IFERNACH "The Green Enchanted Forest of the Druid Wizard" (Recensione)
Full-length, Tour de Garde
(2020)
Dall'uscita di “Grands Tyrans” nel 2015 per mano dei sempreverdi AKITSA, la scena del Black Metal proveniente dal Quebec ha sfornato quasi esclusivamente purissime gemme dell'underground estremo, andando a comporre le fondamenta di quello che adesso possiamo tranquillamente definire come una nuova corrente musicale all'interno del Black Metal: la melodica glacialità e la ferocia del duo FORTERESSE / MONARQUE, il sound quadrato dei già citati AKITSA, la quasi spettrale atmosfera dei DEPARTURE CHANDELIER e così via... In tutto ciò, in mezzo a questa sontuosa galleria d'arte in musica nera, dove si colloca “The Green Enchanted Forest of The Druid Wizard”, quarto full-lenght degli IFERNACH, soggetto della recensione odierna? Sinteticamente: “in su la vetta”.
Gli IFERNACH – ndr, one man band dell'unico membro noto FINIAN PATRAIC – riescono attraverso i ca. 50 minuti di durata di questo disco, a mescolare sapientemente tutto il bagaglio artistico della scena Quebecois al Burzum di Filosofem, con estrema coerenza ed efficacia. Melodie sublimi e riffing spietato si alternano a interludi acustici arricchiti da synth di prevegevole fattura, che vanno a impreziosire la (seppur a tratti canonica) ossatura del disco in questione. La performance vocale rientra sotto alcuni canoni della categoria del così-chiamato “ATMOSPHERIC BLACK METAL”, ma là dove una release dozzinale appartenente a questo sottogenere ottiene una resa dubbia e fortemente menomata, gli IFERNACH riescono ad imprimere incisività anche ad un cantato volontariamente distante ed incorporeo, che invece che ergersi al di sopra della strumentazione va ad amalgamarsi come una sorta di “strumento musicale aggiuntivo” alla composizione dei pezzi.
Mi sento di muovere una critica unicamente sul punto di vista di quella che io ritengo sia l'intenzione artistica del full-lenght: per quanto “FILOSOFEM” sia passato alla storia come un disco di importanza fondamentale, in particolare per una certa corrente moderna del Black Metal, gli è stato conferito il titolo di capolavoro pur essendo un disco “ostico” da digerire, a partire dalle sue sonorità estremamente lo-fi, fino ai macigni di synth che permeavano tutta l'opera, di conseguenza possiamo renderci conto di quanto assoluta sia l'opera di BURZUM sotto questo punto di vista. IFERNACH in questa occasione, pur rimanendo fedele a certi canoni spirituali e sonori del Black Metal Quebecois e mai sfociando nella citazione fin troppo spinta, tende a porsi come una sorta di “FILOSOFEM “LITE”, molto più propenso a donare una ascolto piacevole (nei limiti della parola), anziché esplorare fino in fondo le sonorità oscure e stranianti che la one-man band canadese sarebbe tranquillamente capace di esprimere.
In conclusione un'altra performance maiuscola di una scena musicale che non smette di sorprendere, e questo quarto full-lenght di IFERNACH ne è la schiacciante riprova. Un disco nato dal buio e in lode al buio, che va a solidificare la reputazione di una band che è necessario supportare, pedina fieramente schierata tra le fila di una scena Black Metal ancora degna di portar questo nome.
L.B. (HELLBANNO)
Voto: 85/100
2. The Passage of Dithreabhach
3. A Cursed Spear
4. In the Hollow of the Togharmach
5. Teinm Laida I
6. Teinm Laid II
7. A Winter Tree Clad in Black Frost
8. Hidden Palaces Under the Green Hills
1. The Green Enchanted Forest of the Druid Wizard
2. The Passage of Dithreabhach
3. A Cursed Spear
4. In the Hollow of the Togharmach
5. Teinm Laida I
6. Teinm Laid II
7. A Winter Tree Clad in Black Frost
8. Hidden Palaces Under the Green Hills
Bandcamp
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