Rock progressivo di qualità: (Intervista)
Ecco a voi una band che propone dell'ottimo prog rock, gli italiani Wish! La band ha risposto alle nostre domande e vi auguriamo buona lettura!
1) Benvenuti Wish! Come avete scelto il nome della vostra band?
Grazie a voi per l'intervista! Cominciamo col dire che ci chiamiamo Wish, appunto, e che siamo nati nel 1992. La band è composta da Piergiorgio alle voci, Giorgio alle chitarre, basso e backing vocals, Salvatore alle tastiere e Massimo alla batteria. La line-up della nostra formazione ha subito alcune modifiche negli anni, ma tre di noi sono insieme praticamente sin dall'inizio. Il nome Wish nasceva dalla esigenza di trovare un qualcosa che definisse in modo semplice e netto l'urgenza che abbiamo tutti noi di volere raggiungere uno scopo nella vita, di qualificare quel soffio vitale che ci dà forza per arrivare a percorrere la nostra strada. Il desiderio (wish) è un perfetto modo per tradurre questo senso in una singola parola. In più Wish ci ricorda uno dei dischi che amiamo di più, Wish You Were Here dei Pink Floyd.
2) Quali band vi hanno ispirato e ancora vi ispirano?
Sicuramente ci sono alcune band che sono un terreno fertile comune a tutti noi, un nostro punto di riferimento comune si tratta di Pink Floyd, Genesis e King Crimson. In Italia PFM, Banco e Le Orme rappresentano alcuni esempi di ciò che condividiamo come gusti musicali. Ognuno di noi ha poi delle influenze tipiche e peculiari, che vanno dal metal, per Giorgio, all'alternative rock, per Piergiorgio, al pop-rock per Massimo. al progressive rock in ogni sua sfaccettatura per Salvatore. In questo senso ognuno di noi ha delle infuenza musicali più personali, ed alcuni esempi possono essere i Dream Theater e i Metallica per Giorgio, i Pearl Jam, PJ Harvey e Jeff Buckley per Piergiorgio, i Led Zeppelin e i Queen per Massimo, Emerson Lake and Palmer e i Kansas per Salvatore.
3) Di cosa parlano le liriche delle vostre canzoni e chi se ne occupa?
I testi sono scritti principalmente dal cantante, Piergiorgio, ma anche il contributo di Giorgio, il chitarrista, è molto rilevante. I testi di Stay Here My Friends ruotano intorno all'importanza del restare uniti nell'amicizia di fronte alle avversità che la vita quotidianamente ci offre. E' inoltre chiave nel disco il tema della ricerca della propria identità. Per tutta la vita percorriamo un cammino, a volte scosceso, a volte in discesa, che ci mette di fronte a delle scelte; solo attraverso le scelte capiamo veramente chi siamo. A volte le decisioni che prendiamo sorprendono per primi noi stessi, rimettendoci su una strada che porta in una direzione diversa da quella che pensavamo definitiva. Ogni preferenza che adottiamo, da ragazzi fino all'essere adulti, contribuisce a definire meglio la nostra identità.
4) Parlateci del vostro ultimo album. Vogliamo descrivere il suo processo compositivo?
l disco è nato 3 anni fa, avevamo molto materiale e la voglia di tirare una linea ed uscire con un lavoro nostro che ci rappresentasse pienamente. Abbiamo lavorato nel nostro studio per due anni e mezzo registrando con molta cura e passione le singole tracce. "Chiudere" una canzone è un gesto definitivo e quindi abbiamo voluto fare le cose per bene. Una volta che un bambino inizia a girare per il mondo poi non torna più indietro, o magari torna ma, come è giusto, in modo completamente trasformato dagli incontri che vive. Abbiamo poi impiegato qualche mese per il progetto grafico unitamente al mixing e al mastering dei brani, fatti con un gruppo di amici che hanno contribuito a creare la giusta energia intorno al nostro album. L'album è stato mixato e masterizzato in pieno clima di divertimento creativo presso i Pitch Audio Studios di Perugia, con l'amico Umberto Ugoberti, che abbracciamo. Per quel che riguarda il processo compositivo, in studio ognuno porta ciò che ha creato, non abbiamo uno schema fisso per scrivere un brano. Questo ci lascia liberi di definire le cose nel tempo e ridurre i gradi di libertà man mano che il prezzo prende forma. Possiamo partire da un testo o cominciare da un giro di chitarra o da una melodia alle tastiere.
