LUCID DREAM “The Great Dance Of The Spirit” (Recensione)
Full-length, Sliptrick Records
(2020)
I Lucid Dream arrivano al loro quarto album in carriera. Questo il loro curriculum discografico fino ai giorni nostri: "Visions From Cosmos11" (2011), The Eleventh Illusion (2013), "Otherworldly" (2016). Arriviamo quindi al 2020 con questo "The Great Dance Of The Spirit". La band è sempre capitanata da Simone Terigi, talentuoso chitarrista proveniente da Sestri Levante. “The Great Dance Of The Spirit” vede un'importante novità, e cioè l'approdo al deal con Sliptrick Records. Le qualità della band e di Simone vengono ribadite un'altra volta in questo nuovo album, fatto di hard rock e strizzate d'occhio all'heavy metal.
Si parte alla grande con "Wall Of Fire", dove le chitarre e il charleston introducono un brano esplosivo di puro hard rock. Belli gli accordi dissonanti iniziali che esulano un po' dal classico stile hard rock, donando un'atmosfera progressiva al pezzo. Dopo una rullata di batteria parte il pezzo, ed è subito chiaro che la band fa sul serio. Un gran pezzo dotato di potenza e classe, dove la voce e la chitarra spadroneggiano. "Desert Glass" è più cadenzata ma al tempo stesso heavy, ha anche dei buoni fill di doppia cassa e la chitarra è più pesante, più metal insomma. le parti soliste sono sempre molto curate e si lasciano udire dopo il terzo minuto del brano, in un vago assolo che mi ha ricordato i Megadeth più melodici. "Be My Side" è sorprendente. E' una classica ballata hard rock ma ha un sapore malinconico e sognante, che per qualche istante mi ha fatto pensare ad uno strano connubio tra Radiohead e Pink Floyd. Un gran bel pezzo, arricchito anche dal pianoforte, che cresce poi verso la metà.
"A Dress Of Light" è heavy quanto basta, ma non viene mai meno la classe della band, che dopo un inizio roboante si lascia andare a lunghe parti acustiche e soffuse, con i synth che arricchiscono il tutto. Poi il brano si sviluppa in un ottimo brano hard n' heavy. Più spensierata per certi versi appare "The War Of The Cosmos". Buoni cori posti al centro del brano, così come appare azzeccata la scelta di cambiare totalmente le carte in tavola facendo decollare il pezzo in un progressive di alta scuola. "The Realm Of Beyond" è davvero un pezzo che lascia spiazzati, sono talmente tante le soluzioni messe in atto nell'arco del brano stesso che si rimane stupiti. Tra archi che strizzano l'occhio al metal neoclassico e tante altre variazioni, questo pezzo strumentale si candida come uno dei più geniali della tracklist.
"Golden Silence" è una ballata classica, poi abbiamo "Wall of Fire (acoustic reprise)", e dopo una sorta di interludio intitolato "Prayer for the Great Spirit" la band ritorna in pompa magna con la ballad "Invisible Stranger". Il brano si apre con la voce calda di Roberto Tiranti, mentre gli archi creano un'atmosfera triste e decadente. Il resto del pezzo è molto atmosferico, ma ha un andamento davvero dimesso ed è senz'altro uno degli episodi più sentiti del disco. Arriviamo quindi alla chiusura con "Wakan Tanka", brano che si apre (e si conclude) nuovamente in "unplugged". Qui le influenze dei Pink Floyd si fanno sentire molto bene, la psichedelia è un elemento dominante, anche per l'uso particolare della voce, che sembra una specie di mantra. Un bel brano davvero e anche una scelta coraggiosa per chiudere un album
Ora la palla passa a voi, cari ascoltatori. Guardiamo sempre l'erba del vicino come fosse la più verde, ma non ci accorgiamo della qualità che c'è anche nel nostro Paese. Se amate l'hard rock suonato alla grande e con influenze progressive non potete non dare almeno una possibilità a questo “The Great Dance Of The Spirit”.
Recensione a cura di Sergio Vinci
Voto: 80/100
Tracklist:
1. Wall of Fire
2. Desert Glass
3. By My Side
4. Moving Sands
5. A Dress of Light
6. The War of the Cosmos
7. The Realm of Beyond
8. Golden Silence
9. Wall of Fire (acoustic reprise)
10. Prayer for the Great Spirit
11. Invisible Stranger
12. Wakan Tanka
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