RAWFOIL "Tales from the Four Towers" (Recensione)
Full-length, Buil2Kill Records
(2020)
Che l'abito non faccia il monaco, si sa da tempo immemorabile. Per la verità, qualche volta il vecchio adagio è valido, qualche volta no, e nel caso dei Rawfoil siamo sicuramente nella prima condizione. Packaging e voce al vetriolo di Francesco Ruvolo fanno sulle prime pensare a un branco di thrashers sputati in quest'epoca distopica direttamente dal 1985, con quella rozzezza che mescola la scuola teutonica di Kreator e Holy Moses, le suggestioni thrash/black di matrice italiana (Necrodeath) e un approccio simile a quello dei primissimi Dark Angel.
Dietro però un abito tutto sommato rassicurante come quello definito dai riferimenti summenzionati, si nasconde la passione per l'intricatezza del rifferama e per le variazioni sul tema, una particolarità che risulta ancor più straniante se pensiamo al loro approccio sarcastico al packaging e agli inserti narrativi; in questo senso, l'opener “People Who Don't Drink Are Not People” è un po' la dichiarazione di intenti dell'EP, un lavoro che giunge a poco tempo dal debut dei Rawfoil “Evolution In Action”.
Comunque sia, coordinate di navigazione a parte, quello che risalta nel quintetto lombardo è la compattezza dell'assalto sonoro, che sceglie di volta in volta di adornarsi con le diverse sfaccettature del thrash metal – e ciò è di per sé un bene assoluto, a casa mia. Ad esempio, il riff portante di “Cult Of The Ignorance” sembra partorito dal Gran Libro testamentiano di Eric Peterson, prima che la track si lanci nella consueta sfuriata crossover thrash che continua, senza soluzione di continuità, nel riffing circolare della successiva “Braindead Diver” (su cui fa la comparsa l'unico assolo del lotto), una mazzata tra capo e collo che non deluderà i fan di Wehrmacht e Tankard. Insomma, è come se i Rawfoil avessero deciso di adattare i modelli alla realtà, prendendo a piacimento gli elementi che meglio concorrono a compattarne il sound: è il caso della rozzissima “Thick Slices”, con la voce che segue il riff in una versione enfatizzata del classico sound D.R.I. Peccato per la presenza di sole quattro tracce, le credenziali per attendersi un full length di tutto rispetto ci sono tutte.
Recensione a cura di Francesco “schwarzfranz” Faniello
Voto: 77/100
Tracklist:
01. People Who Don't Drink Are Not People
02. Cult Of The Ignorance
03. Braindead Diver
04. Thick Slices (As My Mother's Like)
WEBLINKS:
Bandcamp
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