NOCTURN "Like A Seed of Dust" (Recensione)
Bentornati insieme al Sottoscritto, Hellbanno, sulle pagine di Heavymetalmaniacs.it! Cari lettori e lettrici una domanda a freddo per aprire le danze: ricordate il “metal estremo” dei secondi anni 2000? Onestamente non riuscirei a vendere a nessuno che mi conosca da più di dieci minuti la balla del “Wow! La musica metal di quel periodo per me spaccava proprio”: avrei probabilmente amici che mi chiederebbero se ho preso qualche malattia o roba simile. Fatto sta che comunque mi trovi, in questa circostanza, ad essere reo confesso di aver posseduto ai tempi copie di “Hatebreed” dei Children of Bodom, “In Sorte Diaboli” dei Dimmu Borgir, “Once” dei Nightwish e così via... arrendetevi all'evidenza, è musica da bambini, e da bambini neanche troppo svegli.
Incredibile infatti come mi sia trovato faccia a faccia con un disco come “Like a Seed to Dust” dei Nocturn, che prende piene mani da tutto ciò che abbia caratterizzato quel periodo musicale, con si tanta sgraziata copiosità . Difficilmente ricordo di un lavoro discografico che riesca, in una maniera piacevolmente grottesca a dirla tutta, a collocarsi quindici / vent'anni dopo in un contesto di quindici / vent'anni fa. Esempio calzante il brano “Liberhate” (bel titolo): composizione che parte come un pezzo dei Sonata Arctica di “Reckoning Day” per poi diventare il figlio incestuoso di Children of Bodom ed una qualsiasi band Metal da classifica prodotta dalla Century Media in quegli anni là . Le composizioni di questo disco viaggiano infatti su dinamiche ampiamente sviscerate: tuttavia incredibilmente mi riesce difficile “volere male” a certe soluzioni musicali che, per quanto stantie, provocano un malsano effetto nostalgia, di periodi in cui credevamo “Follow the Reaper” come il più bel disco della storia del metal estremo. Si prenda appunto la titletrack, pezzo che definire “pacco” è dire poco: in aggiunta al già citato guazzabuglio di riferimenti mid-2000, i Nocturn decidono di martellarci con tastiere strappate di peso dai Deathstars mescolate ad inserti vocali femminili alla Epica del discount – a onor del vero di gusto e ben inserite. Il tutto OVVIAMENTE alternato al riffing cattivone e alla voce del cantante maschio, che oscilla costantemente tra growl ed il cantato del ritornello di “Are You Dead Yet?”.
Insomma dai, tutto un “so bad so good” 'sto disco no? No. Io ho cercato con tutto il cuore di dare più possibilità a questo lavoro, quasi a convincermi che mi stesse effettivamente piacendo, fino a quando non mi sono schiantato contro la dura realtà del “ti piace solo perché è ridicolo”. Alla fine dei conti siamo davanti ad un disco non abbastanza estremo per essere un disco sul binario Melodic-Death alla ATG o simil Black sinfonico alla Cradle of Filth, ma allo stesso neanche abbastanza coraggioso da buttare i Metal fuori dalla finestra in favore del grido “saremo i nuovi Evanescence!”. Questa è forse la critica che spingo con più convinzione verso questo disco, ovvero la mancanza di un'identità chiara in favore del metter di tutto un po', per non sembrare ne troppo duri ne troppo morbidi. Va bene la battuta sul metal mid-2000, va bene la pacchianata del cantato uomo /donna alternato alla Bella e la Bestia, va bene tutto: ma davvero c'è bisogno di un disco simile ora, nel 2020? Sinceramente credo di no.
Hellbanno (L.B.)
Voto: 50/100
01. The Wraith In Bloodied Wings
02. Pandaemonium
03. La Belle
04. Infernale
05. Liberhate
06. Like A Seed Of Dust
07. Back From Hell
08. Under The Darkest Sea
09. Wasted Earth
10. Instant d’éternité
11. Odyssey
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