5) C'è un messaggio particolare dietro i testi del vostro nuovo album?
Il messaggio principale è che nella vita ci confrontiamo continuamente con scelte affettive, religiose, professionali, alcune delle quali molto difficili e che comportano il lasciare dolorosamente qualcosa alle spalle. Ogni scelta è la rinuncia a un pezzo di mondo possibile. Il confronto con i veri amici e il supporto che essi possono darti rappresenta l'ancora che ti dà stabilità nel tempo. Il disco parla di cammini, di percorsi, di passato e di futuro, parla del confronto fra chi eravamo ieri e quel che siamo oggi come individui.
6) Ci siano stati cambiamenti sostanziali nel vostro sound rispetto al passato?
Sì sicuramente. Per alcuni anni abbiamo suonato sostanzialmente un classic rock con qualche passaggio musicale atipico, molti dei nostri primi brani denotano sonorità vicine al rock classico e tempi meno sghembi, come è invece tipico del progressive. Il disco di oggi è un disco di new progressive moderno e ci diverte molto creare in libertà cercando solo di essere emozionalmente diretti.
7) Chi si è occupato dell'artwork del vostro nuovo album?
La copertina dell'album è un lavoro che prende spunto da un acquerello disegnato dal tastierista, Salvatore. Rappresenta quattro cavalieri un po' particolari, con dei caschi sulle loro teste. Sono con un piede nel passato ed uno sguardo verso il futuro. Tutto il progetto grafico, curato insieme a Federica Baratta e Veronica Seppoloni, con le fotografie di Federica Bucci, ruota intorno a queste figure che sono a volte chiare a volte scure, come siamo noi. Ci piace molto una foto del digipack dove uno dei cavalieri ha una doppia ombra proiettata su una parete. Ci piace perchè anche noi siamo come quel cavaliere, composti da diverse anime.
8) Siete attivi sul fronte live? Com'è un vostro show e cosa cercate di trasmettere al pubblico?
Stiamo cominciando a provare i brani per suonare live, nel 2020 vorremmo fare alcune date e farci conoscere al pubblico. Le nostre sonorità sono in alcuni passaggi molto piene, quasi sinfoniche, e vorremmo trasmettere quel senso di epicità accompagnato a momenti più raccolti, più acustici, dove magari solo voce e pianoforte, oppure chitarra e piano si prendano la scena. In fondo quello che più ci piace del Rock e del Prog è proprio questo alternarsi di vuoti e pieni che riempiono la sala.
9) Quali sono i vostri obiettivi per il futuro più immediato? E guardando più avanti, cosa vorreste raggiungere con la vostra band?
Abbiamo fondamentalmente l'obiettivo di far conoscere la nostra prima opera e suonarla dal vivo. Abbiamo anche cominciato a scrivere e registrare pezzi per il nuovo album, che avrà una tematica completamente diversa. Siamo molto motivati da questo nuovo lavoro, ci piacciono molto le prime cose che abbiamo registrato, sia a livello musicale che di testi. In sala ognuno porta ciò che ha creato, non abbiamo uno schema fisso per scrivere un brano. Questo ci lascia liberi di definire le cose e ridurre i gradi di libertà man mano che il prezzo prende forma. Non avevamo obiettivi definiti, siamo andati comunque oltre le nostre aspettative. Siamo molto felici di quanto sta accadendo.
10) Concludete come volete lʼintervista!
Vorremmo salutare tutti coloro che ci stanno leggendo su HeavyMetalManiac.it, vi invitiamo a seguirci sulla nostra pagina Facebook Wish Music e sul nostro sito internet www.wish-music.com. Crediamo molto nel nostro album come opera completa, che abbraccia non solo la musica ma anche altre arti, è per questo che abbiamo curato molto anche le fotografie ed il progetto grafico. Ci fa piacere che ci ascoltiate in streaming, ma il senso completo dell'opera lo avrete acquistando il digipack, tramite Bandcamp, CDBaby oppure inviandoci una mail a wishmusic92@gmail.com.
Un abbraccio a tutti dai Wish.
Intervista a cura di Sergio Vinci
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