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WOMBRIPPER "Macabre Melodies" (Recensione)


Full-length, Independent
(2020)

Oggi, in un giochetto degno di Dora L'Esploratrice, la parola del giorno è "originalità". È necessaria in una band e nelle sue composizioni? Quanto si sacrifica in favore di essa? Ma soprattutto quanto se ne sono dimenticati i componenti del gruppo di oggi? Ragazzi, cari lettori, mi considero padrone di una più che buona dialettica, ma quando si deve essere diretti è inevitabile: sto disco è un supplizio. Contestualizzo: stiamo parlando di "Macabre Melodies", secondo lavoro in studio dei russi WOMBRIPPER, uscito il 26 Ottobre ed oggi soggetto della mia recensione e della mia gogna.

Malgrado l'inizio piuttosto inequivocabile di questa recensione, e prima di abbattere la mia mannaia su questo disco, voglio fare il bravo bimbo... Circa. Qualora siate completamente schiavi del sound del Death Svedese di Dismember, Bloodbath, Entombed e compagnia briscola, questo disco fa per voi: un sound ed una composizione rocciosa e senza orpelli, che si struttura su di un corpus di 10 tracce, bordate in picchiata senza se o ma. L'effetto è quello "alla Panzer Division Marduk" (guai a pensare che stia paragonando questo disco al lavoro devastante della band Black Metal svedese) dove più che di fronte ad un disco siamo di di fronte ad una sfida di stamina, basata sul quanto si riesca a sopportare di questo turbine di chitarre a sega elettrica e blast beat nevrotici, prima di giungere al prossimo sospiro di sollievo (elargito sotto forma di breakdown o mid tempo a centro canzone).

Tutto sommato questa attitudine completamente ostica nei confronti dell'ascoltatore, mi compiace e non poco. Questa voglia irrefrenabile di prendere a schiaffi il fruitore è supportata da un comparto tecnico di buona fattura, che riesce a stare dietro alle scelte musicali dei WOMBRIPPER... E poi basta, mi son rotto il cazzo. Mi si perdoni il francesismo, davvero, ma io mi sento di muovere una sola critica, secca come una coltellata: in 10 anni di ascolto intensivo di metal estremo avrò sentito ALMENO 2000 dischi uguali a questo. È davvero necessario ascoltare la copia stampata di un genere che ha sparato i suoi colpi migliori nel lustro 85-90? Non credo proprio. Tutto si riassume in un giocare a indovinare la citazione al gruppo death famoso di turno: la prima parte del disco è la versione discount dell'omonimo dei già citati Dismember, qualche parte melodica scimmiotta gli At the Gates (male), qualche parte lenta gli Asphyx (molto male) e così via. Il cantato poi è piatto come un'asse da stiro: invece che fungere da capitano in grado di salvare questa nave che affonda, il Vocalist del gruppo pare lo Schettino della situazione.

Ripeto, non si tratta di una critica mossa alla perizia musicale della band, che c'è e si sente - esempi sparsi, il solo ottimo su "Obscurity Depths" oppure la dinamitarda "Wicked Breed" - ma alla veramente risicata voglia di comporre fuori dagli schemi, anche soltanto in piccolissima parte. Altro cliché sopra i cliché ad aggiungere l'insulto alla beffa, il "pezzo da 8 minuti" alla fine del disco... Ba-sta. Unica luce in questo mare di catrame, la penultima "Church of Repulsion": pezzo articolato ed interessante, ulteriore dimostrazione che la band possa comporre pezzi memorabili senza attingere forzatamente al citazionismo scellerato. Rimandati a settembre e non solo: volete il Death anni 80-90? Ascoltate direttamente quello, piuttosto che i derivati di scarsa importanza. Torno nel mio antro, che ho lasciato "Left Hand Path" sul fuoco...

Hellbanno (L.B.)
Voto: 45/100

Tracklist:

1. Possessed by Unknown 
2. Join Undead
3. Obscurity Depths
4. Shredded Corpse Remains
5. Wicked Breed
6. Macabre Void
7. Devastation into Waste
8. Already Dead
9. Church of Repulsion
10. Fractures 

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