del buio, una musica e delle parole che provocano immagini e sensazioni inquietanti.
I testi rivestono un ruolo centrale, liriche fortemente evocative, pennellate poetiche efficaci e conturbanti. Dopo la tenebrosa intro “Accesso in Requiem”, è la lunga e funerea “Cimitero delle Anime” ad iniziare questo viaggio, con la sua potenza evocativa, in un brano hard prog d’impatto su cui la voce di Giovanni Cardellino inizia il suo racconto di morte, tessendo interessanti linee vocali a supporto. Ci troviamo di fronte ad un brano di rara bellezza, indubbiamente la punta di diamante di questa opera, in cui emerge tutta la tradizione e la maestria italiana nel tessere suoni e parole. Ma questo è solo l’inizio di un lungo viaggio in un immaginario cimitero monumentale. Non a caso i nostri definiscono la loro musica Cemetery Rock, definizione che calza a pennello alla band. Gli arrangiamenti e l’utilizzo intelligente dei tasti d’avorio risultano un elemento fondamentale per la definizione del sound, con suoni che rimandano direttamente alla tradizione prog italiana, con un occhio di riguardo, e non poteva essere diversamente, a quel genio di Simonetti. Se “Il Sabba” nero potrebbe essere un omaggio agli ideatori morali di questa musica, con “In morte di Buono Legnani” e “Incubi a Dunwich” la band prova a dare un colore musicale a due classici, ossia il film “La casa dalle finestre che ridono” ed il racconto di Lovercraft, riuscendo pienamente a trasportare in musica l’orrore che le immagini del film e la trama del racconto suscitano. “Il Villaggio delle Ombre Assassine” è il pezzo più pesante, più metal tra quelli proposti. Il ritornello è notevole. Un brano da ascoltare a tutto volume.
Di contro “Marmo Freddo” (che titolo!) è un doom pesante come un macigno in cui l’uso delle tastiere dà quel tono spettrale che unite alle parole ed al ritmo ossessivo provocano sensazioni inquietanti. Se “Verso l’Abisso” continua l’atmosfera pesante, fortemente doom, in cui a spiccare è il coro in stile Black Widow (la band) a metà pezzo, giungiamo al termine della prova con la poetica “Sentimento Funereo”, il cui testo tocca punte massime di pessimismo, accompagnate da una musica che ben rispecchia le parole. La folkloristica “Finale, Ballata dell’Uroboro” è una salmodiante canzone di morte, a suggellare un’opera di notevole caratura. Queste è musica fortemente evocativa. Consigli per l’uso. Spegnete la luce, accendete una candela, mettete sul piatto il vinile e preparatevi per un lungo viaggio musicale. Non si può ignorare una band come L’Impero delle Ombre, sarebbe un delitto. Bisogna supportare una band capace di creare un’opera come Racconti Macabri Vol. III.
John Preck
Voto: 85/100
01. Introduzione – Accesso In Requiem
02. Il Cimitero Delle Anime
03. Il Sabba
04. In Morte Di Buono Legnani
05. Incubo A Dunwich
06. Il Villaggio Delle Ombre Assassine
07. Marmo Freddo
08. Verso L’Abisso
09. Sentimento Funereo
10. Finale – Ballata Dell’Uroboro… O Della Speranza
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