SAINTS TRADE "Time To Be Heroes" (Recensione)
Full-length, Art Of Melody Music/Burning Minds Music Group
(2019)
I Saints Trade ci propongono un hard rock melodico, energico, maturo, con un occhio rivolto oltreoceano e un sound che rimanda direttamente agli anni d’oro del genere, ossia agli anni ottanta, ma lo fanno tenendo i piedi ben saldi al 2020 con una produzione moderna che riesce a mettere in risalto tutti gli strumenti e a tirare fuori un sound di tutto rispetto.
Time to be a heroes è il loro secondo album, dopo Robbed in Paradise del 2014 e continua la loro visione hard rock fatta di grandi ritornelli, cori a profusione, chitarre ruggenti, tappeti di tastiere in sottofondo e un basso che non smette mai di profondere il giusto groove (Higher), risultando la base ideale su cui si muove tutto l’assetto sonoro dei Saints Trade. “Livin’ to rock” mette subito le cose in chiaro con il suo coro da stadio. Ma è solo l’inizio di una musica ideale da tenere in auto per lunghi viaggi, fantasticando di correre sulla route 66 o sulla A14. Ma i nostri sanno anche picchiare duro come in “Queen Of Love” e in “The Rose”, senza mai perdere di vista l’elemento melodico, caratteristica base della loro musica. L’ottima voce di Santi Libra riesce sempre a trovare le giuste melodie e i ritornelli efficaci, risultando uno degli elementi determinanti per la buona riuscita di un album, composto da canzoni sempre equilibrate, ben strutturate, ma soprattutto ispirate, nonostante i Saints Trade si muovono in un settore in cui è già stato scritto tutto, e in cui a maggior ragione risulta fondamentale riuscire a scrivere della musica che riesca a trasmettere qualcosa in chi l’ascolta. E loro ci sono riusciti alla grande grazie all’affiatamento tra i membri della band, elemento che traspare evidente tra i solchi di Time to be a heroes.
Ascoltate “Night Children” per capire cosa voglio dire. C’è anche una ballad, e in un album del genere non poteva certo mancare, si chiama “Two As One” e ha un sound molto caldo, una struttura classica ed una interpretazione magistrale del cantante. “Born Hunter” è l’unico pezzo del lotto che non mi ha convinto per i suoi giri un po' troppo abusati, un brano qualitativamente inferiore rispetto al resto del lotto, ma in un album di undici pezzi ci può stare! Si arriva alla fine dell’ascolto con la consapevolezza di aver ascoltato un album davvero piacevole e che sicuramente farà la gioia degli amanti di sonorità hard rock, quell’hard americano che tanto spazio concede alle melodie. Buon ascolto!
Recensione a cura di John Preck
Voto: 74/100
Tracklist:
01. Livin’ To Rock
02. Night Children
03. Destiny
04. Higher
05. Two As One
06. Queen Of Love
07. Born Hunter (Not The Prey)
08. Hills Of Sarajevo
09. Twist In The Tail
10. The Rose
11. Middle Of Nowhere
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