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PANTERA "Far Beyond Driven" (Recensione)


Full-length, EastWest Records
(1994)

Reduci dal successo planetario di due must assoluti del calibro di "Cowboys from Hell" e "Vulgar Display of Power" il combo del Texas arrivava, quattro anni dopo la svolta musicale intrapresa, alla pubblicazione del nuovo lavoro. Non paghi di quanto fatto vedere in passato, "Far Beyond Driven" rappresenta forse l'ultimo step evolutivo di una band che influenzerà la scena metal in toto, in un periodo in cui era il movimento grunge a farla da padrone sul mercato discografico mondiale. A parere del sottoscritto, per quanto si possano definire tranquillamente come "capolavori" i due album precedenti, con il lavoro in questione e con il successivo venuto due anni dopo (il furente "The Great Southern Trendkill"), i Pantera toccheranno i propri apici compositivi...e malgrado una buona fetta dei fans della band texana apprezzi maggiormente lo stadio precedente non posso esimermi dal dire che "Far Beyond Driven" rappresentò a suo tempo una svolta decisamente epocale, un modo di suonare tutto nuovo, violentissimo per quanto moderno e per certi versi mai sentito!

La nuova formula dei Pantera è presto descritta: a livello di struttura e di tematiche le nuove songs non si discostano più di tanto dalle precedenti, così come la vena southern è sempre presente e forse addirittura incrementata...quello che colpisce sono i suoni: moderni, freschi, violentissimi, così come la produzione che non fa altro che esaltare la potenza ed il tutto raggiunto addirittura semplificando i passaggi specie nelle vocals di Anselmo probabilmente meno evocative ed espressive rispetto ai predecessori ma pienamente in linea con quanto Darrell e soci volevano trasmettere in questo nuovo corso...che poi propriamente "nuovo corso" non è, ma trattasi piuttosto di normale evoluzione nel modo di suonare da parte di musicisti irripetibili, che nel loro insieme non saranno mai replicabili sfidando chiunque ad eguagliare la potenza e o stile che tanto hanno insegnato e continueranno ad insegnare ai posteri. Che i nuovi Pantera siano qualcosa di semplicemente devastante lo si intuisce già dalle prime note con l'assalto frontale dell'opener "Strength Beyond Strength" che inizia assolutamente senza compromessi o orpelli vari di alcuna sorta: il tempo di inserire il disco e dopo nemmeno un secondo la sei corde del compianto Dimebag Darrell parte a ritmi vertiginosi unitamente al cantato ai limiti dell'hardcore di un Anselmo tirato a lucido malgrado i clamorosi eccessi di quegli anni. Un assalto all'arma bianca lungo tre minuti che non lascia alcuno stampo all'ascoltatore, una dimostrazione di potenza che apre alla perfezione un album di questa portata.

Ma è con la successiva "Becoming" che i texani mostrano forse una delle facce più nuove della loro produzione, un brano che sa rallentare, così come ripartire improvvisamente grazie alla sapiente regia di Vinnie Paul dietro le pelli ed in cui Darrell gioca tutto su quell'appeal tipicamente groove nel ritornello accompagnato da ripartenze in cui a farla da padrone è una chitarra grezza, potente, che stride nel riff portante. Le successive "5 Minutes Alone" e "I'm Broken" poi diventeranno dei classicissimi dal vivo giostrati dal giusto groove e dalla giusta potenza. Ma non c'è solo spazio per questi brani più groovy perchè il discorso intrapreso con l'opener viene ripreso in più occasioni, nella selvaggia "Slaughtered" (un titolo che è tutto un programma) o in "Throes of Rejection". E quando canzoni meno "rappresentative" da un punto di vista mediatico sono veri e propri manifesti del politically uncorrect e della filosofia tipicamente southern della band, e facciamo riferimento all'insolita e putrida "Good Friends and a Bottle of Pills" , ecco come ogni singolo brano contenuto in questo album mostra un proprio senso ed una propria legittimazione in un contesto fondamentale per tutto quello che verrà successivamente. In fondo all'album anche un dovuto omaggio ai Black Sabbath con la cover di "Planet Caravan" riproposta in maniera sorprendentemente fedele all'originale.

A parere del sottoscritto pertanto "Far Beyond Driven" rappresenta pertanto un ulteriore passo avanti rispetto agli album precedenti forse mediaticamente più rappresentativi per la celebrità dei singoli che li accompagnarono ma sicuramente più "semplici" rispetto a questo e soprattutto rispetto a quello che arriverà successivamente. Una gemma da possedere assolutamente così come del resto tutte le altre produzioni di un combo irripetibile, una band che rimarrà per sempre nella storia del nostro genere preferito.

Recensione di Luca Di Simone
Voto: 100/100

Tracklist:
01. Strenght Beyond Strenght
02. Becoming
03. 5 Minutes Alone
04. I'm Broken
05. Good Friends and a Bottle of Pills
06. Hard Lines, Sunken Cheeks
07. Slaughtered
08. 25 Years
09. Shedding Skin
10. Use my Third Arm
11. Throes of Rejection
12. Planet Caravan (Black Sabbath cover)

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