DAMPYR #243-#244: Recensione "Silverpilen" + "Harlan contro Sho-Huan"
DAMPYR #243 + -#244
Recensione "Silverpilen" + "Harlan contro Sho-Huan"
Il Dampyr approda in terra scandinava, esattamente a Stoccolma per una storia doppia che riserva molte sorprese. L’episodio, scritto dalla coppia Boselli e Giusfredi e magistralmente disegnata da Lozzi, ci porta a conoscere una leggenda contemporanea, nata intorno alla metropolitana della città , leggenda reale e non di fantasia. Gli autori si sono ispirati ad essa per costruire questa nuova avventura. Un’avventura che riserva non poche sorprese, in una trama complessa e non sempre lineare e richiede una lettura attenta per non perdersi nella storia e nei suoi dettagli.
Harlan accompagna ad un convegno il professor Milius, personaggio storico del fumetto, che ha più volte dato al nostro protagonista la possibilità di indagare sotto le mentite spoglie di ricercatore universitario. Harlan è consapevole che dove esiste una leggenda sinistra, spesso si nascondono pericolose verità da far uscire allo scoperto e debellare. Per questa ragione accompagna l’accademico in Svezia. Ma a volte le situazioni si possono ribaltare ed è esattamente quello che accade in questa avventura. Harlan da indagatore e cacciatore, si ritrova ad essere preda inconsapevole di una trappola ordita ai suoi danni da uno dei suoi peggiori nemici, il prestigiatore Sho-Huan, colui che meglio di tutti riesce a muoversi nel multiverso e per questo è sempre stato imprendibile dal team del Dampyr. Uscito indebolito dal precedente scontro con Harlan, Sho-Huan prova attraverso la leggenda del Silverplein a far cadere nella sua trappola il suo acerrimo nemico. E ci riesce. Però per una serie di eventi che sfuggono di mano, i due nemici si ritrovano ad essere temporaneamente alleati, costretti dalle circostanze (entrambi vittime – prigionieri del multiverso, in cui sono precipitati) a far fronte comune per provare a salvarsi ed a tornare sul nostro piano di realtà . Harlan si trova nelle condizioni di non poter colpire il suo avversario. Sho-Huan si è impadronito del corpo del suo amico Milius, in cui è entrato a vivere. Attraversando diversi mondi approdano nella Londra di fine ottocento, la Londra del giovane John Ross, futuro Sho-Huan. Qui entra in scena un altro personaggio apparso nella serie, la famigerata bestia, Mr. Crowley (già apparso nel n. 192) il quale avrà un ruolo determinante per la fine di questa storia. Riuscirà Sho- Huan a fuggire per l’ennesima volta dalle grinfie del Dampyr? Per scoprirlo bisognerà leggere con molta attenzione quest’ennesima storia avvincente del nostro eroe.
In ultimo ho un paio di considerazioni da fare . Anche in questa storia Harlan vive la sua avventura da solo e senza il supporto del suo storico team, che sempre più spesso rimane confinato dentro Il Teatro Dei Passi Perduti. Che questo possa rappresentare un cambio di rotta della serie, in cui far avere un ruolo sempre più centrale e solitario ad Harlan Draka? O forse si tratta di una semplice casualità ? I prossimi numeri potranno dare sicuramente risposte in merito.
Nel frattempo gli autori, consci del complesso mondo che hanno creato in tutti questi anni, continuano ad attingere a personaggi (amici e nemici) disseminati sul nostro pianeta e non solo, e continuano a sfruttare il campo delle leggende, portandoci a conoscenza di un’ennesima, interessante, il Silverpilen, il treno fantasma che carica ignari e solitari personaggi per portarli all’ultima fermata, quella della fine di tutto. Va dato merito allo staff della profonda ricerca e conoscenza di tradizioni popolari, leggende metropolitane e personaggi storici che si sono succeduti nel tempo, per creare delle storie, che al di là dell’avventura narrata, portano il lettore a conoscenza di luoghi e storie realmente accaduti di cui solitamente ne ignora l’esistenza. Esattamente come è accaduto con questa doppia storia. Ascolto consigliato durante la lettura: Mörk Gryning (per maggiori dettagli sull’album vi rimando alla recensione presente sul nostro sito http://www.heavymetalmaniac.it/2010/04/mork-gryning-mork-gryning.html).
Recensione a cura di John Preck
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