GRAVE DIGGER "Fields Of Blood" (Recensione)
Full-length, Napalm Records
(2020)
Tornano i veterani della scena metal teutonica, i Grave Digger. Cosa si potrebbe dire di nuovo su di loro? Direi praticamente nulla, anche perchè la band ha mantenuto pressochè inalterate le coordinate stilistiche che da sempre portano avanti con convinzione e dedizione. Il loro è un power/heavy metal che non poteva che arrivare dalla Germania, e il loro stile è diventato inconfondibile, anche grazie all'ugola grezza del mastermind Chris Boltendahl. Questo nuovo "Fields Of Blood" segue la tradizione iniziata con "Tunes Of War" a livello lirico, ovvero con temi che trattano la storia scozzese, e questa cosa era poi accaduta con “The Clans Will Rise Again”. Adesso è la volta di rincarare la dose con questo nuovo album, che tratta nuovamente quelle tematiche.
Non è solo a livello lirico che questo album si colloca vicino ad uno dei loro album più riusciti, ovvero il già citato "Tunes Of War", ma la band ha cercato di confezionare un album che ne riprendesse anche l'ispirazione e la carica adrenalinica. Esperimento riuscito? Direi che se teniamo conto del fatto che questa band ha proprio quest'anno compiuto quaranta anni di carriera, allora possiamo dire di sì! Non dovendo per forza fare continui paragoni con i dischi più amati di questa band, c'è da dire che "Fields Of Blood"è un album riuscito. Ma d'altronde, io ho sempre sostenuto che questa band non abbia mai realizzato un disco davvero brutto, e tanti loro ultimi e bistrattati album non dispiacciono affatto. A dire il vero non amo molto i ritorni al passato, li vedo un po' ruffiani e forzati, e a tratti questo album mi da questa sensazione, ma tutto sommato contiene delle schegge potentissime non da poco, come ad esempio "All for the Kingdom", quadrata e con doppia cassa incessante, ma si rincara in velocità nella sparatissima "Freedom". Altri episodi esaltanti sono "Union of the Crown", "Fields of Blood" e "Gathering of the Clans".
Abbiamo poi molte canzoni in mid tempo e con una vena melodica più spiccata, tra cui spiccano la title track o la ballata epica "Requiem for the Fallen", o ancora l'anthemica e pachidermica "The Heart Of Scotland", e c'è spazio per una classica ballad metal, ovvero "Thousand Tears", in cui compare anche la voce femminile di Noora Louhimo dei Battle Beast. Cosa aggiungere quindi? I Grave Digger, che piacciano o meno, sono una certezza del metal e i loro fans non credo rimarranno delusi da questo nuovo lavoro. Continuare a guardare al passato è impietoso, certi fasti non tornano più per chiunque, ma c'è da dire che i Grave Digger hanno realizzato un buonissimo album di puro heavy metal. Credo che possa bastare...
Recensione a cura di Sergio Vinci
Voto: 70/100
Tracklist:
1. The Clansman's Journey
2. All for the Kingdom
3. Lions of the Sea
4. Freedom
5. The Heart of Scotland
6. Thousand Tears
7. Union of the Crown
8. My Final Fight
9. Gathering of the Clans
10. Barbarian
11. Fields of Blood
12. Requiem for the Fallen
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