KREATOR "Coma Of Souls" (Recensione)
Full-length, Noise Records
(1990)
E’ veramente difficile parlare di “Coma Of Souls”, un album che forse andrebbe solo ascoltato per capire appieno l’altissima qualità di cui è intriso, un lavoro che, a distanza di ventinove anni dalla sua uscita fa ancora scuola e che il tempo sembra non averne scalfito minimamente il suo valore. Qui si parla di un caposaldo del metal in generale, e non solo del thrash, di un disco che dovrebbe essere custodito gelosamente da ogni metallaro che si rispetti. “Coma Of Souls” potrebbe benissimo fungere da compendio ideale di un certo modo di intendere la musica estrema del passato, un lavoro composto da dei Kreator all’epoca poco più che ventenni, e questo non fa che alzare ancora di più le quotazioni di un disco che di per sé era e resterà un masterpiece.
L’apertura spetta a “When The Sun Burns Red”, introdotta da una breve intro semiacustica dal sapore vagamente malinconico e oscuro che sfocia presto in un turbinio di note infuocate e velocissime. La brutalità di questo episodio va però di pari passo ad un gusto melodico solo accennato nel passato dalla band teutonica. Ci troviamo di fronte ad un riuscitissimo ed equilibrato connubio tra la violenza micidiale che aveva caratterizzato i primi lavori della band e il nuovo corso, caratterizzato da ottimi arrangiamenti e parti soliste di pregevole fattura. Parte di questo merito va sicuramente all’ingresso in formazione dell’ex Sodom Frank “Blackfire” Gosdzik, tecnicamente piuttosto dotato e autore di pregevoli assoli. Si prosegue con la title-track, dove possiamo notare una buona alternanza tra mid-tempo e parti veloci, seguita da “People Of The Lie”, a parere di chi scrive uno degli episodi più riusciti di quest’album e di tutta la discografia dei Kreator. Una song notevole, sostenuta da up-tempo decisamente trascinanti e un ritornello che non è facile dimenticare, urlato a pieni polmoni da Mille Petrozza. Si va avanti con le più che discrete “World Beyond” e “Terror Zone”, quest’ultima aperta da chitarre molto melodiche e armonizzate che ricordano vagamente qualcosa dell’Heavy Metal più classico e melodico, se non fosse che il resto del brano viaggia sulle coordinate della violenza tipica del Thrash Metal, di cui i Kreator sono maestri. “Agents Of Brutality” ci riporta su livelli qualitativi incredibili, oscura e cattiva quanto basta, dove spicca il riffing veloce, spigoloso e personalissimo del leader Petrozza. Sembra arrivato il momento di riprendere un po’ di ossigeno, ma ci viene inferto un altro colpo a nome “Material World Paranoia”, un vero uragano che si placa solo nel ritornello e in una parte centrale un pochino più ragionata.
Imprescindibile anche la triade finale composta da “Twisted Urges”, “Hidden Dictator” e “Mental Slavery”, che chiudono questa splendida opera. Da segnalare, infine, anche l’ottima prova di Jurgen “Ventor” Reil dietro le pelli, precisa e potente, e una produzione nitida e tagliente che enfatizza l’operato di ogni singolo strumento. Credo di non esagerare definendo questo disco epocale, uno dei migliori esempi di thrash metal che gli anni Novanta ci hanno regalato, un pezzo di storia che ancora oggi è preso come punto di riferimento per molte giovani band, e fonte di ispirazione illimitata per il metal estremo in generale. Assolutamente da avere.
Recensione a cura di Sergio Vinci
Voto: 90/100
Tracklist:
1. When The Sun Burns Red
2. Coma Of Souls
3. People Of The Lie
4. World Beyond
5. Terror Zone
6. Agents Of Brutality
7. Material World Paranoia
8. Twisted Urges
9. Hidden Dictator
10. Mental Slavery
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